domenica 30 dicembre 2007

Altrimenti non riuscivo a dormire

A volo a volo, come si dice dalle mie parti, per segnalarvi gli ascolti più interessanti del mio 2007, in ordine sparso:



Giardini di Mirò - Dividing Opinions
AIR - Pocket Symphony
Travis - The Boy with no Name
Patrick Wolf  - The Magic Position
Technicolor Dreams - A Toys orchestra
Our Love To Admire – Interpol
Arcade fire - Neon Bible
Radiohead – In Rainbows
Cristina Donà – La quinta stagione
Wilco - Sky Blue Sky

giovedì 27 dicembre 2007

Al passo coi tempi



All'esame di Stato per diventare giornalisti professionisti si userà il pc, e non più la macchina da scrivere.

(Odg)



mercoledì 26 dicembre 2007

Riso gratis, inglese pure

Post di Natale? Naaa.
Post sul panettone e sui regali ricevuti? Ma dai.
Post sui buoni propositi per l’anno nuovo? Magari più tardi.
Per ora vorrei soltanto segnalare questo Freerice.
Un’idea semplice e divertente, adatta soprattutto ora che ci troviamo “sotto le feste”. Ora che diciamo di essere tutti più buoni ma non facciamo quasi mai nulla per dimostrarlo.
Giocare, imparare meglio l’inglese, donare cibo a chi non ne ha. Niente di più facile, più utile, più intelligente: ogni volta che si risponde nel modo esatto alle traduzioni di parole proposte sul sito, 20 chicchi di riso andranno – attraverso il World Food Program delle Nazioni Unite -  a chi è meno fortunato di noi, e sicuramente ora non ha nulla da festeggiare.
Si deve cliccare, indovinare cosa significa una parola inglese e andare avanti nel gioco: più si indovina, più le parole diventano difficili.
Al momento, sono stati donati 11,470,275,730 chicchi di riso. Una piccolissima parte è anche mia, che una decina di risposte le ho azzeccate, prima di sbagliare la parola wrecker (a proposito, che diavolo significa?).
Ma che importa, in fondo. Attraverso questo giochino c’è solo da guadagnare, in tutti i sensi.

(Freerice)


lunedì 24 dicembre 2007

Fango

Certo che l'ultima canzone di Jovanotti è davvero un piccolo capolavoro.
E poi dobbiamo dirlo: quando le parole ce le mette lui, tutti gli altri cantautori sfigurano sempre.

Io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
sotto un cielo di stelle e di satelliti
tra i colpevoli le vittime e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall'alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade son pericolose
ma l'unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori l'odore della città
il suono dei motorini il sapore della pizza
le lacrime di una mamma le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle vene
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l'unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l'appetito la sete l'evoluzione in atto
l'energia che si scatena in un contatto
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che nn sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
e mi fondo con il cielo e con il fango
e mi fondo con il cielo e con il fango.

sabato 22 dicembre 2007

Prepariamoci a combattere gli alieni

In Giappone, forse, alcuni esponenti del Governo hanno visto troppi cartoni animati giapponesi.
O troppe volte Independence Day.
Fatto sta che una cosa così non si era mai sentita.
Ve lo immaginate Prodi a dire lo stesso? Berlusconi no, lui è da sempre pronto a combattere contro una razza imbattibile di Ufo: i comunisti.

(Corriere)

venerdì 21 dicembre 2007

Solo gli stronzi usano parole volgari

Stanotte che non riesco a dormire, che mi affligge un po' il pensiero del futuro e che "vott' a passà" presto il 2007, mi sono imbattuto in questa pagina di Umberto Eco.
Una sua Bustina di Minerva sulle regole di una buona scrittura che mi ha davvero tirato su di morale.

Geniale.

