giovedì 31 gennaio 2008

Se, proprio i geni

Invece questa è proprio bella: "Secondo un'inchiesta del settimanale New Scientist le opinioni politiche sarebbero «già scritte»".
Destra o sinistra, non si scappa, non si sceglie, non è l'ambiente esterno a convincerci. Tutto nel nostro DNA.

Ne è davvero sicuro John Alford, uno studioso di scienza politica della Rice University di Houston.
Io, leggendolo, mi faccio due risate. Perché penso a Mastella, De Gregorio, questi tipi che oscillano tra destra e sinistra come un aquilone al vento.
E mi rendo conto che non si potrà mai trattare di geni. Proprio no.

(Corriere, New Scientist)

E le pantofole?

Anche la cyclette di Romano Prodi è stata portata via.
E' in questo momento che ti accorgi che è davvero finita.

(Kataweb)

Per un articolo

Afghanistan, 2008.
Nessun diritto civile, nessuna democrazia.

(Corriere)

L'Italia dei vecchi, l'Italia dei nani



Di Marini non voglio parlare, se non per dire che è una brava persona, lo stimo, e mi fa piacere che Napolitanoa abbia affidato a lui l'incarico di verificare se esista una maggioranza favorevole per cambiare la legge elettorale. Quello che mi fa riflettere, in realtà, è l'età media di questi politici: ormai è davvero preoccupante. Invece che un Governo, la prossima volta si farà direttamente una clinica geriatrica.
Più che altro, ci tenevo a sottolineare che ieri lui è stato assolto dall'accusa di falso in bilancio della Fininvest, dal 1986 all'89, all'interno dell'ormai storica vicenda SME. E non perché non ci siano prove, perché non sia vero, perché i comunisti lo vogliano in galera: ma perché il fatto, secondo la legge italiana, non è più reato.
Niente da aggiungere, mi sembra. Come dice Marco Travaglio, l'imputato si è assolto da solo.

(Articolo 21)

mercoledì 30 gennaio 2008

Ne sentivamo proprio un gran bisogno

Mario Baccini E Bruno tabacci lasciano l'UDC
"E annunciano, in una nota congiunta, la volontà di costruire un'alternativa al Centro, al bipolarismo muscolare, per rispondere alle esigenze e alle aspettative di tanti cittadini delusi da questa politica. Una Rosa Bianca, un fiore offerto alla speranza degli italiani".
Che bello. Quanto ne sentivamo bisogno, quanto?
(Ma poi perché si scelgono sempre fiori, piante e rametti per rappresentare i partiti? Finiranno per farmi odiare la natura e i fiorai, finiranno).

(la Repubblica)

Adsl fetecchia

Me n'ero accorto che oggi internet non andava un granché.
E non si trattava del router, evidentemente.

(Punto informatico)

Cloverfield

Dopo mesi di viral marketing e indiscrezioni, arriva anche in Italia Cloverfield.
Che pare essere sfizioso assai. Non certo un film da intellettuali, ma abbiamo già visto con piacere Io sono Leggenda, quindi un'altra ora e mezza di azione, mostri brutti e cattivissimi e urla di terrore non ci faranno poi tanto male.

(Qui una serie di link: Il finto servizio giornalistico sull'incidente che distrugge una piattaforma nell'Oceano; Il Trailer americano; 5 minuti sempre dal film).

martedì 29 gennaio 2008

Di Oliver Hutton ce n'è uno

Un gol di Martin Palermo ai primi posti dei più visti di Youtube. Il motivo?
E' un gol "alla Holly e Benji", dice il tipo che l'ha inserito.
Poi vai a vedere, ed è anche una boiata pazzesca. Lo segnava anche mio nonno, lo segnava.

(Youtube)

Nicola, 31 anni, vergine

Triste, davvero molto triste e povera di argomenti è la società nella quale si dibatte e si sprecano opinioni sull'astinenza dalle attività sessuali di un difensore della Juve.

