lunedì 30 ottobre 2006

Playlist di Luca Sofri

Che Luca Sofri stesse per uscire con un libro hornbyano sulle canzoni di cui non si può fare a meno è cosa nota da un po', almeno da queste parti.
Non sapevo che, però, le canzoni fossero ben 2556 (?) per un totale di 460 pagine (440 senza introduzione): un'opera quasi monumentale, insomma, che sarà in libreria da giovedì è per ora ha il suo bel blog di riferimento.
Un'ultima cosa: la copertina è davvero fantastica.

(Wittgenstein)

Ancora pupe, ancora secchioni

Ma non era finito la scorsa settimana "La pupa e il secchione"?
Sembra di no, dato che ho acceso per un secondo la tv e mi sono ritrovato di nuovo davanti quelle coppie di poveretti/acci che ballavano al ritmo di "I don't feel like dancing" degli Scissor Sister, mentre Papi sghignazzava e si dimenava come un invasato.
Ammetto di essermi fermato a vedere almeno 3 coppie, incuriosito.
Poi sono iniziati i conati ed ho dovuto spegnere.

Cosa dici, caro Blatter?

Che ci tenesse un po' sulle palle è, ormai, cosa che abbiamo capito da un pezzo.
Ma mi risulta davvero difficile comprendere il perché delle ultime dichiarazioni di Joseph Blatter ad una tv australiana, a quattro mesi dalla nostra vittoria del titolo. 
Primo, perché il rigore sullo splendido Grosso mondiale - che discesa su quella fascia, che discesa - era grosso quanto una casa.
Secondo, perché, pur sforzandomi, trovo il suo sillogismo "L'Australia avrebbe dovuto logicamente passare ai quarti di finale al posto dell'Italia perché andando ai tempi supplementari voi eravate 11 contro 10..." quantomeno discutibile.
Non mi toccare Grosso, caro Blatter.
Materazzi forse sì perché, mondiale a parte, sono tornato amabilmente ad odiarlo. Ma Grosso proprio no. Stai attento a te.

Evviva l'Italia, evviva i campioni del mondo. Nonostante Blatter.

(La Repubblica)

domenica 29 ottobre 2006

Moltheni

Sono quasi 24 ore che ascolto Moltheni.
Quasi ininterrottamente.
Avevo un suo vecchio disco, "Natura in replay" di fine secolo scorso (1999), da tempo sommerso da decine di altri.
Oggi incontro per caso un suo video su Youtube (ma va?) e subito è scattata la scintilla.
E' il video del suo ultimo singolo, tratto dal suo ultimo album, dal titolo "Toilette Memoria": "L'età migliore".

Consumo tutti i video che trovo sul sito, poi passo a studiarmi il pesonaggio. Intanto continua a girare "Natura in replay" sul lettore.
Trovo parecchie cose in rete: il sito ufficiale, poi mi leggo un'intervista, la stupenda monografia su sentireascoltare, qualche altra cosa in giro.
E ora sono sempre più curioso di ascoltare il suo nuovo cd.

(Youtube, Ondarock, Sentireascoltare)

venerdì 27 ottobre 2006

Album della settimana

La pipì di Luxuria

Eccallà. Sapevo che sarebbe successo, prima o poi.
E il fatto che non fosse ancora scoppiato lo scandalo mi aveva quasi fatto pensare che Vladimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria, deputato del partito comunista, se la fosse trattenuta negli ultimi 3 mesi.
Insomma, la polemica scatenata dalla Gardini, ex presentatrice televisiva - ma non mi ricordo proprio di cosa: meteora - non mi sorprende affatto.
Ironia già ce n'era stata al momento delle elezioni, e sappiamo che dalle parti forzitaliote in questo senso non si risparmiano mai.
Ma poi dall'ironia si è passati ai fatti, e alle scenate pubbliche su dove fare o non fare pipì.
Il modo, insomma: la prepotenza, il rimprovero alle addette alla pulizia, le urla e gli atteggiamenti per nulla garbati di questa ex attrice, ex conduttrice, ex tutto, da un po' di tempo alle prese con la politica.
La politica, appunto. Dov'è la politica qui?
Non c'è affatto: resta però lo sconcerto nel notare come la polemica della Gardini sia fuori tempo e fuori luogo e, mentre il paese - non importi chi governi, ormai si è capito - cola a picco lei si preoccupi di dove vengano espletati i bisogni fisiologici di un uomo che si sente donna e si dichiari traumatizzata da questa cosa.
"Mi vergogno che si dia un'immagine di così basso profilo del Parlamento", ha detto.
Cara Elisabetta, mi viene da risponderle, non è certo per la pipì di Luxuria che il profilo è così basso, credimi.
E pensate a lavorare, invece, che i traumatizzati qui siamo noi.

