A me in fondo quelle che fanno le promozioni al telefono (addette al telemarketing, mi dicono dalla regia) stanno quasi simpatiche. O meglio: non stanno poi tanto antipatiche.
Conosco gente che le ammazzerebbe in blocco, giuro. Soprattutto quando chiamano a ora di pranzo.
Altri che si fanno sempre raccontare tutto per filo e per segno, fingono di essere interessati e poi tagliano in modo netto, attaccando il telefono in faccia.
Altri che nemmeno danno il la, subito borbottano e si lamentano. Risposta secca: “no no guardi non mi interessa” e giù il telefono.
I maschietti più mandrilli, poi, non possono risparmiarsi l’acchiappanza, e dopo un paio di minuti di ascolto a cervello spento provano senza problemi l’approccio via cornetta, con tanto di richiesta numero. Non importa se dall’altra parte ci sia una brufolosa ragazza dell’entroterra calabrese o una coattona romana, basta che respiri, insomma, e che abbia una voce gradevole
Altri non capiscono mai la promozione, soprattutto perché solitamente trattasi di promozione incomprensibile farfugliata in modo velocissimo e senza congiunzioni.
Nonostante tutto, però, io ‘ste poverine non riesco proprio ad odiarle. Perché penso sempre ai drammatici e stressanti racconti di amici e amiche che ci sono passate per il call center. E’ il loro lavoro, cavolo. Anche se alla fine rompono le palle un po’ a tutti, non lo fanno certo con piacere.
L’altro ieri mi ha chiamato una, per propormi una non ben definita promozione con la più importante piattaforma digitale via satellite italiana. Sky, insomma.
Una bella parlantina, voce simpatica, ci diamo subito del tu e lei sin da subito si sente mia amica, mia confidente. “Puoi vedere proprio tutto”, mi dice. “Film, tutti gli sport che vuoi, e tanto tanto tanto altro ancora”. Oltre 150 canali tematici, mi dice. Ci mancava solo che mi presentasse pure il palinsesto del porno. Io vorrei tanto dirle che odio la tv, al massimo ogni tanto vedo qualche tg e una puntata di Report, ma in fondo non ho nulla da fare in quel momento e la lascio parlare.
Forse però le do un po’ troppo corda, e lei crede di avermi quasi conquistato. Mi rendo conto che ormai è quasi troppo tardi per tirarmi indietro, forse qualche mio atteggiamento deve averla convinta di avermi ormai in pugno, di essersi accaparrata la sua tanto sospirata provvigione per la vendita di un pacchetto completo.
Invece improvvisamente tentenno, le faccio notare che coi lavori in casa, pacchi e scatoloni in ogni stanza, quintali di polvere ovunque e i prossimi due mesi d’inferno la tv satellitare è l’ultima delle mie preoccupazioni. Lei ci resta male, sente smaterializzarsi il sogno. Non demorde. Aveva visto un miraggio, ora lo sente sfuggire dalle mani. Fa di tutto per riacciuffarmi. Non molla la presa, come un cane col suo osso.
Mi ripete che potrò vedere tutti gli sport, tutti i film, tutti i documentari, tutto ciò che voglio. Mi dice che non so cosa mi perdo. Mi dice che devo e posso farlo ora, non devo per forza installarlo subito ma anche dopo aver rifatto casa. Mi dice che può richiamarmi quando finiremo i lavori, se la promozione è ancora attiva. Mi dice che non devono per forza essere i genitori a decidere, posso anche io, sono maggiorenne (e risatina: che te ridi, penso io). Mi dice che non posso perdere un’offerta così conveniente, anche se io non l’ho ben capita. Mi dice anche che si scusa di essere così insistente, ma la sua è una proposta fenomenale per chi ama la tv (quindi non io, deduco).
Probabilmente mi avrebbe detto un sacco di altre belle cose, se il mio dito inavvertitamente non avesse premuto il tastino rosso sul telefono. Ops. Per sbaglio ho chiuso la telefonata. Che peccato sul serio.
Perché vabbè che non mi state poi tanto antipatiche, care addette al telemarketing, ma ogni pazienza ha un limite però.