giovedì 30 giugno 2005

Saldi estivi

Oggi, 30 giugno 2005, primo giorno di saldi estivi, sono andato in giro per negozi: in mattinata con la mia ragazza, il pomeriggio con mia madre. Anche se le previsioni per il commercio non sono delle più roseedi gente in giro ce n'è parecchia, eccome. Forse non per acquistare, ma un'occhiata alle vetrine e la prova di un paio di capi non se l'è fatta mancare nessuno. 
Ho camminato in lungo e in largo per via Roma, sono entrato e uscito milioni di volte da decine di negozi, ho sudato credo come mai in vita mia per comprare 3 camicie, 3 pantaloni e due magliette. E Telefono Blu ha indovinato in pieno la cifra che ho speso.
Sono miracolosamente tornato a casa, ma non chiedetemi come sia riuscito a sopravvivere ad un'esperienza a dir poco distruttiva, che di certo non dimenticherò tanto facilmente.


(Panorama, Corriere)

mercoledì 29 giugno 2005

Streakers

Ecco una bella moda di cui, sinceramente, non sentivamo affatto la necessità.
Soprattutto se si tratta di un elemento come
questo.
Incredibile. Cosa è capace di fare la gente per cinque, insulsi minuti di pseudo-notorietà.

Sudoku

Per me è un gioco stupido.
Lo trovo sulle pagine de "La Repubblica" e del "Corriere", ma lo trovo davvero stupido. Tutti quanti ne parlano con grande entusiamo, ma non riesce proprio a conquistarmi. Se proprio devo, preferisco le parole crociate.
Magari me ne appassionerò, un giorno, e mi vedrete sotto l'ombrellone a riempire di numeri quegli stupidi quadratini, mentre tutti gli altri sono a mare o a prendere il sole. Ma al momento, per me, continua ad essere un gioco stupido.


(Repubblica, Corriere)

martedì 28 giugno 2005

Via la Croce, meglio un cristallo

E' molto brutto da vedere, se lo si fissa intensamente dà quasi subito il mal di testa, come se si trattasse di un'illusione ottica, ma l'idea di cambiare il simbolo della Croce Rossa in un rombo, più neutrale e meno di parte, non può che trovarmi d'accordo.
Chissà come la prenderanno i vari iconolatri postmoderni, in un periodo storico nel quale religione, politica e società sono sempre più tristemente e pericolosamente invischiate tra loro. Prepariamoci ad aspri dibattiti.


(Panorama, Vita, via Rolli)

lunedì 27 giugno 2005

Il cacciatore

Appena letta la notizia ho collegato subito la vicenda agli Stati Uniti. Non so perchè, ma la vicenda di un folle che ammazza tre persone, infierisce sui cadaveri, ne ferisce nove e si barrica in casa mi sembrava tipicamente americana. Mi sembrava una di quelle folli storie che capitano spesso in America, o almeno nei film hollywodiani e dove l'omicida, dopo lunghe trattative, compie uno sbaglio e viene freddato da un cecchino ben piazzato su un grattacielo lontano.
Ma la storia, in questo caso, era molto più vicina a noi. Si trattava di una piccola vicenda di (stra)ordinaria follia che avveniva in un piccolo paesino del novarese, più precisamente a Bogogno, dove un malato di mente sparava contro l'ufficiale giudiziario e i carabinieri che erano giunti da lui nel primo pomeriggio per la notifica di un'ingiunzione di sfratto.
Erano venuti per fare il loro lavoro, e lui senza alcuna pietà gli ha scaricato addosso il suo fucile con il quale cacciava i cinghiali. C'è chi ha dichiarato che sembrava divertito.
La vita di un carabiniere e di un geometra libero professionista sono state cancellate così, per le rotelle fuori posto di un matto terrorizzato dallo sfratto. Famiglie distrutte. Una moglie non avrà più suo marito, una figlia non più suo padre. Due genitori anziani hanno perso il loro figlio. E che dire di quel motociclista, passato di lì per caso. Anche lui morto, senza nemmeno capire il perchè.

