lunedì 25 aprile 2005

Neil Postman, Divertirsi da Morire

"Aspettavamo tutti il 1984. Venne, ma la profezia non si avverò; gli americani più riflessivi tirarono un sospiro di sollievo, congratulandosi per lo scampato pericolo. La democrazia aveva resistito. Altrove nel mondo forse c'è stato il terrore; a noi furono risparmiati gli incubi di Orwell.
Avevamo dimenticato che, oltre alla visione infernale di Orwell, qualche anno prima c'è n'era stata un'altra, forse meno nota anche se altrettanto raggelante: quella del Mondo Nuovo di Aldous Huxley. Contrariamente a un'opinione diffusa anche tra le persone colte, Huxley e Orwell non avevano profetizzato le stesse cose. Orwell immagina che saremo sopraffatti da un dittatore. Nella visione di Huxley non sarà il Grande Fratello a toglierci l'autonomia, la cultura e la storia. La gente sarà felice di essere oppressa e adoreràla tecnologia che libera dalla fatica di pensare.
Orwell temeva che i libri sarebbero stati banditi; Huxley, non che i libri fossero vietati, ma che non ci fosse più nessuno desideroso di leggerli. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privato delle informazioni; Huxley, quelli che ce ne avrebbero date troppe, fino a ridurci alla passività e all'egoismo. Orwell temeva che la nostra sarebbe stata una civiltà di schiavi; Huxley, che sarebbe stata una cultura cafonesca, ricca solo di sensazioni e bambinate. Nel Ritorno al mondo nuovo, i libertari e i razionalisti - sempre pronti ad opporsi al tiranno -
«non tennero conto che gli uomini hanno un appetito pressoché insaziabile di distrazioni». In 1984, aggiunge Huxley, la gente è tenuta sotto controllo con le punizioni; nel Mondo nuovo, con i piaceri. In breve, Orwell temeva che saremmo stati distrutti da ciò che odiamo, Huxley, da ciò che amiamo.
Il mio libro si basa sulla probabilità che abbia ragione Huxley, e non Orwell
"

La citazione è tratta da un interessante e originale libro di Neil Postman, "Divertirsi da Morire", edito da Marsilio nel 2002. Postman, storico allievo di Marshall McLuhan (quello del "Villaggio Globale" e de "Il medium è il messaggio", ricordate?), ci illustra la situazione del "discorso pubblico nell'era dello spettacolo". Partendo dall'assunto che ogni medium è una metafora che modifica completamente e profondamente le capacità di espressione e fruizione dei contenuti comunicativi, Postman, lungo una interessante analisi storica, mette in luce il "fatto più significativo della seconda metà del XX secolo: il declino dell'era della tipografia e l'ascesa dell'era della televisione", fatto che comporta un cambiamento radicale del modo di esporre i contenuti del discorso pubblico, sia esso politico, religioso, sociale, educativo o quant'altro.
Il cambiamento, dalla stampa alla tv, e ai media elettronici in generale, è impressionante, e le conseguenze si evidenziano quotidianamente nella povertà e nella pochezza dei discorsi pubblici. Citando ancora una volta l'autore: "a mano a mano che la tipografia viene cacciata alla periferia della nostra cultura, al cui centro la sostituisce la televisione, la serietà, la chiarezza e, soprattutto, il valore del discorso pubblico declinano pericolosamente. Quali siano vantaggi in altre direzioni, è ancora tutto da scoprire".
Nel 1985, Postman ci metteva in guardia dai falsi miti offerti dalla tv, dalla priorità data alle immagini piuttosto che ai contenuti, dalla logica dello spettacolo che ci abbindola e ci trascina nel "mondo del cucù!" che ci viene costruito intorno.
Guardando la situazione a vent'anni di distanza, l'influenza della tv sulla massa e sull'opinione pubblica, l'importanza data all'apparire sullo schermo anziché all'essere e alle parole, mi sembra che i vantaggi siano difficili - se non impossibili - da intravedere, a testimonianza dell'incontrollabile povertà intellettuale che attraversa la nostra epoca, dominata dalla tv

Per chi vuole approfondire la riflessione di Postman, consiglio un paio di letture interessanti.

(Segnalo.it, Caffè Europa, Carmilla on line, Risveglio Popolare)

7 commenti:

  1. oddio...ancora un libro interessante x la mia tesi...argh!!!
    anto l'hai letto tu?

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  2. oddio...ancora un libro interessante x la mia tesi...argh!!!
    anto l'hai letto tu?

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  3. Si, per un esame a Roma. Molto interessante. Costo: 9,50 euro. :)

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  4. aggiungerei come tag "sociologia" ;)

    Grazie dell'informazione. leggerò pure io.

    "riduci la complessità"... era di Marshall McLuhan? lo trovo uno splendido motto :p

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  5. aggiungerei come tag "sociologia" ;)

    Grazie dell'informazione. leggerò pure io.

    "riduci la complessità"... era di Marshall McLuhan? lo trovo uno splendido motto :p

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  6. "divertirsi da morire" è stato scritto nel 1985 e praticamente snobbato per quasi ventanni

    E' stato ri-proposto nel 2002 data la sua profetica attualità così come tutte le altre opere di Postman riscoperte e ripubblicate per lo stesso motivo

    particolare minimo ma non meno significativo....

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  7. "divertirsi da morire" è stato scritto nel 1985 e praticamente snobbato per quasi ventanni

    E' stato ri-proposto nel 2002 data la sua profetica attualità così come tutte le altre opere di Postman riscoperte e ripubblicate per lo stesso motivo

    particolare minimo ma non meno significativo....

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