(La Repubblica)

giovedì 26 ottobre 2006

I miei referrers

Do sempre più spesso un'occhiata ai referrers del mio blog, e noto con tristezza che il genere di persone che arriva da queste parti mi piace sempre meno.
(Tra le altre cose non ho neanche ben capito perché ci arriva, quando mai ho scritto di...vabè, non lo riscrivo altrimenti ci arriverebbero ancora più spesso. Mah).

mercoledì 25 ottobre 2006

Gnam gnam Mascherano

Com'era quella regola giornalistica: non è notizia il cane che morde il padrone, ma il padrone che morde il cane?
E invece, quando è un calciatore a mordere un altro calciatore, che roba è?

(Sports)

lunedì 23 ottobre 2006

La cura

Sono giù, stanco, un po' depresso quanto basta.
Ma mi basta leggere Chinaski per tornare un po' di buonumore.

(Chinaski77)

Gabriele Torsello

E mentre la trattativa per la sua liberazione sembra ancora essere ad un binario morto, questa è una delle poche cose interessanti e intelligenti che ho letto sul rapimento di Gabriele Torsello.

(Corriere, Gennaro Carotenuto)

5 anni di Ipod

Buon compleanno, Ipod.
(E forse è giunto il momento di comprarlo, 'sto status symbol).

(l'Unità)

domenica 22 ottobre 2006

Gangster Story, di Arthur Penn

Partiamo dalla fine: una scena così in un film del 1967 è a dir poco micidiale.
Due minuti prima Bonny e Clyde vivi, sorridenti, i banditi più famosi d'America.
Due minuti dopo, cadaveri crivellati di colpi in un lago di sangue.
Ed il ralenti serve solo a rendere ancora più realistica e drammatica una scena, già di per sè, incredibilmente intensa.
Perché si sapeva, in fondo, che i due prima o poi sarebbero passati a miglior vita.
Le rapine, le foto su i giornali di tutto il paese, le taglie sulla loro testa. Il momento della morte sarebbe arrivato presto. L'avevano intuito anche loro che era troppo tardi, avevano superato il punto di non ritorno, e non avrebbero mai potuto cambiare vita e cancellare il passato.
Lo sapevano.
Come lo sapevo anch'io, e sapevo che stasera avrei visto un grande film.
"Gangster Story", di Arthur Penn. Un film eccezionale.
Grande tensione narrativa, le interpretazioni eccellenti di Warren Beatty e Gene Hackman, il cameo di Gene Wilder, le auto d'epoca per le quali impazzisco (pur non capendoci nulla), le rapine in banca e gli inseguimenti mozzafiato tra paesini texani e strade di campagna desolate. E poi, lei: una Faye Dunaway così bella da sembrare quasi irreale.
Il film risente molto dell'influenza della Nouvelle Vague francese, dei cambiamenti politici e sociali oltreoceano, e diventa caposcuola di tutto quel cinema americano a cavallo tra gli anni Sessante e Settanta, attraverso il quale una nuova generazione di registi (Penn, Hopper, Peckinpah) ha intenzione di applicare la propria mano ed il proprio stile in ogni inquadratura.
Un cinema ribelle, fuori dai canoni del tempo, innovativo.
Un cinema che sa appassionare e coinvolgere emotivamente lo spettatore.
E, anche a distanza di quasi quarant'anni, risulta ancora incredibilmente attuale.