(Gazzetta)

lunedì 28 gennaio 2008

Diciamolo


Mi son preso qualche giorno di tempo per metabolizzarla, la caduta di Prodi.
Un personaggio che, diciamolo chiaramente e una volta per tutte, in questi due anni ha governato piuttosto male. Non so al posto suo qualcun altro cosa avrebbe potuto fare, ma bisogna prendere atto di questo. Punto.
Detto questo, è innegabile che Prodi sia stato, in questi anni, l’anticomunicazione per eccellenza. Poi ci lamentiamo quando arriva il Berlusca, tutto sorrisi e barzellette, e ha ancora un certo appeal su qualcuno. Ma è quasi ovvio, perdonatemi, che quello lì abbia presa su una fascia di pubblico. Ovvio dico, perché lui almeno qualcosa la comunica. Nel bene o nel male, al di là di simpatie ed antipatie (io personalmente non lo sopporto, mi pare sia risaputo).
Ma Prodi, dico io. Prodi. Pure Depardieu alla prima di Asterix oggi lo prendeva in giro, che tenerezza. Ma si può? No che non si può.
Non si poteva vincere in modo così sofferto le ultime elezioni, proprio no. Non si poteva governare in questo modo indegno per questi due anni. Non si poteva portare avanti uno scombinato Frankestein governativo composto da pezzi e personaggi assurdi e insulsi, come quello che abbiamo avuto fino a qualche giorno fa.
Tardi per criticare, facile dirlo ora? Forse sì. Ma è solo a giochi finiti che uno si rende conto effettivamente quali (loschi?) figuri hanno gravitato nell’orbita di questo centrosinistra. Ma daaaaai. Ma che centrosinistra. Ma va là. Ma con che faccia chi si dice davvero di sinistra può votare a sinistra e vedere a sinistra gente come Mastella, De Gregorio (De Gregorio?), Dini. I primi che mi son saltati in mente, eh. La lista sarebbe ben più lunga.
Questo Governo dalle troppe poltrone, quante erano? Manco me lo ricordo, forse un centinaio. Che vergogna.
Chiacchiere da bar, lo so, ma è una vergogna. Politici cialtroni, direbbe un amico. A destra come a sinistra.
E ora, alle prossime elezioni, pensare di dovermi trovare ancora davanti un bivio con il peggio e il poco meno peggio, è  avvilente.
Ora non saprei proprio cosa sperare, cosa volere. Di certo il centrosinistra è messo davvero male. Alle elezioni, non riesco proprio ad immaginare una sua possibile vittoria. Dall’altra parte, ancora lui. Quello non altissimo, per intenderci. Ancora. Incredibile.
Forse un governo tecnico per le riforme è l’unica soluzione, anche perché è necessario modificare questa legge elettorale, questa porcata - come la definì Calderoli - e portare a termine qualche altra cosina qua e là. Si farà? Difficile a dirsi, l’atmosfera non mi sembra delle più serene.
E anche se fosse, cosa accadrebbe dopo? Tremenda incognita. C’è bisogno di gente giovane, gente diversa. Di persone più vicine a noi, in ogni senso.
Perché qui, altro che mortadella e champagne: c’è davvero poco da stare allegri

Provocatori ma almeno con un minimo di senso

Sarkozy s'è infuriato per la nuova campagna pubblicitaria della Ryan Air, che lo ritrae con la Carla Bruni con gli occhi da cerbiatta, che guarda in aria, mentre un fumetto le esce dalla bocca: "Con Ryanair, tutta la mia famiglia può venire ad assistere al mio matrimonio", dice.
Beh, l'Eliseo fa benissimo ad essere infuriato con la compagnia aerea. Se non altro perché la campagna pubblicitaria è stupida, brutta a vedersi, non fa ridere, non ha molto senso.

(la Repubblica)

Mi sembrava molto strano

Il P2P diventa legale? Musica gratis per tutti? Qtrax futuro della musica?
Andiamoci cauti, per cortesia.

