mercoledì 6 febbraio 2008

Panebianco sulla campagna elettorale

La cosa più interessante sulla campagna elettorale che ci attende l'ho letta sul Corriere della Sera, a firma di Angelo Panebianco.
Sottolineo soprattutto questo passo:
"Il clima delle campagne elettorali condiziona le vicende del dopo-elezioni. Una campagna dura ma senza demonizzazioni renderebbe più facile instaurare condizioni di cooperazione su temi importanti fra la futura maggioranza e la futura opposizione. Ma è realistico credere alla possibilità di una campagna elettorale siffatta? Vi si oppone la nostra tradizione. Vi si oppone il fatto che la demonizzazione dell'avversario è in questo Paese per tanti un mestiere, un'attività politico-economica da cui dipendono remunerazioni, status, carriere. Vi si oppone il fatto che, da noi, molti, e non solo politici di professione, sembrano identificare interamente la politica e l'agire politico con l'invettiva (è sempre stato così ma da Mani Pulite in poi questo fenomeno si è grandemente accentuato): se lo spazio per l'invettiva si riducesse tutti costoro penserebbero di essere stati defraudati del loro «ruolo politico». Vi si oppone il fatto che negli stessi partiti di Veltroni e Berlusconi abitano tantissimi che diventerebbero afoni se la delegittimazione dell'avversario perdesse il peso determinante fin qui avuto.


Probabilmente, sarebbe necessario un forte ricambio del personale parlamentare, forze fresche disposte ad adottare uno stile più pacato e propositivo. E occorrerebbe la capacità dei leader di resistere alle pressioni di molti gruppi esterni: quei gruppi che vogliono una politica debole e delegittimata e sanno che un clima da guerra civile ne è la migliore garanzia".

(Corriere della Sera)

1 commento:

  1. Mi colpisce soprattutto l'acutezza e il coraggio del "Probabilmente".

    Per fortuna che abbiamo i giornalisti a difenderci e intravedere delle soluzioni inimmaginabili...

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