Sgarbi e la mostra sulla cacca

Io mi limito a linkare la galleria di Repubblica.
Si prega di evitare la facile ironia.

(la Repubblica)

Gli eliminati

"Massimo Ceccherini ha bestemmiato in diretta ed è stato espulso dall’Isola dei famosi, il reality di Rai Due condotto da Simona Ventura, per aver “offeso il sentimento religioso, diritto fondamentale della persona”. In Italia è scoppiato lo scandalo e si è accesa la polemica. Ma, considerando che quel multimilionario programma si svolge in uno dei paesi più poveri del mondo, il vero scandalo non è il silenzio e l’indifferenza con le quali viene ‘usato’ quel paradiso naturale in cui la gente muore ogni giorno per fame e violenza?".

Un punto di vista molto interessante sull'Isola dei Famosi. L'articolo intero, di Stella Spinelli, su Peace Reporter.

(Peace Reporter)

venerdì 20 ottobre 2006

Fascisti su Marte

Alla festa del Cinema di Roma, qualche giorno fa, Guzzanti ha presentato la versione cinematografica di Fascisti su Marte.
Quale motivo migliore, dunque, per rivedere gli esilaranti episodi  andati in onda in tv qualche anno fa.
Ecco la sigla, allora, e le puntate successive trovate su youtube.

(Youtube)

Classifiche musicali? No, grazie

Lo so, le classifiche - soprattutto musicali - lasciano il tempo che trovano.
Ed il Rolling Stone è una rivista che si preoccupa di più dell'ultimo pearcing di Cristina Aguilera che della qualità della musica proposta.
Ma come si fa a mettere tra i primi 10 album di tutti i tempi 4 dischi dei Beatles e Closer dei Joy Division al 157° posto?

(Rolling Stone)

Fuck you

"Ha pulito i vetri di un'auto, ma quando l'automobilista gli ha dato 'solo' 50 centesimi, l'ha aggredita".
Tra un po' anche la mia proverbiale pazienza avrà un limite.
Perché uno cerca sempre di fare il "politically correct", evitando toccare determinate categorie, di offendere gratuitamente, di fare di tutta l'erba un fascio, ma quando è troppo è troppo.

Sempre come il Monty della "Venticinquesima ora", li manderei rabbiosamente a "fuck you".
Non solo loro, certo.
Ma soprattutto i lavavetri e i parcheggiatori abusivi: parassiti nullafacenti che campano sull'elemosina e l'estorsione. E sulla nostra assuefazione a queste pratiche.
Invadenti, maleducati, adesso anche violenti, io non li voglio più nella mia città.
E mi sembra ovvio che non è il caso di generalizzare, perché tra i lavavetri ci sono anche persone gentili e tra i parcheggiatori poveri diavoli con 5 figli a carico disoccupati da sempre.

Ma la situazione a Napoli è fin da troppo tempo intollerabile, per me questa è la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Immaginate una giornata tipo di questi personaggi: facciamo che siano fermi ad un semaforo dalle 9 di mattina alle 20 di sera, tra mariti mogli e figli che si alternano al lavaggio.
Il semaforo rosso scatta ogni due minuti, quindi trenta volte all'ora: facciamo che in media 15 persone all'ora si facciano pulire il vetro per una media di 50 centesimi a volta (arrotondando per difetto). Il risultato? 7,50 euro all'ora, nel peggiore dei casi.

Per 12 ore, sono 90 euro al giorno tondi tondi.  In un mese, quasi tremila euro.
Ho esagerato? Non credo, sul serio.
Peggio ancora quegli estorsori dei parcheggiatori: ormai quasi più nessuno ti dice "a piacere",  quando tu potevi anche lasciargli pochi spiccioli. Partono tutti almeno da due euro.
Nel peggiore dei casi, arrivano a cinque. In una serata, possono anche arrivare a guadagnare 1000 euro. Uno schifo. Ma da quese parti sembriamo ormai abituati a questa categoria di "lavoratori".

Vergogna.
Vi voglio lontano dalla mia città, non ho più tolleranza da da regalare a nessuno.