Nei film americani molto spesso il cattivo folle e omicida viene ammazzato. Qui, nella realtà, è stato preso dopo 9 ore grazie ad un blitz dei GIS, mezzo nudo e terrorizzato. Il cattivo non è stato freddato, in questo caso. E' ancora vivo e potrà essere processato. Giustizia sarà fatta, ce lo auguriamo tutti. Ma quei poveri uomini che ha brutalmente ucciso senza motivo nessuno potrà restiturli alle famiglie.
E vi assicuro che molte delle mie certezze in materia di giustizia e sulla possibilità o meno di uccidere un uomo che ha così orribilmente ucciso, solo per il piacere di vederlo morto, hanno vacillato, si sono annullate di schianto davanti alla cruda realtà di questi fatti, durante questo afoso pomeriggio di giugno.


(La Repubblica)

"Quando la guerra sarà finita, saremo troppo stanchi per goderci la vita".


(Jim Morrison)

La guerra infinita


E' di oggi la notizia del Sunday Times che conferma i colloqui segreti degli USA con i ribelli iracheni.
"Dopo avere tentato per due anni e mezzo di ignorarli, di sterminarli, di incarcerarli, di licenziarli come "residuati del regime negli ultimi spasmi dell'agonia", gli strateghi del sanguinoso pantano iracheno si sono rassegnati a incontrare quel "nemico inesistente" che ogni giorno si fa più forte e aggressivo sul territorio", scrive il quotidiano inglese.
Come ricorda Vittorio Zucconi nel suo articolo su Repubblica.it, la situazione della guerriglia irachena è tutt'altro che vicina ad una soluzione o a qualsiasi tipo di progresso, ed il caos è ormai senza più controllo. E precisa: "I mesi di maggio e giugno sono stati i più sanguinosi per gli americani in Iraq, dopo il gennaio della grande offensiva terroristica. Sessantanove caduti in azione bellica in maggio, 51 in giugno, contro una media di 33 nei mesi di febbraio, marzo e aprile, verso un totale che ormai ha superato i 1.700 soldati uccisi e 14 mila feriti".


La situazione è, senza mezzi termini, insostenibile e disumana, giorno dopo giorno più tesa, con decine di morti quotidiane soprattutto civili. Ormai si tratta di cifre apocalittiche. Che rendono l'Iraq simile se non peggiore rispetto al Vietnam di trent'anni fa.
Le trattative con i ribelli sono un primo passo verso la salvezza di un popolo martire e innocente. Che non deve più piangere decine di morti ogni giorno.
Avete fallito. Non avete esportato democrazia, ma soltanto morte. Ritirate, e ritiriamo, al più presto le nostre truppe da quell'inferno sulla Terra. E' necessario porre fine a quest'incubo che ormai dura da più di due anni. Per il bene di tutti, dei nostri soldati, ma soprattutto del popolo iracheno incolpevole vittima di quest'orrore.


(Sunday Times, Repubblica, Iraqbodycount)


Riscaldamento globale e innalzamento dei mari

Questo è il probabile futuro delle Maldive: scompariranno entro il prossimo secolo. E con esse, quasi sicuramente, numerose altre isole e città costiere. I pareri sono discordanti: tra chi dice in non più di quarant'anni, a causa del continuo riscaldamento della terra e del conseguente, inarrestabile innalzamento dei mari e chi non è molto convinto degli effetti devastanti che questi cambiamenti potranno avere sul pianeta, il problema resta, in ogni caso, da prendere in considerazione.
Sicuramente ai ricconi che ci vanno quest'estate in vacanza la cosa non interesserà più di tanto. Ma, per una volta, pensate non solo a voi stessi, ma anche ai vostri figli e nipoti. Pensate all'ambiente, al nostro ecosistema, al futuro del nostro pianeta.
Gli sconvolgimenti causati dall'effetto serra saranno, con ogni probabilità, gravissimi per tutti. Solo se ognuno di noi inizierà ad agire e a comportarsi con rispetto e intelligenza nei confronti dell'ambiente, e se i politici degli stati più importanti inizieranno ad attuare adeguate misure preventive, pensando al domani e non soltanto all'oggi, sarà possibile invertire la rotta ed evitare il collasso ambientale. Per il bene di noi tutti.


