domenica 26 maggio 2013

Il grande Gatsby di Luhrmann, secondo me



La prima cosa che ho da dire sul Grande Gatsby di Luhrmann è che credo sia impossibile trovare una recensione che non azzardi paragoni con il libro di F.S. Fitzgerald (e che ci spieghi la trama del breve romanzo dello scrittore, come se ce ne fosse bisogno). Capisco bene che stiamo parlando di una delle opere più significative del romanzo americano del ventesimo secolo, ma discutere della fedeltà all'opera narrativa, della coerenza con il tono del romanzo e di altre cose simili credo sia, sinceramente, una questione secondaria.

I libri sono i libri, i film sono i film. Ho amato Il Padrino di Mario Puzo, come ho amato per altre ragioni i primi due film di F.F. Coppola, che erano totalmente diversi. Un altro esempio? Non è un paese per vecchi (libro) ha toni totalmente diversi dal film dei Cohen, ma se qualcuno mi viene a chiedere "meglio il libro o il film" rischia grosso, perché credo sia una domanda che non merita risposta. E così vale per decine di casi simili.

Dico io: prendiamo allora il film di Luhrmann per quello che è, senza fare sterili paragoni con il romanzo. Qual è il mio giudizio? Un film maestoso e coraggiosamente pop, con una prima parte travolgente per scenografie e costumi (sfido chiunque a non emozionarsi durante la scena della festa; e non è adorabile la scena dell'incontro con Daisy, nella villetta stracolma di fiori?), e una seconda cupa e commovente. Gli attori sono in parte, la colonna sonora è una bomba, l'effetto complessivo - sia in sala, che fuori - è quello di un'esplosione di colori e suoni, una sbornia che neanche le feste di Gatsby nella sua villa riuscivano a ricreare.

Ripercorrere pedissequamente nel 2013 il capolavoro di F.S. Fitzgerald non avrebbe avuto senso, siamo seri. Prendere un'opera importantissima, coglierne l'essenza rivoltarla come un calzino, e farne un kolossal patinato, sfavillante, colorato e moderno, a mio parere, sì. Non rispecchia fedelmente le atmosfere del libro, l'inquietudine e il dramma del romanzo? Ce ne faremo una ragione, perché quella luce verde al di là della baia che ci ha fatto emozionare sulla pagina, c'è riuscita anche sul grande schermo.