(Ansa)

giovedì 19 ottobre 2006

La venticinquesima ora, di Spike Lee

Ieri notte ho colmato una mia grande lacuna cinematografica, vedendo "La venticinquesima ora" di Spike Lee.
Cinema black, cinema esaltante e arrabbiato, cinema di nuovo millennio.
Grande cinema, soprattutto.
Tutto è nato dal post dell'amico Simone che parlava del film e linkava "il monologo più ficcante del cinema contemporaneo".
Incuriosito, ho dato un occhio alla videoteca e ho visto il dvd comprato tempo fa, che stava accumulando polvere inutilmente da troppe settimane. Forse mesi.
Con New york come sfondo, il buon Eddie Norton - Monty giganteggia su tutti, è centro instabile attorno al quale gravitano tutti i personaggi. E' il suo ultimo giorno di libertà, prima di 7 anni di carcere per detenzione e spaccio di droga.
Deve dire addio al mondo per un po', e sa che dopo nulla più sarà come prima. Organizza il proprio ultimo giorno per salutare tutti: il padre, la sua donna, i vecchi amici d'infanzia, purtroppo anche i nuovi amici, malavitosi poco raccomandabili che hanno organizzato per lui una festa d'addio.
Intanto i dubbi continuano ad ossessionarlo: chi ti ha tradito, Monty? Perché ti sei ridotto così?
Troppo tardi per quest'ultima domanda, ormai il dado è tratto.
Ti resta solo un ultimo giorno, poi perderai tutto.

Al di là della splendida trama tratta dal libro di Benioff, quello che è di altissimo livello è la solita, originale regia di Spike Lee.
La macchina da presa gioca con i volti dei personaggi che popolano questa grande mela, questo melting pot che Monty manderebbe volentieri a fanculo ("fuck you" a tutto e a tutti, dice il suo doppio allo specchio).
Si agita nervosa, a volte. Altre volte, in modo quasi neorealistico, si limita a pedinare Monty, a passeggio con il proprio cane per le strade ancora vuote di Mahnatthan, all'alba.
E’ la mano di un regista ormai completamente maturo ad orchestrare il tutto. E lo fa, come sempre, accompagnato da una colonna sonora di altissimo livello, ricca di rap, hip hop, jazz e musica da disco.
Con un richiamo improvviso e coraggioso a Ground Zero, al centro del film, la scena dell’ultimo saluto così violenta e geniale, ed un finale teatrale e commovente, che non può davvero lasciare indifferenti.


(Kitsch)

mercoledì 18 ottobre 2006

Offlaga Disco Pax a Napoli

Gli Offlaga Disco Pax, il 2 novembre, al Duel Beat di Napoli.
Inutile dirlo, sarò là.

(Duel Beat)

Cifra tonda

E siamo arrivati a quota 30.
Alternapoli, intendo. Sono 30 settimane che il nostro magazine è online.
Alle volte abbiamo sul serio pensato di chiudere i battenti: ci siamo trovati in difficoltà, senza idee, poco stimolati, con ambizioni diverse.
Ma abbiamo continuato, togliendoci più di una soddisfazione, riuscendo a fare informazione in modo alternativo e credo interessante.
Anche in questo numero, direi: si parla di fotografia, di agenzie matrimoniali, di skateboard, di Napòlide di Erri De Luca e tanto altro ancora.
Buona lettura.

(Alternapoli)

La Bestia e la Bella

Iron Mike torna sul ring, questa volta addirittura contro una donna.
Si vede che aveva fame di orecchie più morbide.

