Non volevo crederci, e invece è vero. Oliviero Toscani, come sempre tra i pubblicitari più provocatori e shockanti, ne ha fatta un’altra delle sue. Graffiante come sempre, eccessivo come pochi, ha lanciato una nuova campagna, per il marchio Nolita e con due foto che lasciano senza parole.
Fa discutere. Come sempre fa discutere.
Per fare una pubblicità come questa, senza dubbio, ci vogliono gli attributi. E’ normale vedersi piovere addosso una valanga di critiche, oppure che il pubblico si divida nettamente tra i pro e i contro.
Qui non abbiamo ancora preso una decisione definitiva. L’immagine è di quelle che non dimentichi più. Che non riesci a guardare fisso, giri la testa dall’altro lato, quasi disgustato.
Serve? Non serve? La modella ritratta, Isabelle Caro, pesa sì e no 30 chili, ed è un mucchietto di pelle e ossa che cammina. A me l’immagine sconvolge, ma non è detto che per le anoressiche quello sia un modello da imitare. Quello delle anoressiche è un problema psichico, che va al di là dell’osservare la devastazione della malattia con i propri occhi.
Allora, direte, la provocazione di Toscani serve per far parlare dell’anoressia. Ed è buono che se ne discuta, facendo vedere queste immagini crude. Ma in realtà questo messaggio che è come un pugno nello stomaco, e se stimola il dibattito nell’opinione pubblica, in realtà aiuta poco, pochissimo chi soffre di questa malattia, che va curata in altro modo e, forse, non spiattellata sui 6 X 3 di tutt’Italia.
Non so, vedo quello scheletro in foto, e rabbrividisco. Le anoressiche, forse, la vorranno imitare.
Poi, il messaggio contro l’anoressia proviene da Nolita, azienda di abbigliamento che proprio di modelle magre, spesso, ha bisogno. E che ora, grazie alla pubblicità, sta facendo molto, ma moooolto parlare di sé.
Di certo è che Toscani con le sue campagne, alle volte esagera. E’ un suo marchio di fabbrica, che va quasi al di là del messaggio pubblicitario lanciato. Quasi come una pubblicità a se stesso, alla sua voglia di stupire a tutti i costi, quel bisogno di essere eccessivo fino ad arrivare a mostrarci in tutto il suo orrore la vera faccia dell’anoressia.
Forse, se fosse stata una pubblicità progresso, svincolata da aziende, avrei storto il naso, ma accettato. Che si parli, sì, è un bene che si parli di malattie come questa (e l’aids, che fine ha fatto l’aids? L’agenda setting delle malattie…), anche in questo modo eccessivo. Ma qua stiamo parlando di una ragazza di 30 chili che mette in mostra il suo corpo morente, per mano di un fotografo dal grande ego, e per un’azienda che si serve – in parte – di modelle magrissime per i propri abiti.
Qualche riga su dicevo che non m’ero ancora deciso. Ora sì, riflettendoci. Checché ne dica la Turco, io questa pubblicità non la approvo.
(Nolita)