(Mestiere di scrivere)

martedì 18 dicembre 2007

Bella la vita del neolaureato

Da bravo laureato, le ultime settimane le ho passate alla ricerca di un lavoro.
Ora il gioco si inizia a fare davvero duro. Ed io pensavo che la vita fossero tutti libri da studiare, corsi da seguire e sessioni d’esame da superare. Macché
C’è tutto un mondo fuori fatto di lavoro sottopagato, ma comunque inarrivabile e avvilente. Che mi aspettavo?
Quindi, come il Candide di Voltaire, con animo gioioso e ottimista mi sono recato non ad uno, ma a ben tre colloqui di lavoro. Uh, che bello.
Leggiucchiato qualcosa, sì. Pensavo in colloqui motivazionali. E poi valutavano titoli e colloqui, qualche speranza ce l’ho, mi son detto.
Sì, proprio così. Se ci fosse stato un limite d’età, forse. Dal momento che non vi era un simile sbarramento, mi son ritrovato a combattere con un mini-esercito di ultratrentenni, plurimasterizzati, probabilmente ancora a casa con mammà e sballottati tra un co.co.co. e un altro, senza progettualità né futuro.
Sempre quando il candidato non sembri avere né titoli né brilli particolarmente per intelligenza, ma conosce e saluta tutti all’interno della struttura. Vogliamo essere maliziosi? Naaaaa, anche se lo siamo, che ci entra in saccoccia?
Lotta impari. Partita senza storia. I colloqui fatti col sorriso sulle labbra, sono un’esperienza. Fallimentare, ma pur sempre un’esperienza.
Resta l’amarezza per un meccanismo ingiusto, per una realtà avvilente, per la solita realtà che, anche se hai solo annusato finora, hai compreso già alla perfezione.
Napoli, ti sto dando le ultime – ma proprio le ultime – possibilità.
Poi caccio le palle. Lo giuro. E prima ti mando affanculo, poi ti saluto.

lunedì 17 dicembre 2007

Taxi ipertecnologico

Guardatelo, il taxi ipertecnologico. Roba seria. Roba che solo a Parigi può essere presentata.
Perché a Napoli, dico, ve la immaginate?
Schermo da 20 pollici, Gps, telecamere di sorveglianza, connessioni d'ogni tipo e altro ancora, secondo me non durerebbero intere per più di un mese. Poi, o qualche rapina o qualcuno che rompe qualcosa e scappa via a gambe levate, come minimo.

(La Stampa)

Piccola parentesi gossippara

Cosa si può dire a Sarkozy? Cosa?
Il numero uno francese, dopo la separazione da Cecilia, ha scelto molto ma molto bene. Addirittura Carla Bruni, tra le donne più affascinanti del pianeta, che ha quarant'anni ma ne dimostra ancora venti.
Di contorno, una bella vicenda intricata che sembra una telenovela:
"Il capo dello Stato e la cantante si sarebbero conosciuti in una cena, a casa del famoso pubblicitario Jacques Séguéla, un tempo fedele di François Mitterrand. L'ex top model, originaria di una ricca famiglia piemontese e cresciuta a Parigi, aveva già dato materia ai settimanali scandalistici negli anni passati.
La Bruni si era infatti legata nel 2001 a Raphael Enthoven, che aveva incontrato mentre conviveva con il padre, il filosofo Jean-Paul Enthoven. Il giovane Enthoven, a sua volta aveva dovuto lasciare l'allora moglie, Justine Levy, figlia del filosofo Bernard Henri-Levy, la quale per vendicarsi aveva scritto un best-seller al vetriolo contro la cantante, "Rien de grave".
Al suo amore Raphael, la Bruni aveva dedicato una delle canzoni più famose del suo primo album, "Quelqu'un m'a dit". Poi la cantante era tornata single e aveva intitolato il suo ultimo album, "No Promises". A rendere ancora più intricata la telenovela di adesso, c'è da aggiungere l'ultimo pettegolezzo su Cécilia Ciganer-Albeniz, ex Sarkozy, vista più volte conversare in un noto albergo assieme al filosofo Bernard Henri-Levy. Nei prossimi giorni per i giornalisti francesi, un tempo abituati alla discrezione, tornerà l'antico dilemma: parlare o no della vita privata del presidente? Anche in questo caso, l'onnipresente Sarkozy sembra aver deciso di occupare la scena mediatica
".

Sì, va bene, siete potenti, politici e belli. Ma Dallas e Beautiful vi fanno un baffo.