(Euronews)

lunedì 16 ottobre 2006

domenica 15 ottobre 2006

Paris, Texas


Ricordate la scena del Peep-show di "Paris, Texas"?
Ecco, per me è una delle più belle del cinema degli ultimi 30 anni.
Al pari di altre ben più note al grande pubblico, quei lunghi minuti di incomunicabilità tra un uomo ed una donna uniti da un telefono e separati da uno specchio sono da manuale di storia del cinema.
Jane (Nastassja Kinski, la mia donna ideale) in golfino rosa da una parte, Travis (Harry Dean Stanton, grande attore) dall'altra, in mezzo una grande specchiera rettangolare: lui può vedere lei, lei non può vedere lui. Il telefono permette loro di comunicare
In ballo c'è un amore finito, un figlio, c'è il ricordo del passato e una speranza per il futuro. Lei per mestiere è pagata per spogliarsi: si appresta a farlo anche per Travis, che subito la blocca. Vuole soltanto parlare.
La sequenza è tutta giocata sul rapporto visibile/invisibile, luce/oscurità, sulla barriera costituita dallo specchio ed il contrasto tra la felicità artificiosa di Jane e la reale disperazione di Travis.
Ma ci sono anche i dialoghi: ridotti all'osso ma ugualmente emozionanti. Travis è tormentato dal pensiero di ciò che il suo unico amore sta facendo della propria vita.
Il dialogo va avanti, ma è un dialogo quasi totalmente fatto di silenzi lui si esprime a monosillabi mentre lei, ignara, si comporta come se si trovasse davanti un cliente qualsiasi.
Alla fine Travis non riesce a reggere il peso della situazione e, con le lacrine che gli solcano le rughe del viso, abbandona silenziosamente la cabina dopo aver posato la cornetta sulla scrivania, di fianco al telefono.
Va via: anche Jane percepisce che non c'è più nessuno dall'altra parte del vetro e non può fare altro che restae, perplessa e dubbiosa, a fissare uno specchio ormai muto davanti ai suoi occhi.
Grande sequenza, grande film: su Youtube stranamente non sono riuscito a trovare la sequenza, ma quella del secondo incontro nel peep-show: sempre bellissima, in questa stavolta Travis parla si esibisce in uno dei più intensi monologhi che il cinema ricordi.
Insomma, "Paris, Texas" è un film che ogni amante del cinema deve vedere, prima o poi.
Se non volete farlo per grandi qualità artistiche della pellicola, almeno per la folgorante bellezza di Nastassja Kinski, stretta in un corto maglione rosa di lana grezza.

(Youtube)



"Il cuore è una bestia della quale è prudente diffidare. Anche l'intelligenza è una bestia, ma per lo meno non parla d'amore".


Graham Greene

sabato 14 ottobre 2006

Macchinine e Subbuteo

Quello che ricordo con maggiore gioia nel periodo della mia vita che va dai 6 ai 10 anni è senza dubbio la pista Polistil ed il Subbuteo.
La prima arrivava solitamente a Natale, sotto l'albero.
E per una settimana l'unico scopo della mia vita diventava montarla e rismontarla, provare la pista a forma di 8 o l'Indianapolis. Incavolarmi quando i pezzi non combaciavano, piangere quando una macchinina si bloccava e non voleva saperne proprio più di ripartire.
Seduto allegramente sul parquet, provavo e riprovavo quei fantastici modellini, acceleravo, tenevo il pollicione bello pigiato sul telecomando.
Ore e ore, prima da solo, poi costringendo papà ad infiniti gran premi controvoglia, nei quali dovevo ovviamente essere sempre io il vincitore.
Sono capitato un po’ per caso sul sito della Policar e non ho potuto emozionarmi nel leggere la storia e vedere le gallerie d’immagini di quei modellini. Prima Policar, poi Polistil (quando ci giocavo io): ma oggi pare che le notizie sull’azienda siano un po’ pochine, ora che la produzione è stata spostata in Slovenia e Repubblica Ceca.
E del subbuteo? Vogliamo parlarne? Altra mania della mia infanzia, durata fino ai 15-16 anni, mi ha portato a fare cose folli (come giocare una domenica intera dalle 10 di mattina alle 8 di sera, rischiando l’atrofia dell’indice della mano destra; o inchiodare il panno verde ad una tavola di compensato e trasportarla da un lato all’altro del quartiere, per giocare a casa di amici e conoscenti).
Avevo almeno 30 squadre, le trovavo nei mercatini e in alcuni negozi di fiducia che me le mettevano da parte: mia mamma era costretta ad accompagnarmi ogni volta che andavo in astinenza: le mie preferite erano il Boavista e la Samp, quella più fortunata la Salernitana (che poteva all’occorrenza essere anche Torino, se non vado errato).
Comunque, il subbuteo per qualche anno è stato la mia vita. Poi anche lui, come la pista Polistil, è diventato antiquato ed ha trovato la via della soffitta. Più precisamente, sopra l’armadio: lassù in alto ad accumulare polvere. Addirittura oggi non esiste più, soppiantato da videogames e Playstation2.
Oggi, libero da impegni e pensieri, ho alzato lo sguardo e ho avuto una voglia matta di prenderli, spolverarli, e giocarci ancora un po'. Magari poi buttarli via, o venderli a qualche collezionista intascando anche un bel po' di soldi.
Domani mattina prenderò la scala, poi vi farò sapere.