(Excite, Repubblica)

sabato 26 gennaio 2008

Quando non hai proprio nulla da fare

Ho appena aperto un account su Twitter, uno su Tumblr.
E vai col cazzeggio, vai.

Che bello l'uomo sulla luna



Ieri ho visto Man on the moon, di Milos Forman, con Jim Carrey.
E più che del film in sè, davvero straordinario, vorrei parlarare di quel fantastico personaggio che corrisponde al nome di Andy Kaufman.
Andy Kaufman, chi era costui? Io non ne sapevo nulla, prima di vedere il film.
Ma poi basta un piccolo giro su google, per capire chi fosse. Folle, geniale, anticonformista, avanguardista. Di quelli che dici "o lo odi, o lo ami". Di sicuro uno che sapeva come giocare con la tv, i media, il suo pubblico.
Date un'occhiata a questi filmati su youtube (leggendovi prima almeno la wikipedia, va'). E poi mi fate sapere.



(Imdb, Wikipedia, Youtube)

Strano ma vero

Perdonate il gioco di parole quasi scontato, ma si sa che con i titoli non ho poi molta dimestichezza.
Ma questa è proprio forte, fortissima.
E' successo solo l'altro ieri: Nino Strano, senatore di An, che grida come un forsennato in aula e inveisce contro Cusumano. "Frocio", "Checca squallida" e tante altre belle cose ancora. Cusumano poi è svenuto, anche a causa di Barbato che ha cercato di aggredirlo. Ma torniamo a Strano.
E' quello che stappa lo champagne e mangia la mortadella, ma non è questo il punto. Squallido sì, ma il punto è un altro.
Quello che interessa sono le sue parole: "Frocio e squallida checca", che dette da uno che adora i locali gay - ma non è gay, strano - fanno un poco strano.
Strano, vero?

(Repubblica, Corriere)

Sezione trash

Ma il motivo della sezione calendari trash su Repubblica qualcuno me la spiega?
A parte quella di attirare gli allupati, dico.
Legami col giornalismo, con l'informazione, la notizia. Ce ne sono?
Capisco il dover rivolgersi ad un target quanto più differenziato, ma "Un anno con le ragazza cubane nella sezione trash" sembra l'annuncio di un sexyshop che una cosa da mettere su un giornale, seppure on line. Diamine.


venerdì 25 gennaio 2008

Malaticcio

Mi trascino da una stanza all'altra, dal bagno alla cucina.
Borbotto.
Leggo molto.
Dormo molto.
Mi fanno male gli occhi.
Non per questo ho eliminato il pc (e son cretino, lo so).
Scrivo mail.
Leggo molto.
Ho finito Norwegian Wood, ho già attaccato con Safran Foer.
Sento freddo.
Poi sento caldo.
Ho le voglie.
Poi la nausea.
Ho la barba lunga. Rossiccia.
Mi fanno male le ossa.
Mi brontola lo stomaco, non ho fame.
Non so cosa fare, qui a casa
Ho gli sbalzi di umore.
E non ho nemmeno più la febbre.
A casa mi guardano tutti storto.
Devo rompere parecchio, quando sono influenzato

Malanni di governo

Erano almeno due anni che non mi ammalavo, è successo proprio ieri che Prodi è uscito di scena.
Mah. Probabilmente sarò governopatico.

giovedì 24 gennaio 2008

Belpaese

Caduto. Il Governo Prodi è finito.
Ma prima che accadesse in aula ne son successe di tutti i colori: che cialtroni, a destra come a sinistra.

