martedì 8 maggio 2007

Moltheni, Toilette Memoria



Cantautore sfortunato, Umberto Giardini, in arte Moltheni. Sempre giudicato come clone d’altri artisti, prima troppo influenzato dalla cantantessa Consoli e dopo troppo simile a Manuel Agnelli. Beh, non è affatto vero. E il cantante marchigiano trapiantato a Bologna, con il suo Toilette Memoria, lo conferma.
Il suo quarto lavoro, infatti, è un disco maturo, intimo, che cresce dentro ascolto dopo ascolto. Solo così, infatti, è possibile farsi travolgere dalle molteplici anime di questo disco.
Il suono, per certi versi, si lega al precedente Splendore Terrore, ma lo arricchisce di venature pop e sonorità più distese e avvolgenti.
C’è molta più roba, in questo disco: c’è il singolo orecchiabile (L’età migliore), il rock-pop divertente (
Minerva), il pianoforte minimale e drammatico (Nel futuro potere del legno). C’è la melodia delicata ed il testo sofferto (Io), la ballata carica d’energia (Eternamente, nell’illusione di te), il dolore e la catarsi (Bufalo), il grido viscerale e disperato (Nella mia bocca).  C’è Franco Battiato (Sta per succedermi qualcosa), i fratelli Ferrari dei Verdena (Cavalli sciolti del Nord) e Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi.
Il bel pezzi strumentali (Deserto Biondo) e altre piccole gemme prezione (L’alba, la notte e l’inverno, L’amore d’alloro), completano il tutto.
Notevoli i testi, ma a questo il caro Umberto già ci aveva abituato.
Tredici canzoni che lasciano il segno, e che sono quanto di meglio il rock italiano c’abbia regalato negli ultimi anni.


Qui il sito dell'artista, qui il myspace.
E una serie di video youtubati che è impossibile perdere

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