martedì 1 maggio 2007

Pro Rivera

Poche storie: il concerto di questo primo maggio è stato davvero bello.
Casino Royale, Enzo Avitabile, Avion Travel e Mauro Pagani accompagnato da Sarcina e Agnelli sono stati davvero degli ottimi momenti musicali, finora. Parere personale. Gli Afterhours, poi, come sempre di un altro pianeta.
Ma non voglio perdermi in chiacchiere sui protagonisti musicali. Vorrei invece soffermarmi sulla piccola polemica che si è scatenata a latere della manifestazione.
Protagonista Andrea Rivera, noto soprattutto per essere il citofonista del programma di Serena Dandini, ma anche comico intelligente dalle battute poco politically correct. Infatti, in apertura di concerto, ne ha dette un paio che hanno fatto innervosire un po' tutti. E quando mai. Vietato toccare la religione o la chiesa, altrimenti si scatena un putiferio.
"Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta". E poi:  "Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E' giusto così, assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sla, ma c'erano due ladroni".
Per queste due battute, il finimondo. Critiche da tutte le parti, soprattutto dai sindacati, dimostratisi ovviamente sempre più succubi di una chiesa che, anche quando non interviene in prima persona, è sempre più vincolante e presente in tutte le questioni pubbliche che non le competono.
"Dichiarazioni molto stupide". "Frasi del tutto inopportune", hanno detto i sindacati. Ma pensassero alle loro, di frasi stupide e inutili. Senza chinare il capo, scodinzolare rivolti verso il Vaticano e mostrarsi così fintamente moralisti e bigotti.
Pensassero al vero e principale messaggio alla base di questo primo maggio: basta morti bianche, basta incidenti sul lavoro, basta stragi nei cantieri, basta con tutto questo.
Altro che Chiesa, altro che critiche ad un giovane che, su quel palco, ha detto la sacrosanta verità. Vergogna.


(la Repubblica)

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