La cosa più strana dei viaggi in treno da Napoli a Roma, alla fine, sono le svariate tipologie di personaggi che ti capita incontrare in quelle due ore scarse di intercity plus. Che forse si chiamerà plus perché ci sono più persone che ti rompono i maroni, non so.
In realtà tutto inizia già prima, appena arrivi a piazza Garibaldi. Ecco, è lì che finisce il mondo civile e capisci subito d'essere entrato in una sorta di realtà parallela, dove tutto è permesso. Quindi c'è chi si rotola a terra completamente ubriaco, chi barcolla appoggiato ad una colonna gridando frasi sconnesse, chi non ha una gamba e ti insegue perché gli hai dato solo un euro di spiccioli, chi ti vuole portare le valigie per due euro, chi ti vuol dare dieci accendini per "una cosa a piacere".
Il tutto in massimo dieci minuti, mentre tu maledici d'essere arrivato in anticipo e vorresti tanto finire quel libro che hai aperto davanti. Ma non ci riesci, perché arriva a chiederti soldi quello che è appena uscito di galera, ha un enorme lettera cinese sul collo e tre figli piccoli da crescere. Poveretto: la prossima volta la castrazione chimica potrebbe tornare utile, penso.
Per fortuna arriva il treno. Dici: sono salvo, e invece no. Prima ci sono gli "acqua birra panini coca", almeno 5 o 6, che passano e spassano nei dieci minuti che il treno sosta in stazione. Che tu non abbia né sete né fame, non importa. Ti disturberanno comunque. Così come il pluripregiudicato che "ten tutt' e 'nnovità musicali", e vuole per forta appiopparti l'ultima compilation di neomelodici, e il tossico che invece non ha nulla da offrire, ma una "cosa di spicci" se la prende sempre con grande piacere.
Poi si parte. In quasi due ore di viaggio, state tranquilli: qualcun altro che vuole vendervi qualcosa arriva. Per la precisione: occhiali da sole ultimo modello e una serie di magliettine estive da donna, tutte stipate in una borsa minuscola.
E non ho beccato quello dei calzini 5 paia a 10 euro, di solito abituale compagno dei miei viaggi verso Roma, che se ti punta non ti lascia più e se non compri nulla si offende bestemmiandoti i morti in qualche lingua sconosciuta ai più.
E sono davvero in pochi quelli che riescono ad uscirne vivi, da quell'intercity, con tutti i soldi nel portafogli e nessun cazettino tra le mani. Io ce l'ho quasi fatta: ho ceduto solo una volta, ma un accendino tutto sommato mi serviva ed il tizio aveva una faccia da serial killer e mi faceva un po' troppa paura.
In realtà tutto inizia già prima, appena arrivi a piazza Garibaldi. Ecco, è lì che finisce il mondo civile e capisci subito d'essere entrato in una sorta di realtà parallela, dove tutto è permesso. Quindi c'è chi si rotola a terra completamente ubriaco, chi barcolla appoggiato ad una colonna gridando frasi sconnesse, chi non ha una gamba e ti insegue perché gli hai dato solo un euro di spiccioli, chi ti vuole portare le valigie per due euro, chi ti vuol dare dieci accendini per "una cosa a piacere".
Il tutto in massimo dieci minuti, mentre tu maledici d'essere arrivato in anticipo e vorresti tanto finire quel libro che hai aperto davanti. Ma non ci riesci, perché arriva a chiederti soldi quello che è appena uscito di galera, ha un enorme lettera cinese sul collo e tre figli piccoli da crescere. Poveretto: la prossima volta la castrazione chimica potrebbe tornare utile, penso.
Per fortuna arriva il treno. Dici: sono salvo, e invece no. Prima ci sono gli "acqua birra panini coca", almeno 5 o 6, che passano e spassano nei dieci minuti che il treno sosta in stazione. Che tu non abbia né sete né fame, non importa. Ti disturberanno comunque. Così come il pluripregiudicato che "ten tutt' e 'nnovità musicali", e vuole per forta appiopparti l'ultima compilation di neomelodici, e il tossico che invece non ha nulla da offrire, ma una "cosa di spicci" se la prende sempre con grande piacere.
Poi si parte. In quasi due ore di viaggio, state tranquilli: qualcun altro che vuole vendervi qualcosa arriva. Per la precisione: occhiali da sole ultimo modello e una serie di magliettine estive da donna, tutte stipate in una borsa minuscola.
E non ho beccato quello dei calzini 5 paia a 10 euro, di solito abituale compagno dei miei viaggi verso Roma, che se ti punta non ti lascia più e se non compri nulla si offende bestemmiandoti i morti in qualche lingua sconosciuta ai più.
E sono davvero in pochi quelli che riescono ad uscirne vivi, da quell'intercity, con tutti i soldi nel portafogli e nessun cazettino tra le mani. Io ce l'ho quasi fatta: ho ceduto solo una volta, ma un accendino tutto sommato mi serviva ed il tizio aveva una faccia da serial killer e mi faceva un po' troppa paura.
Complimenti! Questo post è stato scelto come Hacklettura 43 da "Bloggherone" [Osservatorio blog-internettiano] e riprodotto con aggiunta di link al tuo/vostro blog.
RispondiEliminaIo li becco sempre a Termini, quelli dei calzini a 5 paia 10 euro...! :)
RispondiEliminaCmq, scusa, ma ti ho tirato in ballo in un post da me...
Se poi il 5 veramente riesci a venire a Marigliano, sarebbe splendido ;)
Bello mi viene quasi voglia di proporlo come monologo, dovressti arricchirlo di particolari, colorirlo col linguaggio.
RispondiEliminaProf.Spalmalacqua
Una descrizione perfetta!
RispondiEliminaPovera me che nei prossimi mesi dovrò prenderlo spesso quest'intercity....