(la Repubblica)

American Gangster, di Ridley Scott




American Gangster è un bel film, in fondo.
È la storia di Frank Lucas (Denzel Washington), giovane boss di Harlem che tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta monopolizzò il commercio di eroina a New York, bypassando gli intermediari e procurandosi la droga direttamente dal Vietnam, attraverso una serie di militari corrotti. Mentre scala rapidamente la vetta del narcotraffico americano, Richie Roberts (Russel Crowe), poliziotto integerrimo in un mare di poliziotti corrotti, si mette sulle sue tracce.
Sullo sfondo, la guerra del Vietnam, gli scontri razziali, la povertà del Bronx e di Harlem e la bella faccia della New York degli anni Settanta, quella più lucida e patinata.
Non ci sono grandi sbavature da parte del regista. Che però in queste storie di mafia e gangster non si muove a suo agio come Martin Scorsese, è evidente. E quindi pur regalando attimi di ottimo cinema, ogni tanto perde i colpi, sfilaccia un po’ troppo la storia, non approfondisce i caratteri di alcune importanti figure di contorno e viene riportato in carreggiata solo dalla ineccepibile interpretazione di Denzel Washington e da quella un po’ appesantita – ma sempre apprezzabile – di Russel Crowe.
Film lungo, forse troppo, ma non ci si annoia in sala. Le due figure sono ben tratteggiate e si contrappongono tra di loro quasi in maniera perfetta. Da una parte il boss di colore, dall’altro il poliziotto bianco. Da una parte il cattivo che ama la famiglia e si circonda di persone fidate, dall’altra l’uomo solo con una propria etica. Da una parte l’uomo sposato con una donna bellissima, dall’altra quello prossimo al divorzio, che cambia una donna al giorno ed è sul punto di perdere l’affidamento del figlio piccolo. Da una parte l’eleganza, dall’altra la rudezza.
Tra i due, è quasi un paradosso, si preferisce quasi sempre il gangster. Nonostante sia il re della droga, nonostante la sua Blu Magic (il nome dato alla sua eroina purissima) e nonostante il suo ruolo da cattivo. Impossibile non parteggiare per Denzel, sfido chiunque in sala.
Ci è piaciuto, comunque, American Gangster. E’ un film che appassiona e coinvolge, uno spettacolo che sa come non far addormentare lo spettatore. Però quando esci dalla sala ci pensi: pensi a tutti i gangster movie che l’hanno preceduto, e ti rendi conto che c’è qualcosa che non torna. Un prodotto lineare, elegante, ben congegnato: da sufficienza piena. Eppure, se paragonato a Scarface, a the Goodfellas o semplicemente a Carlito’s Way, non regge il confronto, nemmeno per un secondo.
Non resta nient’altro da fare, allora: non pensarci affatto, ricordare Alien, Duellanti e Blade Runner, e godersi comunque un buon film americano.


mercoledì 23 gennaio 2008

Il riso degli stolti abbonda al Volver Cafè



Domani sera al Volver Cafè di via Bellini suoneranno due amici, ma ancor prima due ottimi musicisti.

Sono Antonio e Angelo, Il Riso degli Stolti. E secondo me si distinguono - nella miriade di gruppi e gruppetti che nascono e si spengono come fiammelle sotto la pioggia - per la cura negli arrangiamenti - molto originali - ed i testi davvero molto belli. Le due canzoni che ho sentito, sul loro Myspace, parlano chiaro: possono e devono ancora crescere parecchio, ma hanno davvero grandi potenzialità.
Suoneranno all'interno della manifestazione "Canzoni all'asciutto", curata da Valerio Sgarra. Un concorso per cantautori che serve a far mettere in mostra giovani artisti, proprio come questo duo.
Se vi trovate da quelle parti, andateli a sentire. Non ve ne pentirete.