(Policar, Subbuteo)

Da questa parte del mare

Ieri è uscito il sesto album di Gianmaria Testa, "Da questa parte del mare".


(Musicalnews)

Scontrini e supplì

"Sgominata con successo la banda dei portoghesi alla buvette di Montecitorio. Da quando, per consumare caffè, panini, frutta e i famigerati supplì, è obbligatorio per deputati, funzionari e giornalisti esibire lo scontrino per dimostrare l'avvenuto pagamento, gli incassi di giornata sono raddoppiati. Dai primi sommari conteggi si è infatti registrato quasi l'80 per cento in più nei giorni in cui lavorano le sole commissioni, mentre ad aula piena si sono toccate punte di 4 mila euro. Un vero boom delle entrate se si considera che prima delle vacanze estive l'incasso massimo si attestava sui 2 mila euro".


martedì 10 ottobre 2006

domenica 8 ottobre 2006

1° BLOG

Quel geniaccio di Akille ha scoperto in un film cult del 1984 un'inquietante scritta su un muro.
Il film è "L'allenatore nel pallone", la scritta sul muro di un campetto di periferia brasiliano è 1° BLOG.
Ed io sono molto curioso di capirne il significato.

(Akille)
 

Youtubedipendente

Basta youtube: ormai è peggio di una droga.
Ma non sono il solo ad esserne ormai dipendente.
Il numero di utenti sale giorno dopo giorno e Google, che ha l'occhio lungo, è pronta a spendere circa 1,6 miliardi di dollari per l'acquisto.

E mentre attendo che mi arrivi una folgorazione telematica che mi permetta di arricchirmi a vita, continuo a nutrirmi di video sul portale.
Oggi soprattutto sport, ed ho trovato delle chicche imperdibili: il rigore peggio battuto che abbia mai visto, questo splendido filmato di domino-biliardo, un rigore incredibilmente fischiato a 6 metri dall'area di rigore e una serie di interventi delicati di Marco Materazzi, commentati da Vergassola e Pasquale Bruno.

(La Stampa, Youtube)

Ah, l'invidia...

Vedendo questo video su youtube non si può fare a meno di ridere. Assolutamente geniale.
Una sola perplessità: viene spacciato (sempre per farci due risate), come allenamento di italiani.
Ma non viene precisato nella pubblicità del Guardian, non mi pare che la nostra nazionale abbia giocatori di colore né mi sembra di vedere l'azzurro delle nostre maglie in questo piccolo spot. Insomma, il nostro calcio non viene tirato mai in ballo: la pubblicità si riferisce ad un dvd su Euro2004.
Misteri di youtube, insomma: si vede che il primo ad inserire quel filmato sul sito dev'essere stato qualche rosicone tedesco o francese, non ci sono dubbi.
Ah, l'invidia...