(Le scienze, Martines, My best life)

domenica 26 giugno 2005

Contro la pena di morte

Se la pena di morte è ancora in vigore in 58 paesi, se tutti questi stati, al giorno d'oggi, ancora uccidono in nome della giustizia in modo così barbaro e indecente, mi rifiuto di pensare che il nostro possa definirsi un mondo civile.
Una nota positiva è data dal fatto che aumentano gli stati abolizionisti e scendono le esecuzioni, come conferma il
Rapporto 2005 di Nessuno tocchi Caino. 5.476 condanne lo scorso anno: meno dell'anno precedente, ma sono sempre troppe.
Non ci sono differenze di cultura, di ordinamento sociale e politico o di democrazia: Cina, Iran, USA, Vietnam e tanti altri paesi continuano ad uccidere per i motivi più disparati e senza nessun rispetto per la vita umana.
Impiccagione, iniezioni letali, gas velenoso, sedia elettrica, fucilazione con plotone o con colpo alla nuca, ma anche lapidazione, decapitazione e crocifissione, senza risparmiare i minorenni (almeno 5 uccisi lo scorso anno). E' così che si uccide nella maggior parte di questi paesi. E se spesso si tratta di condanne per omicidio, alle volte,
in alcuni stati, si può essere uccisi addirittura per consumo di droghe, rinnegamento pubblico della religione, evasione delle tasse e blasfemia.
Fa rabbia pensare che tutto ciò possa ancora accadere nel 2005, ed è triste e avvilente che nessuno riesca a porre fine, una volta per tutte, ad un metodo così primitivo e brutale di applicare la giustizia.


(Nessuno tocchi Caino, Coalit, l'Unità)

venerdì 24 giugno 2005

"Il tempo dei miei film, anzi di tutti i film, è molto vicino a quello dei sogni. Mi sembra che tutto il cinema sia fatto della stessa materia dei sogni"



Bernardo Bertolucci 


giovedì 23 giugno 2005

In ricordo di De André

Beppe Grillo ricorda Fabrizio De André attraverso tre testi scritti dal cantautore genovese all'inizio degli anni Novanta.
Tre piccole osservazioni, tre ammonimenti profetici, tre documenti inediti di uno dei maggiori poeti della nostra epoca.

Globalizzazione, FMI, Recessione: tre argomenti mai come ora più attuali.
E' davvero affascinante leggere cosa ne pensasse, quasi quindici anni fa, una persona saggia e intelligente come lui, da sempre cantore dei deboli, dei poveri e degli indifesi contro i potenti e i tiranni presenti ovunque nella nostra società.

Ed è davvero triste pensare, subito dopo, quanto sia un po' più triste, brutto e malato il mondo, da quando ha perso una simile personalità.


(Beppe Grillo)

"Meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita"

Oscar Wilde

mercoledì 22 giugno 2005

La giustizia di Jacko

"Giustizia speciale per le celebrità", su www.internazionale.it, fa una rapida e completa panoramica dell'atteggiamento della stampa Usa sull'assoluzione di Jackson.
Quasi tutti i giornali sottolineano la reputazione rovinata e i pesanti debiti che caratterizzeranno il futuro della popstar e molti puntano l'accento sul diverso metro di giustizia adottato per le celebrità, da O. J. Simpson in poi.
Ma nessuno, dico nessuno si è mai chiesto se davvero tutte le accuse contro il cantante fossero fondate. E neanche un quotidiano nota che, ormai, accusare Jackson di molestie sessuali è il modo più facile e veloce, per le famiglie di mezza America, di guadagnare un mucchio di soldi
Le voci su Michael Jackson hanno fatto il giro del mondo più di una volta, ma nessuna famiglia ha mai  pensato: "Caspita, lascio andare mio figlio tra le braccia del mostro Jackson. Faccio dormire mio figlio con Jackson, faccio bene? Ma soprattutto: perchè non faccio restare mio figlio a casa con me? Perchè lo lascio andare nella tana del lupo, se so che è cosi feroce?" Perchè lasciarlo andare, dunque? Solo per guadagnare soldi, ovviamente.
Nessuno spende una parola a riguardo. Tutti a pensare a quanto sia stato fortunato, Jackson, ad essere una celebrità. Una celebrità prosciolta da ogni accusa, ma ancora vittima del proprio successo, della propria follia, delle violenze dal padre subite da bambino, della propria infanzia rubata dallo show business, di falsi amici, di sfruttatori e sciacalli, della chirurgia sfrenata che gli ha deturpato il corpo e il volto, e rovinato il cervello.
Si, Michael Jackson è proprio fortunato ad essere Michael Jackson. Provate a dirlo osservando una delle sue foto più recenti.