(Riso degli stolti)

Quello che cercavo da tempo

Addetti al banco macelleria in provincia di Varese.
Mi sa che devo impostare meglio le opzioni dei miei agenti di ricerca di lavoro sul web.
O è un segnale, questo, che mi indirizza verso la carriera lavorativa a me più consona?

martedì 22 gennaio 2008

Non mi sono dimenticato di Totò

Scusate, nel trambusto degli ultimi giorni mi sono dimenticato di citare Totò. No, non il comico, ma quasi.
Cuffaro, dicevo. Che ha preso cinque anni. Cinque. Ma resta Presidente della Sicilia, perché tanto non si tratta di mafia. Niente favoreggiamento a Cosa Nostra.
Ne esce quasi pultio, secondo la sua visione un po' forzata dei fatti.
Quindi, niente da fare, non si dimette. E' di nuovo al lavoro, come prima, più di prima.
E allora buona fortuna, Sicilia. Ne hai davvero bisogno.

Un buco qui, un buco là



Stavo cercando un po' in rete qualche informazione dettagliata sul piano di De Gennaro per contrastare l'emergenza rifiuti.
Poi ho trovato Franco che me lo spiega benissimo.

(Franco Mennitto)

lunedì 21 gennaio 2008

Italia.it ha chiuso

Abbiamo sempre avuto a cuore le vicende di Italia.it, il famoso sito web per rilanciare l'immagine della penisola in tutto il mondo.
Era bello, in fondo, poter parlare e ironizzare su quel logo dal sapore di cetriolo, quell'approssimazione generale, tutti quei soldi mangiati per la progettazione e la realizzazione. Una di quelle belle storie che tanto ti fanno rodere il fegato, insomma.
Allora, so che non potevate farne a meno, che ci cliccavate un centinaio di volta al giorno, che eravate entusiasti dei contenuti del portale, ma da qualche giorno Italia.it ha chiuso i battenti.
Che bel fallimento, signori. 45 milioni di euro.

(Corriere del Mezzogiorno)

venerdì 18 gennaio 2008

Safari e Jovanotti (per non parlare più di munnezza, va')

Oggi è uscito Safari, ultimo disco di Jovanotti.
Ce lo siamo ascoltati su XL, in anteprima.
E domani ce lo compriamo.

(XL)

mercoledì 16 gennaio 2008

Morire di munnezza

Munnezza, munnezza, ancora munnezza.
Napoli vergogna d’Italia, d'Europa, del mondo. Ancora oggi, qui nella mia città, ci sono 100.000 bambini che non vanno a scuola. I rifiuti continuano ad ammassarsi, spalmarsi, ammonticchiarsi agli angoli delle strade, mentre l’emergenza è ancora lì, emersa fino allo schifo.
Vent’anni di vergogne, non vi vergognate? E’ tutto qui, sotto i nostri occhi.
E mentre il signore di Ceppaloni e consorte sono i protagonisti delle vicende delle ultime ore, qui a Napoli siamo ancora sommersi da tonnellate di munnezza. La vogliamo esportare, la diamo un po’ qui e un po’ là. E ovviamente nessuno se la vuole prendere. Perché dovrebbe, poi?
Solidarietà tra regioni, amore per la patria, simpatia per i pulcinella pizza e mandolino? Fossi un umbro, la munnezza napoletana non la vorrei. Fossi toscano, neppure. Sardo? No, non la vorrei affatto.
Intanto il Governo latita, gli uomini che hanno rovinato la nostra terra negli ultimi decenni fanno finta di non capire, scaricano barile, mentre tutti, dico TUTTI i politici non sanno nemmeno da dove iniziare per porre rimedio alla catastrofe ambientale che sta rendendo la Campania una delle terre più pericolose in cui vivere.
Perché dalle nostre parti, in alcune zone – come il cosiddetto “triangolo della morte”, tra Nola, Acerra e Marigliano – ci sono le concentrazioni più alte di tumori di tutta Italia. E si muore, cazzo se si muore. E né De Gennaro, né l’esercito possono farci nulla.
Lo sanno tutti, in pochi lo scrivono, molti provano a farsi sentire. Perché questo campano è un disastro ambientale di proporzioni inimmaginabili. Colpevoli tutti: politici, camorristi, aziende del nord e del sud che scaricano i loro rifiuti tossici in modo illegale. Ma anche noi, cittadini napoletani, che di munnezza ne produciamo tanta ma soprattutto non sappiamo affatto cosa sia una raccolta differenziata.
E poi, ora vogliono farci credere che gli inceneritori risolvano i problemi. E anche molte persone, purtroppo, sono convinte di questo. Ma l’inceneritore – anzi gli inceneritori – non sono, mettetevelo in testa, la soluzione al problema. Non creano energia e sono inquinanti. Can ce ro ge ni. E poi, uno si andrà a posizionare in una zona come Acerra, già incredibilmente inquinata (l’inceneritore inquina, meglio riscriverlo), e non si costruirà dall’oggi al domani.
Meglio allora provvedere con gli impianti di riciclaggio, perché no con il Tmb (trattamento meccanico-biologico), o una differenziata che raggiunga livelli accettabili (non il 6 % attuale della Campania, grazie anche ai soldi della Provincia spesi in sagre e altri pseudoeventi). No, di queste cose non si parla mai.
Meglio incenerire, invece, secondo qualcuno. Meglio far finta di nulla. Meglio far scivolare tutto via, come sta accadendo ora sulle pagine dei quotidiani. Via, sempre più all’interno, sempre meno notizie. Fino al semplice trafiletto.
Intanto, qui ancora tonnellate di munnezza. I paesi della provincia non ce la fanno più, stanno per esplodere. Giugliano, Villaricca, Marano, Mugnano, e tanti tanti altri, sono bombe ad orologeria che esploderanno, prima o poi.
Certo, che beffa: morire, da soli e dimenticati, sommersi di munnezza. E noi non abbiamo ancora perso le speranze, restiamo ancora qua. Ma perché, poi?


