venerdì 8 aprile 2005

Mattoncini colorati, calciatori e bulloni

Fin quando si trattava del declino del "Meccano", potevo dispiacermi, ma la cosa non mi toccava più di tanto: quelle costruzioni di ferro e quei piccoli bulloni non mi avevano mai appassionato e le trovavo fin troppo difficili da montare.


Ma quando mi hanno soppresso anche il "Subbuteo", allora ho iniziato ad innervosirmi sul serio: quelle piccole squadre di piccoli omini hanno reso più felici i pomeriggi della mia infanzia. Avevamo anche la tavola di comprensato da portare a casa degli amici, con il panno verde attaccato sopra con le punesse, il segnagol e una serie di 12-15 squadre diverse (io sempre la Juve o la Samp, senza speranza per gli avversari). Quando la Hasbro ha chiuso i battenti, annunciando la fine della produzione, mi sono reso conto di appartenere ad un'altra generazione, che nulla poteva fare per arrestare la marcia trionfale delle Playstation e dei joypad.


Ora che anche il "Lego" è in piena crisi, attraversa l'anno più nero della sua storia, ed è costretto ad inventarsi parchi a temi e mattoncini tecnologici per restare al passo con i giochi della nuova generazione, mi accorgo che i tempi sono davvero cambiati e che difficilmente potrò ancora vedere un bambino costruire case e mondi colorati con quei piccoli mattoncini, far parlare e vivere quegli omini gialli e passare ore e ore seduto per terra a viaggiare con la fantasia, proprio come facevo io. 


(Repubblica)

2 commenti:

  1. I bimbi voglio solo cellulari e altre padele per il cervello, niente legno niente ingegno.
    BB

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  2. I bimbi voglio solo cellulari e altre padele per il cervello, niente legno niente ingegno.
    BB

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