(Internazionale)

"Molti ammirano, pochi sanno".

Ippocrate

martedì 21 giugno 2005

Non sono un amante dei vari "Cafè do mar",  "Buddah bar" e compilation simili, non conosco bene la qualità generale di quel tipo di dischi, ma questo cd merita davvero di essere ascoltato.
Il sound originale e coinvolgente delle 18 tracce mixate dai Groove Armada invita proprio a battere il tempo con il piede e a dondolare la testa al ritmo di queste splendide canzoni che oscillano tra il chill-out, l'R&B, la black music e la tipica dance da club newyorchese alla moda.
Tra i vari remix di questo "Another late night" dei Groove Armada anche nomi illustri come Grace Jones, Al Green e Aretha Franklin, per una compilation di musica che non avrei mai pensato di apprezzare. Ma, ora che l'ho ascoltata, non posso fare altro che consigliarla a tutti gli amanti della buona musica.

Una rivoluzione possibile

"Il concetto di e-government ha cominciato a permeare anche il settore pubblico italiano, tradizionalmente refrattario all'innovazione. Ma non basta che ministeri ed enti locali si dotino di un sito web per portare la burocrazia nel XXI secolo. Trasporre le tecnologie informatiche su una macchina organizzativa obsoleta e farraginosa, strutturata ancora secondo principi ottocenteschi sortirà solo effetti limitati. Invece l’introduzione dell’Information Technology costituisce l’occasione storica per ripensare dalle fondamenta l’impianto organizzativo della pubblica amministrazione...".

Fabio Scacciavillani ci illustra le molteplici possibilità dello "Stato nell'era di internet". Uno scenario a dir poco entusiasmante, se solo si riuscisse a rivoluzionare davvero dalle fondamenta quel gigante lento e obsoleto rappresentato dalla burocrazia italiana.


Il testo integrale e' disponibile sul sito www.lavoce.info.

lunedì 20 giugno 2005

High Crimes


Lento, soporifero e terribilmente banale, "High Crimes" è un film di una noia mortale, che non riesce a coinvolgere o incuriosire lo spettatore neanche per un fotogramma.
E' una pellicola che si trascina barcollante e sonnacchiosa per più di due ore, con colpi di scena che non arrivano mai, dialoghi scontati e richiami vari a quasi tutti i film di un genere psico-thriller-militare ormai fin troppo inflazionato.
Ashley Judd sembra come sempre spaesata e ogni tanto fa l'isterica, Jim Caviezel ha prima un orribile taglio di capelli e poi è accusato dell'omicidio di 9 persone compiuto quando era un marine, Morgan Freeman fa la parte dell'avvocato ex ubriacone a cavallo di una moto e, dopo le solite peripezie viste e riviste, scopre il segreto e salva la fanciulla da una morte certa. E tutti viranno felici e contenti


Un solo consiglio: non sprecate due ore del vostro tempo per vedere una simile accozzaglia di luoghi comuni cinematografici sorretti da una pseudosceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, a meno che voi uomini non siate estimatori di simili orrori da noleggio o, voi donne, del fisico e degli occhi di Jim Caviezel.

"Gli uomini sono sempre contro la ragione, quando la ragione è contro di loro".