(Rassegna, Alex321, Franco Mennitto, Nunzia Lombardi)

sabato 12 gennaio 2008

giovedì 10 gennaio 2008

Cartoline da Napoli

Vedi Napoli e poi muori (disgustato).



Questo il panorama da casa mia, Fuorigrotta, 3-4 chilometri in linea d'aria da Pianura. Niente in confronto, lo so, ma sempre schifoso resta.

martedì 8 gennaio 2008

Napoli, la munnezza, una battaglia già persa



Il direttore de "la Repubblica", Ezio Mauro, per l'emergenza rifiuti a Napoli e gli scontri di Pianura è addirittura sceso da Roma a vedere ciò che sta realmente accadendo nella città più vergognosa e invivibile d'Europa.
Il risultato è un reportage duro e amareggiato, che prende atto di come ormai l'immondizia abbia vinto sullo Stato. Anzi stato, con la lettera minuscola, così come minuscole devono essere le iniziali del sindaco iervolino, del presidente bassolino. Di tutti quelli che hanno permesso che si arrivasse a questo punto. Via, nella munnezza anche loro, ora.
E fa comodo, molto comodo usare sempre la carta della camorra, per giustificare l'emergenza napoletana.
Il problema vero, come ha sottolineato anche Saviano, è che "L'emergenza non è mai creata direttamente dai clan, ma il problema è che la politica degli ultimi anni non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti. Le discariche si esauriscono. Si è finto di non capire che fino a quando sarebbe finito tutto in discarica non si poteva non arrivare ad una situazione di saturazione. In discarica dovrebbe andare pochissimo, invece quando tutto viene smaltito lì, la discarica si intasa".
E quindi ora noi napoletani ci troviamo in questa situazione da terzo mondo.
Le cause? Risalgono a decenni fa, comprendono incapacità politiche, collusioni con la camorra, interessi potenti, incapacità oggettive e giri di soldi mostruosi sopra le nostre teste. Parlarne ora avrebbe un senso? Vogliamo analizzare il passato o cercare soluzioni per il futuro?
E ora, ora che siamo all’8 gennaio 2008, cosa abbiamo?
Abbiamo Napoli e Pianura sulle prime pagine di tutto il mondo, con la loro munnezza.
Abbiamo una città allo sfascio, dei politici incapaci sempre più stretti ai loro scranni.
Una popolazione divisa tra il vittimismo e l’incredulità. Che non ha mai fatto raccolta differenziata, tollera fin quando possibile, poi esplode.
Abbiamo chiacchiere inutili e sassaiole. Munnezza bruciata, cassonetti strapieni. Tumori in aumento, agricoltura infetta.
E gli scontri di vera e propria guerriglia urbana. La camorra e i delinquenti provenienti da altre zone di Napoli (c’è chi dice pagati da alcune forze politiche), gli ultras che spaccano, rompono, assaltano, protestano distruggendo ancor di più un quartiere già distrutto.
Con interi quartieri in preda all’anarchia, con la gente civile costretta a vivere chiusa in casa, per paura degli scontri, della munnezza, del tanfo orribile dei rifiuti.
Gente costretta ad escogitare piani di fuga per raggiungere il posto di lavoro, una farmacia, un ospedale se si trova in difficoltà.
Gente che non sa più dove sbattere la testa, che ogni giorno si intossica, virtualmente e realmente. L’aria che respiriamo, i cibi che mangiamo, tutto ciò che ci circonda.
Munnezza. Munnezza e violenza. Un vicolo cieco, nessuna speranza.
Questo è tutto quello che ci resta, oggi, a Napoli.