(la Repubblica)

domenica 16 dicembre 2007

Cosa non vorrei da questo Natale

Si avvicina il Natale.
Ma non vorrei regalare candele natalizie a nessuno, né riceverne. Guanti e pantofole ne ho già abbastanza.
Non vorrei affannarmi alla ricerca di regali e pensierini, perché alla fine, davvero, sono altre le cose che contano (e non lo dico perché in tasca, mai come quest'anno, non c'è un euro).
Non vorrei ricevere scontate, banali email di auguri, o sms inoltrati automaticamente a tutti i contatti in rubrica. Metteteci un po' di cuore in più, adesso è Natale.
Non vorrei mangiare le insalate di rinforzo, dimenticare capitoni e cotechini. Due lenticchie a Capodanno sì, quelli son sempre soldi.
Vorrei bere del buon vino, sentire l'odore delle bucce di mandarino, lo scrocchiare della frutta secca a fine pasto.
Vorrei brindare con la persona che amo, abbracciare e fare gli auguri, da vicino, a tutte le persone a cui più tengo.

Telefonare agli zii d'America, dire "l'anno prossimo vengo da voi" e davvero andarci. Perché no?
Vorrei scoprire un Natale nuovo, un Natale speciale, lo ritroviamo - una buona volta - questo spirito perduto?
Il portafogli piange, fuori si gela e nei negozi sembrano tutti impazziti, dato che per strada ho visto dei pupazzetti che sembravano usciti dall'ovetto Kinder costare anche 10 euro.
Dai, quest'anno il Natale vorrei festeggiarlo in modo diverso. Io ci provo, provateci anche voi.
Ecco cosa vorrei da questo Natale.
Scrivere una lettera a lui, a Babbo Natale, con la gioia dei miei dieci anni. Sperando che quel che desidero riesca a passare attraverso il camino che non ho. Ma, ora che ci penso, a che servirebbe? Tutto quello che desideravo, quest'anno, già l'ho avuto.

sabato 15 dicembre 2007

Leonard Cohen nella Hall

Mai lettura e recensione furono più adatte di quella precedente.
Leonard Cohen è una delle new entry nella Rock Hall of Fame, insieme a Madonna.
Certo non aveva bisogno di questo riconoscimento per ottenere un credito maggiore come autore o cantante, ma è pur sempre un modo per rendere la sua musica ancora più eterna.
Anche se, sinceramente, basterebbe ascoltare Famous blue raincot per capire la sua grandezza.

(Reuters, Youtube)

venerdì 14 dicembre 2007

Il Gioco preferito, di Leonard Cohen



Il Gioco preferito di Leonard Cohen è un romanzo di ricordi, innanzitutto. E di esperienze.

Poi, è un inno alla giovinezza, all’amore, al sesso e alle donne.
E’ un libro che sembra una canzone, così come le sue canzoni, spesso, sembrano provenire da poesie o romanzi.
Un libro che parte quasi a bassa voce, per poi diventare quasi un grido all’amore impossibile, o all’impossibilità di trovare l’amore.
Il giovane canadese Lawrence Breavman, nato a Montreal, è senza dubbio l’alter ego di Cohen, amante delle donne e delle belle lettere. Ebreo, innamorato della scrittura, desideroso d’arte, affamato di lettere e di cultura.
Ma è anche un giovane disadattato, triste e confuso nel passaggio dall’adolescenza alla maturità.
Negli anni che lo separano dal diventare uomo, Breavman-Cohen crescerà con l’amico Krantz, perderà il padre, si separerà dalla madre.
Andrà a vivere a New York, coltivando varie esperienze e la sua, prorompente e innata, passione per la scrittura.
Poesie, schizzi, frammenti, idee. Versi per le donne, incontrate, conosciute, amate. Rime per i corpi femminili, accarezzati, annusati, posseduti.
Baci rubati, baci dati con passione. Notti e giorni intere trascorse in un letto in una stanza umida, che grazie all’amore può sembrare una reggia.
E così la sua vita, le vicende che segnano il suo ingresso nel mondo dei grandi, sono quasi una serie di piccoli racconti, tutti dotati di senso anche da soli: il suo rapporto con la madre, le riflessioni sull’ebraismo, la passione per l’ipnosi e i suoi “usi poco ortodossi”, la scoperta del sesso e dell’amore, l’incontro con Shell, suo unico amore. la passione per le altre donne, la vita a New York, il campeggio con Krantz, l’incontro con la morte, sono tutti episodi che è possibile separare ed apprezzare ugualmente.
Il libro uscì in America nel 1964 e in Italia nel 1975 per Longanesi, e consacrò Cohen come uno dei più promettenti scrittori canadesi. Era il suo esordio letterario (a parte precedenti libri di poesie), dopo il quale virò prepotentemente verso la musica, trasferendo la sua poetica e la sua visione del mondo all’interno delle canzoni, a partire dal 1967.
Il libro ha comunque molti richiami alla musica e alle canzoni, disseminate qua e là tra le pagine. Ed è come se le varie sequenze – quasi filmiche - che Cohen crea con le parole, siano spesso corredate da un sottofondo musicale. Alle volte jazz, qualche altra blues.
Un romanzo musicale, questo di Cohen, che fa della parola colta e ricercata una delle sue principali caratteristiche.
Un romanzo carico di amarezza, nostalgia e – perché no – un’ironia inaspettata che si coglie solo ad un livello più approfondito di lettura.
Un romanzo d’esordio che quasi si perde nella sterminata produzione poetica e musicale dell’artista canadese, ma che sorprende per la maturità di scrittura – Cohen lo scrive a ventott’anni – e l’eleganza stilistica.