Claude-Adrien Helvetius


sabato 18 giugno 2005

Il «discorso» dei capelli, di Pier Paolo Pasolini

"Cosa dicevano, col linguaggio inarticolato consistente nel segno monolitico dei capelli, i capelloni del '66-67?
Dicevano questo: «La civiltà consumistica ci ha nauseati. Noi protestiamo in modo radicale. Creiamo un anticorpo a tale civiltà, attraverso il rifiuto […] il linguaggio di quei capelli, anche se ineffabilmente, esprimeva «cose» di Sinistra. Magari della Nuova Sinistra, nata dentro l’universo borghese […] Venne il 1968. I capelloni furono assorbiti dal Movimento Studentesco; sventolarono con le bandiere rosse sulle barricate. Il loro linguaggio esprimeva sempre più «cose» di Sinistra.
Nel 1969 – con la Strage di Milano, la Mafia, gli emissari dei colonnelli greci, la complicità dei Ministri, la trama nera, i provocatori – i capelloni si erano enormemente diffusi: benché non fossero ancora numericamente la maggioranza, lo erano però per il peso ideologico che essi avevano assunto […] ora i capelloni non erano più silenziosi. […] la presenza fisica dei capelli era, in certo modo, declassata a funzione distintiva. […] insomma capii che il linguaggio dei capelli lunghi non esprimeva più «cose» di sinistra, ma esprimeva qualcosa di equivoco, Destra-Sinistra, che rendeva possibile la presenza di provocatori. […] Destra e Sinistra si sono fisicamente fuse.
Siamo arrivati al 1972. […] Il ciclo si è compiuto. La sottocultura al potere ha assorbito la sottocultura all’opposizione e l’ha fatta propria: con diabolica abilità ne ha fatto pazientemente una moda… […]
Ora i capelli lunghi dicono, nel loro inarticolato e ossesso linguaggio di segni non verbali, nella loro teppistica iconicità, le «cose» della televisione o delle réclames  dei prodotti, dove è ormai assolutamente inconcepibile prevedere un giovane che non abbia i capelli lunghi: fatto che, oggi, sarebbe scandaloso per il potere. […] È  giunto il momento di dire ai giovani che il loro modo di acconciarsi è orribile, perché servile e volgare. Anzi, è giunto il momento che essi stessi se ne accorgano, e si liberino da questa loro ansia colpevole di attenersi all’ordine degradante dell’orda”.

Pier Paolo Pasolini, “Il «discorso» dei capelli”, «Corriere della Sera», 7 gennaio 1973.

giovedì 16 giugno 2005

Elogio della biblioteca

E' solo nella tranquillità di una biblioteca che riesco davvero a dare il meglio di me. Nello studio, ovviamente. E' solo nel silenzio più totale, circondato da scaffali pieni di libri - spesso impolverati e lasciati ad ammufire, e me ne rammarico - che riesco veramente a trovare la giusta concentrazione, e a metabolizzare a pieno ciò che leggo.


Da sempre affascinato da quest'ambiente - sarà stata l'appassionata lettura de "La biblioteca di Babele" del Maestro J. L. Borges, chissà - adoro passare intere giornate con la testa sui miei libri, innanzitutto, ma con la possibilità, quando e se ne ho bisogno, di consultare uno dei tanti volumi che quasi sembrano osservarmi, mentre riposano su quelle librerie. Una comodità senza paragoni, che mi permette, ogni volta, di approfondire ulteriormente la mia conoscenza su un determinato argomento.
Una sorta di ipertesto manuale, insomma, più lento e difficile da consultare, certo - purtroppo non ho la possibilità di cliccare il links, ma devo prima consultare il catalogo e poi aspettare che il libro sia disponibile per la consultazione - ma incredibilmente appagante.
E quando non trascorro le mie giornate nella splendida Biblioteca Nazionale di Napoli - bella si, ma distante da casa - e mi ritrovo nella piccola, polverosa e semiabbandonata Biblioteca comunale "Caccioppoli", a pochi passi da casa mia, non devo neanche fare questa trafila, essendo molti meno volumi (forse 14.000, non vorrei sbagliarmi) ma più agevoli da prendere, sfogliare e rimettere a posto.


