sabato 1 luglio 2006

Il mio quarto di finale

Allora: ieri, e lo ricordo per chi avesse vissuto in una buca sotto terra a centinaia di metri di profondità con i tappi nelle orecchie, l’Italia si è qualificata per le semifinali della coppa del Mondo.
Un 3 a 0 senza storia con il quale la squdra di Marcello Lippi ha annientato l’Ucraina.
Gol apripista di Zambrotta, doppietta di Toni, e la nazionale di Sheva è tornata a casa con la coda tra le gambe.
Ma non voglio parlare di questo, basta leggere un qualsiasi giornale per saperlo.
Voglio raccontarvi quello che ho visto qui a Napoli, i festeggiamenti che i napoletani hanno riservato a questo passaggio di turno. Sempre se, con le parole, riuscirò a spiegarvi quel che ho visto, ieri sera.
Sono a casa di amici al corso Garibaldi, dalle parti della stazione centrale.


Una strada già addobbata a festa prima della vittoria. Manca mezz'ora all'inizio. In lontananza, già si sentono esplosioni e fuochi d’artificio: forse c’è gia chi si esercita immaginando il risultato favorevole.
Al primo gol, subito il putiferio: bombe carta che scoppiano sotto casa, ci affacciamo per vedere se le auto sono integre.
Le trombette risuonano in ogni dove, bandiere sventolano tra fuochi d’artificio e bambini che battono i coperchi delle pentole usandoli come piatti.
Si soffre durante il primo tempo, poi l’intervallo. Altre esplosioni, si prende il caffè, i motorini sfrecciano per le strade per andare chissà dove, con la solita colonna sonora di clacson e fischi.
Secondo tempo: uno-due micidiale dell’Italia, e il corso Garibaldi quasi salta per aria per la gioia. Non scherzo, sembrava il terremoto: neanche a capodanno ho visto fuochi d’artificio così.
Ci avviciniamo alla fine della partita. Al termine, l’inferno. O il paradiso, dipende dai punti di vista: uno spettacolo che non bastano le parole per descriverlo.
Una quantità indefinita di motorini spuntati da decine di vicoli: 2, 3 alle volte anche 3 persone con un bimbo piccolo, sui motorini a festeggiare, a urlare, a fare cose incredibil.
Motociclette, trombe, bandiere sventolanti, grida, clacson che hanno suonato ininterrottamente almeno per due ore.
Ancora fuochi d’artificio – ma quanti, non avete idea -, e gli immancabili annunci funerari che segnalano la morte dell’Ucraina. Splendidi.
Allora, tutti in auto a festeggiare: bandiere e trombetta alla mano, mi lascio trascinare in questo casotto, nonostante avessi già la palpebra calata.
Strombazzate varie, nel traffico a passo d’uomo, con motorini che spuntano da tutte le parti: gridi, ti cali nella folla, nell’atmosfera, sudi perché il caldo è insopportabile. Ti guardi intorno e vedi ragazzi a torso nudo che usano la bandiera dell’Italia come mantello, parrucche tricolori, bandiere di dimensioni spropositate, automobili addobbate a festa, furgoncini dipinti con i colori della nazionale.
Le ragazze napoletane, truccate in volto, ridono e si scatenano. Sono bellissime.
Senti clacson musicali, l’inno di Mameli a tutto volume, ridi perché attorno a te ridono tutti.
Arrivati su via Caracciolo, il traffico si ferma. O meglio, si fermano tutti e scendono dalle macchine per cantare e festeggiare. Cantano a squarciagola, e siamo quasi alla mezza.
La festa con le automobili ferme per strada continua almeno fino all’una. E’ una festa incredibile, e siamo appena in semifinale.
Ovviamente, il rovescio della medaglia è testimoniato dai numerosi atti vandalici da parte dei soliti teppisti, che non hanno mai ben chiaro il limite che divide festeggiamenti da vandalismo. Bestie.
Pullmann devastati, risse, arresti, hanno coronato la nottata e confermato come il popolo napoletano sia tanto amabile per certi versi, tanto incivile e sgradevole per altri. Che peccato
Ci vediamo in semifinale, allora. Sperando che mi ritorni la voce e che finiscano di fischiarmi le orecchie.

1 commento:

  1. anche da me si è festeggiato... certo che a legger quello che avete combinato, noi siamo proprio dei dilettanti :D

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