sabato 18 novembre 2006

Il viaggio

Anche se non mi sono fatto vivo prima, sono tornato a Napoli da ormai due giorni.
Il viaggio a zonzo per l’Europa, tra la Germania orientale (Dresda) e il sud della Spagna (Siviglia) è andato a gonfie vele.
E non sarebbe potuto essere diversamente.
Ho visto prima una città grande e malinconica, col vento freddo che ti tagliava la faccia, strade enormi ed un’aria che sapeva ancora, se ti sforzavi a sentirla, del recente passato della DDR, nonostante le decine di centri commerciali e le vetrine dei negozi più alla moda a confonderti le idee.
Una città che regala angoli suggestivi e splendidi palazzi, una chiesa distrutta dai bombardamenti e ricostruita ricordando quella tragedia, con i mattoni bianchi – nuovi – e neri – vecchi – accostati in un mosaico che ti lascia incantato, un po’ terrorizzato, a riflettere.
Una città a misura di universitario, in ogni caso, pensata soprattutto per gli studenti che, da molte parti d’Europa, ogni anno finiscono per studiare lì.
Rigida e affascinante, riscaldata però dalla esuberante compagnia della nostra ospite.
Dopo un volo di quasi tre ore, eccomi a Siviglia: all’altro capo dell’Europa, o quasi, a girare a mezze maniche durante il giorno perdendomi tra le stradine e la gente della caliente Andalusia.
Una città sventrata dai lavori in corso, questo è stato davvero un peccato, perché in molte delle piazze più belle c’erano enormi cantieri per la costruzione della metropolitana.
Una città viva, pulsante, caotica, per molti versi simile alla nostra Napoli, per molti altri molto più vivibile e accogliente.
Una città che si ricorda soprattutto per la Giralda da 34 rampe e la cattedrale, ma che è fatta anche di scorci emozionanti, vicoli dimenticati, facce sorridenti ed uno spagnolo parlato che, se anche ti sforzi, davvero non lo capisci.
Una settimana lì è stata frenetica: giri per la città, party notturni e sveglia tardi, per poi ricominciare daccapo.
Con un padrone di casa davvero eccezionale: se ci penso ancora ora mi viene da ridere, grazie davvero.
Poi, perché ci piace viaggiar comodi, abbiamo impiegato solo 24 ore per tornare da Siviglia a Napoli: autobus, notte in aeroporto, volo per Milano, autobus fino alla stazione centrale, treno e dopo quasi un giorno ho rimesso piede a casa.
Direi che mi è bastata, ora ho soltanto bisogno di un’altra settimana di riposo a casa.

4 commenti:

  1. Come ti capisco! Io sono tornata dopo una settimana passata in Belgio e in Olanda e ancora non mi sono ripresa ^___^

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  2. anch'io voglio fare un viaggetto!
    della spagna ho visto solo barcellona....devo dire che anche questa città è molto simile alla nostra Napoli...ma con le dovute differenze of course....*ahh*

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