lunedì 28 novembre 2005

Il coraggio di Zoro

Questa è la bella immagine che il calcio italiano dà all'estero.
Come al solito: l'ennesimo episodio di razzismo sui campi italiani. Ma anche senza far riferimento a ciò che riportano i giornali stranieri, ciò che è accaduto dovrebbe far vergognare l'intero mondo calcistico e far riflettere, ancora una volta, sul grave problema del razzismo negli stadi.
Questo è solo l’ultimo di una lunga serie, che ha visto nel corso degli anni accumularsi piccole e grandi offese nei confronti dei giocatori di colore. Solo poco tempo fa, in una serie minore, fu addirittura
l’arbitro ad insultare il capitano della Lecchese con offese razziste.
Ieri è toccato a Zoro, difensore del Messina, subire minuti e minuti di ignobili “buu” da parte della vergognosa e spregevole tifoseria interista. Ma questa volta il giocatore non ha resistito, non ce l’ha fatta più a sopportare simili attacchi gratuiti al colore della propria pelle: ha preso il pallone tra le mani e ha bloccato la partita, visto che l’arbitro e il quarto uomo non facevano nulla per porre fine a quella barbara manifestazione. Lo potevano e lo dovevano fare, gli arbitri della partita di ieri, sospendendo la partita, come previsto anche dal regolamento. In Spagna e in Olanda è già successo, ma da noi, si sa, gli esempi positivi tardano sempre ad essere imitati.
Meglio far finta di non sentire, forse avranno pensato. Così Zoro si è visto costretto a farsi giustizia da solo, e soltanto l’intervento dei compagni di squadra e di alcuni giocatori interisti lo hanno convinto a tornare in campo.
La partita è ripresa, ed è finita 2 a 1 per l’Inter. La squadra nerazzurra ha vinto, rimanendo agganciata ai piani alti della classifica, ma la sua tifoseria ha nettamente perso una partita ben più importante: quella della civiltà.


(Guardian, Kataweb, Stranierinitalia, Raulken)

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