Parola di mamma

Robbie Williams  sta una bellezza e tornerà con i Take That, mentre Eminem è depresso e non fa neanche più una telefonata a casa.
E se lo dicono le mamme, non possiamo non crederci


(Agi, Rockol)

giovedì 13 dicembre 2007

Sbloccato il blocco

Che sia stato revocato il blocco degli autotrasportatori, è davvero una manna dal cielo. Qui a Napoli tra un po' la gente sarebbe scesa a spaccare vetrine per nutrirsi, o con i tubi di gomma a rubare benzina dalla macchina del vicino.
Situazione tragica, drammatica. Ma questi qui hanno fatto capire che se si fermano loro, si blocca tutto in meno di 48 ore. Io, personalmente, non ci avevo mai pensato. Ora che ho il frigo vuoto e la macchina ferma sotto casa, me ne sono reso conto.
Purtroppo, per cedere ai loro ricatti,
il Governo ha dovuto fare tagli. Chi ci ha rimesso? Le tv locali, la Salerno-Reggio Calabria (che, a questo punto, una vera autostrada non lo diventerà mai), e la sicurezza stradale.
Comunque, girare per una Napoli con pochissimi ingorghi per il traffico anche alle sei di pomeriggio, sarà una scena che non rivedrò di certo molto presto.

(
la Repubblica)

sabato 8 dicembre 2007

Luttazzi sospeso

C’era da aspettarselo? Forse sì, Luttazzi non poteva durare nemmeno su La7. Non aveva alcun tipo di pelo sulla lingua, sparava a zero su tutto e tutti. All’inizio c’era piaciuto, nelle puntate successivo molto di meno.
Il problema era che, molte volte, non faceva ridere.
E questo, per chi fa satira di mestiere, non è certo un bene. Infatti, a voler essere sinceri, anche la frase incriminata, quella che ha provocato la nuova cacciata, tanto divertente non è:



Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema, penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti”. (Daniele Luttazzi)



Ma certamente non è stata la più offensiva, all'interno del programma.
Forse, non è sbagliato pensarlo, Luttazzi aveva alzato il tiro già da un po', da troppo, e quella dell'offesa a Giuliano Ferrara è stato soltanto il pretesto capitato al momento giusto.
Il suo programma è stato un ritorno gradito e importante, necessario. I suoi monologhi quasi sempre cattivi ma interessanti, e anche se il livello di comicità di Decameron ha avuto un picco discendente evidente, il fatto che il suo programma sia stato sospeso è certo un male per la libertà di opinione e di satira. Purtroppo, anche su la7, censura e limitazioni, per chi ha voglia di dire ciò che pensa, liberamente, senza aver paura che qualcuno dall'alto gli tappi la bocca.
Per rivederlo sullo schermo, chissà quanto dovremo aspettare ancora.