(Youtube)

venerdì 6 ottobre 2006

Io, la pupa e il secchione

Un'oretta fa ero stanco e annoiato.
Prendevo il caffé in cucina e, non so bene per quale motivo, mi è venuto in mente di accendere la televisione.
Su Italia 1 c'era la diretta dell'irreality show che sta facendo maggiormente discutere negli ultimi tempi: "La pupa e il secchione".
Avevo letto Edmondo Berselli che qualche giorno fa ne parlava sulla Repubblica, mi ero incuriosito ma non avevo ancora trovato il tempo ed il modo di seguire questa nuova frontiera dei reality (l'unico che sembra fare ascolti decenti, tra l'altro, mentre quello sul circo e il wild west della Parietti stentano a decollare).
Ho quindi con interesse dedicato una mezz'ora della mia vita (e che sarà mai, mi son detto), alla visione di questo programma.
Per essere più precisi, però, si trattava della "diretta dalla villa", quindi credo la visione di quello che accade all'interno delle quattro mura nelle quali sono rinchiusi da qualche settimana.
Questo è quel che ho visto.
Cinque sei belle ragazze (ma neanche poi tanto) stupide come capre. Cinque sei nerd un po' acculturati ma visibilmente disadattati, che si imbarazzano e ogni tanto scambiano due chiacchiere tra di loro. I secchioni che sbadigliano, le pupe che fanno moine, urletti isterici e mostrano ogni tanto un po' d'ignoranza.
Beh, divertente allora: no. Non si ride nemmeno, anzi le risate sono posticce e messe in post-produzione come nelle più squallide sit-com americane. Unico momento interessante, quando una delle ragazze ha confidato ad un'altra di essersi spezzata un'unghia del piede e di averla riattaccata con l'attack sulla carne viva. Un bel momento davvero.
Per il resto niente di più: fissare il soffitto sarebbe stato culturalmente più appagante.
Ho visto mezz'ora di nulla. Una mezz'ora di nulla che comunque cattura audience e interessa una parte degli italiani che seguono fedelmente il programma.
Sbadigliando, ho finito il caffé e mi sono acceso una sigaretta.
Sempre più convinto di dovermi sbarazzare di quella scatola piena di spazzatura, che mi ostino a chiamare tv.

Guinness

Cosa non si fa per entrare nel Guinness dei primati.
Ancora ricordo del tizio indiano con i peli delle orecchie più lunghi del mondo, ma anche questo delle 155 t-shirt indossate l'una sull'altra merita un plauso.
155 t-shirt addosso: ma quanto potevano pesare?
Dalla sua faccia alla fine dell'impresa, credo parecchio.



giovedì 5 ottobre 2006

Folgorazione

"E' tutto chiaro improvvisamente
dopo un po' non rimane niente
allora è meglio che tornino le ombre
fa troppa luce la parola sempre
fa troppa luce
fa troppa luce
fa troppa luce la parola sempre
".

Un grazie a Mario Venuti per averlo scritto. Lui sì, che aveva capito tutto.
(Cacchio ci sono cascato di nuovo: post autoreferenziale e penosetto. Ma sarà l'ultimo. Forse).


mercoledì 4 ottobre 2006

Preghierina della sera

Un desiderio prima di andare a dormire.
Avere giornate di 48 ore per una settimana.
Me ne basta una, davvero.

martedì 3 ottobre 2006

"Dal 2008 meno tasse per tutti"

Un po' tardi per segnalarlo, anche perché qualcuno più autorevole di me già l'ha fatto: ma il titolo in prima pagina de la Repubblica di oggi (parole di Visco) è quasi meglio di una barzelletta.

(Wittgenstein, Giuda Maccablog)

Il Boss e lo studente

Oggi leggevo tra le lettere de La Repubblica, edizione di Napoli, la giusta lamentela di un povero studente, fan di Bruce Springsteen, che aveva pagato caro e amaro (114 euro!) due biglietti per vedere il Boss ai Giardini della Reggia, e ora si ritrova a pochi giorni dall'evento con un concerto spostato al Palamaggiò, a causa del  sovrintendente della Reggia che ha revocato la disponibilità della location originaria per non si sa bene quale motivo.
Mi sono immedesimato in quel mio coetaneo, che ha dovuto scucire una cifra enorme per godere dell'unica data del Boss al sud, ed ora sarà costretto a vedere il cantautore americano in una sede di minore prestigio e, ovviamente, con alle spalle una organizzazione tecnica non all'altezza delle aspettative.
In parole povere, una cosa è la Reggia, una cosa il palazzetto in periferia: perché pagare così tanto?