Un posto interessante e soprattutto conveniente, per chi come me, a casa, non riesce a stare sui libri per più di mezz'ora. In biblioteca, invece, solo una pausa sigaretta ogni tanto - non mi odiate per questo - e poi ore e ore dedicate unicamente allo studio. Credo di dover ringraziare l'atmosfera rilassata e amichevole che si respira all'interno di questa sconosciuta struttura e chi ci lavora, con più o meno passione, esperti catalogatori o semplici impiegati che sembrano trovarsi lì quasi per caso. Certo, alle volte il clima diventa fin troppo goliardico e rumoroso, e solo con molta fatica si riesce ad ottenere un grado accettabile di silenzio, ma non posso non essere grato a questa biblioteca e a quei simpatici dipendenti, se ogni tanto riesco a studiare come si deve, dare con regolarità i miei esami e sono in grado, faticosamente, di accrescere il mio pur sempre minimo bagaglio di conoscenze.

mercoledì 15 giugno 2005

Voglia de lavorà saltame addosso...

Data la denuncia e la contravvenzione questo episodio è diventato argomento di cronaca. Ma mica è la priva volta, nella nostra splendida città: il paese della pizza, del sole, del mare e della gente che non ne vuole proprio sapere di lavorare.


Una volta è capitato anche a me: ero solo io nel pullmann, il conducente si fermò, mi chiese se volessi qualcosa da bere e andò al bar a prendere un caffè.
E' da queste piccole cose che si comprende come la nostra città non potrà mai cambiare. Si potranno costruire metropolitane, grattacieli, creare milioni di posti di lavoro, fare di tutto e ancora di più. Ma nessuno riuscirà mai a cambiare la mentalità menefreghista e gli atteggiamenti incivili di gran parte dei napoletani.


(Repubblica)

martedì 14 giugno 2005

Onomastico speciale

Ieri è stato il mio onomastico. Moltissimi gli auguri ricevuti, telefonate, sms, e.mail, addirittura un messaggio vocale sul telefono di casa. Manco fossi una star del cinema. 
Tra le altre cose, ho ricevuto anche un paio di regali molto interessanti, su tutti
questo libro e questo dvd.
Credo non si possa volere di più da un semplice onomastico.


(Internet book shop, Dvd Essential)

Ascolti


Radiohead - Hail To The Thief


There There


In pitch dark i go walking in your landscape.
broken branches trip me as i speak.
just because you feel it doesnt mean it's there.
just because you feel it doesnt mean it's there.

there's always a siren
singing you to shipwreck.
(don't reach out, don't reach out)
steer away from these rocks
we'd be a walking disaster.
(don't reach out, don't reach out)

just because you feel it doesn't mean it's there.
(there's someone on your shoulder)
just because you feel it doesn't mean it's there.
(there's someone on your shoulder)

there there

why so green and lonely?
heaven sent you to me.

we are accidents
waiting waiting to happen.

we are accidents
waiting waiting to happen.

lunedì 13 giugno 2005

Fiuuu...

Fortunatamente, ho rifiutato di fare il presidente di seggio per surroga durante questi referendum.
Con
l'aria che tirava, mi sa che ho fatto bene a starmene a casa. Sapete com'è, alla mia mascella ci tengo ancora.


(Ansa)

Hero

Stasera ho visto "Hero", di Zhang Yimou.
Non so ancora se si tratta di uno splendido affresco dai colori sgargianti, un affascinante quadro in movimento, un magico caleidoscopio di suoni-gesti-immagini o semplicemente una pellicola dal forte impatto visivo ma povera di contenuti.
Certo è che il cinema orientale necessita di una cultura, di strumenti e di un occhio particolare per essere compreso e gustato fino in fondo.
E sicuramente devo ancora metabolizzarlo. Se riesco a sbrogliare questa matassa, magari vi farò sapere qualcosa di più preciso.


(Lankelot)

Il referendum inesistente

Non ho voglia di perdermi in tanti giri di parole. Questo referendum ha confermato in pieno l'arretratezza politica, civile e culturale del popolo italiano, da Nord a Sud, nessuno escluso, con un particolare riferimento al meridione, ovviamente.
Affluenza bassissima alle urne, seggi deserti, non so cosa abbiano preferito fare gli italiani, se andare a mare o semplicemente non alzare il culo dalle proprie poltrone, ma questo testimonia l'ignoranza, la pigrizia, la manipolabilità e la mancanza di senso civico e responsabilità dell'italiano medio.