(la Repubblica)

Il regista che non ti aspetti



Ho degli scheletri nell'armadio che quasi mi vergono a tirar fuori. Come i miei ascolti musicali adolescenziali, tra i quali rientravano tranquillamente anche Linkin Park e Limp Bizkit. 
Sì sì, proprio il gruppo di Fred Durst, cantante ubriacone, erotomane, un po' imbolsito, che ha venduto milioni di dischi negli Usa e qui da noi ha vissuto qualche estate di notorietà sull'onda dei singoli.
Da almeno 3-4 anni non ne sentivo più parlare. Stamattina (non so perché, avrò mangiato pesante ieri sera) mi sono svegliato pensando a lui, ho digitato su google il suo nome e cosa ho scoperto? Che ha addirittura diretto un film, The Education of Charlie Banks, che ha entusiasmato critica e pubblico all'ultimo Tribeca Film Festival.
Paragonato, addirittura, a Martin Scorsese. Ed io che non gli avrei dato un euro in mano.

(Imdb, MTV)

mercoledì 5 dicembre 2007

Metroboom

Inaugurata la terza linea metropolitana di Napoli.
Date le premesse, credo non la prenderò mai.

(Corriere del Mezzogiorno)

martedì 4 dicembre 2007

Il post-laureato

Vita da post-laureato.
Giornate abbastanza vuote, ma tempo comunque poco.
Internet diventa un appiglio e una speranza per futuri lavori. In concreto, un miraggio.
Si sperimentano le potenzialita del social-network, si scrive un po' e si cerca di capire se questo si può fare per campare.
Si guardano foto, si leggono lettere che non si leggevano da un po', si ascolta parecchia buona musica. Addirittura non si chatta più da invisibile su Messenger. Di tanto in tanto, si cerca di riordinare e pulire una camera che sembra una delle stanze di Hostel.
La catasta di libri accumulata sul comodino tra un po' si assottiglierà.
Si sogna e si progetta, molto spesso lontano da qui. Fantasia e volontà non mancano.
Si mangia parecchio, si guarda la tv, a fasi alterne si cerca di mettere la parola fine ad un libro che mi trascino da due anni. Forse lo cancello, più lo rileggo più non mi piace.
Per il resto, si vivacchia e si bivacca. Bella la vita del post-laureato, prima che subentrino l'ansia, lo sconforto ed il terrore.

domenica 2 dicembre 2007

Federico II e Federica

Alla Federico II partono i corsi on line, con il progetto di e-learning Federica.
Il sito pare - dico pare - fatto bene, i contributi non sono ancora tantissimi, ma è un ottimo passo in avanti per la prima università del sud Italia, in un contesto che non brilla certo per innovazione e propensione alle nuove tecnologie.

(Unina, Federica)

Ingrid e la speranza della libertà

Oggi la Repubblica valeva la pena acquistarla soprattutto per l'articolo di Francesco Merlo e la lettera scritta da Ingrid Betancourt, dalla prigionia colombiana.
Una lettera che apre spiragli di speranza, dopo il video ritrovato, ma che non fa altro che confermare la ferocia delle FARC, che detengono la senatrice dal 2002.
Parole cariche d'amarezza e di sconforto, per una donna che da cinque anni ha perso la propria libertà, che vive "come una morta", unica prigioniera donna nel gruppo. Sopravvive "su un'amaca tesa fra due pali", non mangia, non può leggere nulla a parte la Bibbia. "Non ha più voglia di nulla", dice, e l'unica cosa che riesce a farla andare avanti è il ricordo e l'affetto dei propri cari.
Ringrazia la Francia, Chavez, ma non la Colombia, nè tanto meno il presidente Uribe.
"Bene Mamita, che Dio ci aiuti, ci guidi, ci dia la pazienza e ci protegga per sempre e addio", così conclude la lettera la Betancourt.
La situazione appare difficile, molto difficile, per questa donna a cui è stato portato via tutto, ed attende ancora che qualcuno faccia qualcosa per farle riottenere la libertà.
Ma come? Forse, con uno sforzo che veda impegnati Sarkozy, Chavez e Uribe verso un comune obiettivo, quello che ora appare ancora un miraggio sarà possibile.

(Wikipedia, Youtube)