sabato 20 novembre 2010

I funerali di Enzo


I funerali di Enzo

















Che dire. Che i tuoi resti dovevano tornare a casa. E che i funerali te li meritavi, certo.
E che sarebbe bello che il tuo funerale fosse come avevi scritto tu, scherzando, anni fa: "Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati. Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku. Ci saranno alcune parole tabù che assolutamente non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po’ più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati. Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato.
Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffet con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l’orchestra degli Unza, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare. Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, checcazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po’ anche a me. Voglio che si rida – avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte – . E si fumi tranquillamente tutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considerei un’offesa alla morte, bensì un’offerta alla vita.Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata. Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega. Basta che non facciate come nel Grande Lebowski."

mercoledì 17 novembre 2010

Tredici piastrine e una fede nuziale

Pino Scaccia è partito per la valle del Don alla ricerca degli italiani dispersi durante la campagna in Russia. Alla ricerca di nomi, di ricordi, di oggetti. Scrive il giornalista: "Sono passati 67 anni dalla dolorosissima battaglia di Nikolajewka, tanto tempo. Così tanto che sono morti anche quelli che cercavano i sopravvissuti. Se fino a qualche tempo fa c’erano madri e mogli e figli a cercare i dispersi, adesso ci sono i nipoti. Ma la ricerca non si interrompe. E’ incredibile come la pagina del Don sia destinata a non chiudersi mai. Me ne sono occupato per la prima volta nel 1992 scoprendo negli archivi di Mosca i primi nomi. Ho partecipato alle prime riesumazioni in quella valle maledetta, ma da allora ho continuato a ricevere lettere e appelli. Non si può smettere di cercare, la memoria è troppo importante." Ed è incredibile che, quando leggo brevi articoli come questo, la lista dei nomi sulle piastrine riportata da Scaccia, mi possa emozionare ancora così tanto.

sabato 13 novembre 2010

L'Atlante illustrato del calcio '80

L'Atlante illustrato del calcio '80
















Io che ovviamente tifavo Napoli e Maradona, ma avevo poco più di cinque anni al primo scudetto, neanche dieci al secondo. Io che amavo anche le acrobazie di Rumenigge e l'eleganza di Van Basten, avevo pile e pile di figurine che scambiavo, accumulavo con gioia, album da colorare, mi emozionavo ogni volta che vedevo lo stadio pieno, la domenica.
Non avevo neanche dieci anni, ma lo ricordo benissimo. Un calcio che non c'è più, davvero. E che Isbn porta in libreria col suo Atlante illustrato del calcio '80. Un piccolo gioiello.

(Isbn Edizioni)

venerdì 12 novembre 2010

"Disco and Atomic War"


Se proprio vi piacciono i film originali, magari estoni, magari documentari che parlano della cultura occidentale penetrata a Tallinn durante la Guerra Fredda, attraverso la Finlandia, e magari dell'abbuffata di discomusic, Dallas e spot pubblicitari che gli estoni fecero in quel periodo, grazie ai programmi captati da Helsinki, credo proprio che "Disco and Atomic War" faccia al caso vostro.

(Salon)

lunedì 1 novembre 2010

Bertolaso e il Vesuvio

Far gestire ancora una volta l'emergenza rifiuti in Campania a uno così? Mica una grande idea, poi.