E' solo durante il referendum che possiamo davvero esprimere la nostra opinione, che chiunque può decidere in prima persona cosa vuole e perchè, ma la mancanza del quorum impedirà ancora una volta ai cittadini di avere un peso politico.
Il fatto è che siamo un popolo di indifferenti, strafottenti, menefreghisti, arruffoni, civilmente sottosviluppati, e quando siamo chiamati in causa per modificare una legge barbara e primitiva non sappiamo fare altro che rintanarci in uno sciocco astensionismo. Ore e ore passate davanti i video a sorbirci opinioni di ogni tipo, inviti ad andare democraticamente a votare, non sono servite: ha prevalso l'astensionismo eterodiretto, furbo e subdolo, che ci fa regredire allo stato di massa amorfa e passiva, incapace di formarsi un'opinione e manifestarla con il voto, e ben lontana da un grado accettabile di responsabilità civile e democratica.

domenica 12 giugno 2005

"Giustizia non esiste là dove non vi è libertà".

Luigi Einaudi

Ascolti


Fabrizio De Andrè - Fabrizio De André


Quello Che Non Ho

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è un segreto in banca
quello che non ho sono le tue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho è di farla franca
quello che non ho è quel che non mi manca
quello che non ho sono le tue parole
per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole.

Quello che non ho è un orologio avanti
per correre più in fretta e avervi più distanti
quello che non ho è un treno arrugginito
che mi riporti indietro da dove sono partito.

Quello che non ho sono i tuoi denti d'oro
quello che non ho è un pranzo di lavoro
quello che non ho è questa prateria
per correre più forte della malinconia.

Quello che non ho sono le mani in pasta
quello che non ho è un indirizzo in tasca
quello che non ho sei tu dalla mia parte
quello che non ho è di fregarti a carte.

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è di farla franca
quello che non ho sono le sue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho...

mercoledì 8 giugno 2005

Tanti auguri a me

Tra impegni universitari, esami e scadenze da rispettare avevo dimenticato che il mio blog ha appena compiuto un anno.


BUON COMPLEANNO, BLOG!

martedì 7 giugno 2005

Solo una boccata d'aria

Torno a respirare, finalmente, dopo una settimana sommerso dai libri e dallo studio. Ma è solo per un breve appello, un invito, che mi auguro riesca a spronare i pigri, i confusi, gli svogliati, gli indecisi e i dubbiosi ad alzarsi dalla poltrona, domenica 12 o lunedì 13 giugno, ed andare a votare per i referendum parzialmente abrogativi della legge 40 sulla fecondazione assistita.
Il mio non è uno spot a favore di una o dell'altra parte, non mi sento in grado nè ho la voglia di spingere o convincere nessuno al voto, anche se la mia decisione, dopo uno studio attento delle varie questioni,
l'ho già presa. Il mio è soprattutto un invito ad andare a votare, a non lasciarsi suggestionare dai richiami astensionisti che giungono da più parti, ed esercitare un diritto al voto troppo spesso, di questi tempi, sottovalutato e minimizzato.
E' un invito che faccio, ad ogni singolo cittadino, a prendersi le proprie responsabilità e far valere la propria opinione, durante un referendum durante il quale tutti noi saremo chiamati, in prima persona, a compiere una scelta estremamente complessa e importante per la nostra vita futura. Ci viene chiesto di esprimere la nostra opinione, di votare ed affermare il nostro pensiero e le nostre convinzioni.
Facciamolo, non lasciamoci sfuggire questa occasione, per una volta non dobbiamo delegare a nessun politicante o incantatore di folle il compito di decidere per noi. Esercitiamo il nostro diritto, facciamo sentire la nostra voce, non ascoltiamo senza riflettere ciò che ci offrono i mass media ma cerchiamo soprattutto di costruirci un'opinione solida e coerente sull'argomento, attraverso l'analisi minuziosa e costruttiva della delicata questione. Io lo farò, anzi, già l'ho fatto. Fatelo anche voi, e andate a votare per il referendum parzialmente abrogativi della legge 40 sulla procreazione assistita. E' una questione di estrema importanza, non dimenticatelo.


(Parlamento, Comitato per il SI)