lunedì 7 gennaio 2008

Che palle Antò parli sempre delle stesse cose?

Stanotte ho fatto un sogno bellissimo e stranissimo.
Mi ero laureato, e dopo un mese già lavoravo.
Lavoravo, sì. Ed era un lavoro che mi piaceva fare, un lavoro per il quale avevo studiato cinque anni, che aveva a che fare con le parole scritte, gli articoli, le notizie, la cultura e la letteratura.
Mi pagavano pure. Ma non è questo che conta. Sì, forse un po’ sì ma non lo diamo a vedere.
Sì lo so che sto diventando monotematico. E no che non sono ossessionato dal lavoro. Né dai soldi, quelli mica fanno la felicità.
Solo che uno scrive di quello che l’appassiona, della materia in cui si considera esperto, no? Ed io, attualmente, sono esperto di ricerca di lavoro on line. Anzi poco esperto, dal momento che un lavoro ancora non l’ho trovato.
Un lavoretto anche, mi va bene. Una cosa da due spicci. Ma che almeno si avvicini a quello che voglio fare nella vita. Sì, ma che voglio fare? Boh. Confusione.
Diamine. Vorrei sentirmi un minimo realizzato (reali-che? Che roba è?) e soprattutto fare un lavoro per il quale mi senta tagliato, qualcosa per cui si è studiato, per cui sento il desiderio di lavorare.
No Call center.
No Addetto alle vendite.
No Assistenza post Vendite
No Telemarketing
No Addetti Data Entry
No Aspiri a diventare pubblicista lavora gratis
No Centralini
No lavori che richiedono già 5 anni di esperienza
No posti già palesemente assegnati.
No Stage non retribuito secondo le leggi del cazzo
No a tutto questo, per favore.
Non conoscevo l’esistenza della lettera di presentazione, ora la scrivo. Non so come si faccia, ma la scrivo. E ci riprovo, sorridente, per nulla demoralizzato, più combattivo di prima.
E ricomincio a setacciare il web, a scandagliare in profondità, cacchio qualcosa troverò.
Se non dovessi farcela, forse la farò finita, magari tuffandomi in qualche montagnola di rifiuti alle porte di Pianura, o dandomi fuoco insieme ad un cassonetto stracolmo di rifiuti.

giovedì 3 gennaio 2008

E scusate se non scrivo tanto

Ma sto cercando lavoro.
Ci rivediamo nel 2009, allora. Buon anno a tutti.
(Scherzo eh, datemi qualche altro giorno per svoltare).