Il poverino chiudeva con una serie di interrogativi (rimborseranno il costo del biglietto? Cosa ne pensano le istituzioni?), ed uno soprattutto mi sembrava aver centrato il segno: "Capiscono che così si fanno solo figuracce mondiali?". No, credo di no.
E per il rimborso di una parte del biglietto, caro mio, a naso ti dico che non vedrai l'ombra di un euro, mi spiace.

lunedì 2 ottobre 2006

Buon compleanno Dylan Dog

Sono passati vent’anni, incredibile: era il 1986 ed in edicola usciva il primo Dylan Dog.
Era L’alba dei morti viventi. C’era Dylan, c'era Morgana, c'erano Xabaras e i morti viventi, c’era tutto quel mondo che ha fatto sognare almeno due generazioni di giovani.
E c’era l’indagatore dell’incubo, forse il miglior fumetto italiano di sempre, secondo solo a Tex o Diabolik. Con quel volto imbronciato, disegnato prendendo spunto da Rupert Everett, con quel suo stile inimitabile ed il suo look inconfondibile (jeans, Clarks, camicia rossa e giacca), Dylan è stato il massimo.
In questi 20 anni il fumetto ha avuto molti alti ma anche qualche basso, e devo ammettere che negli ultimi temoi anche io, fan sfegatato dal 1993, mi sono disaffezionato. Il filone è diventato un po’ ripetitivo, le storie poco emozionanti, si è persa un po’ di magia ma…ma ora poco importa: è il suo compleanno e per questo motivo il numero 241 è uscito interamente a colori, e sarà l’inizio di una storia in due albi che ha rivisto alcuni dei personaggi storici della serie (Xabaras, Cagliostro, Kim, i morti viventi).
Così son tornato in edicola è ho ricomprato Dylan Dog.


Tornato a casa ho aperto l’albo e, leccandomi i baffi, sono sprofondato sul divano e nel magico mondo del fumetto che ha segnato la mia adolescenza.
Buon compleanno, D.D.

domenica 1 ottobre 2006

La musica di Pandora

Un amico è appena venuto a casa a mettermi a posto il pc e, tra una chiacchiera e l’altra, digita un indirizzo web su Mozilla e mi fa: “Lo conosci Pandora, vero?”.
Io, ancora barcollante per la nottataccia appena trascorsa grugnisco qualcosa e finisco il caffè. Solo dopo qualche minuto mi accorgo che l’amico sta ascoltando una canzone, e mi avvicino per capirne qualcosa in più.
L’amico mi spiega tutto: Pandora (www.pandora .com) è un nuovo e interessante progetto americano, ben riassunto dalla domanda sulla homepage del sito: “Can you help me discover more music i’ll like?”.
Sì, pandora può farlo. Perché si tratta di un’enorme banca dati musicale, con tantissime canzoni analizzate e catalogate per genere, artista o titolo: insomma, l’utente deve solo inserire l’input (canzone o artista) e il sito è in grado di ricercare la canzone e, dopo quella, anche altri brani simili da un punto di vista musicale. E poi, la grafica è uno sballo.
Io sono partito con gli Afterhours (e quando mai). Dopo una loro canzone dell’ultimo disco, ho ascoltato una serie di gruppi più o meno famosi che si avvicinavano a quel genere.
Ed ecco creata subito una playlist uniforme calibrata sui gusti dell’utente.

Bello, bello, bello: subito inserito tra i preferiti.

(Pandora)

Ma poi li venderanno anche al bar?

"Se la presenza della cellulite vi crea ansia e stress, l'ultima cosa che potreste pensare è quella di prendervi un bel caffé per affrontare il problema. Eppure, secondo quando propone una importante azienda austriaca, proprio la caffeina potrebbe essere parte della soluzione - a condizione che questa non sia ingerita per via orale ma somministrata attraverso appositi collant".

Su Apogeo online l'intero articolo di Roberto Venturini.

(Apogeonline)