lunedì 31 luglio 2006

Pulizie di fine luglio

Abbiamo ripulito un po' il blog da tutti i link ed i tags superflui.
Eliminato tutti i siti non più visitati o visitabili, tutte le categorie poco usate.
E, soprattutto, abbiamo aggiunto due importantissime segnalazioni: Alternapoli e il nuovo Lankelot.
Come avrò fatto a dimenticarmene?

Che si fa stasera?

Saltati tutti i programmi romani, oggi.
Niente mostra di Wenders perché inizia alle 17 (?) e finisce a mezzanotte, niente concerto al Circo Massimo, con Billy Joel e Brian Adams, perché non avrei avuto da chi dormire.
E allora, per rimediare, stasera mi ubriaco. Fa niente che resto a Napoli, tanto il vino è buono ovunque.

Le belle notizie del Corriere

La casa più cara del mondo ha 103 stanze.
Ma dico, sei ricco da far schifo e va bene, non hai nulla da fare tutto il santo giorno e va bene, spendi e spandi e vuoi vivere nel lusso sfrenato, lo capisco, ma di 103 stanze che cavolo te ne fai?

(Corriere)

Gli esami son finiti

E adesso è vacanza sul serio.

domenica 30 luglio 2006

Non finiscono mai

Tra poche ore l'ultimo esame.
E poi, finalmente, la meritata vacanza.

Domenica pomeriggio

Giorni e giorni che si susseguono. Inesorabili. Singole giornate che, se osservate da vicino, non hanno poi molto senso.
Ecco, di questi enormi passaggi a vuoto è composta la mia ultima settimana.
Intanto, mi guardo allo specchio e già mi accorgo di essere diverso. Un po' vuoto, dentro.
E vorrei che occupassi di nuovo il posto vuoto accanto a me.
Fuori il tempo non promette nulla di buono.
Penso che pioverà.
Dal cielo, sulla mia vita.

sabato 29 luglio 2006

Perturbazione
Agosto


Agosto
è il mese più freddo dell’anno
L’inverno si sposta sei mesi in avanti
e non è il polo sud
qui non è il polo sud

Agosto
La sveglia che rompe il silenzio
Qualcuno è in vacanza
e lei suona per ore
che freddo che fa

Agosto
ti affacci su un cuore malato
le cinque di sera ed è già buio pesto
l’inverno d’agosto

Il ghiaccio
si posa e ricopre le cose
l’attesa del caldo congela anche i morti
che freddo che fa

Se non è vero che hai paura
non è vero che ti senti solo
non è vero che fa freddo
allora perché tremi in questo agosto?

Agosto
è scritto sul tuo calendario
forse hai dormito sei mesi
ma sei così stanco
tanto stanco

Agosto
è il mese più freddo dell’anno
nell’altro emisfero lo chiamano inverno
l’agosto

giovedì 27 luglio 2006

Perché è un bravo ragazzo...

Avvertenza: post altamente autoreferenziale.
Eh sì, perché oggi, almeno per me, è una giornata particolare.

Oggi si festeggia. O almeno, ci si prova.
Il sottoscritto ha raggiunto 23 primavere. Non sono tante, mi sembra evidente. Ma mi avvicino a grandi passi al quarto di secolo, questo almeno lo posso dire.
Fuori la città si sta svegliando piano piano, mentre io sono tornato a casa da neanche un’ora.
Il sonno è poco, molti i pensieri per la testa. Anzi, troppi. Dovrei cercare di resettare il cervello, per riprendermi un po’. Dov'è il tasto?
La settimana non è stata delle migliori, ma a poco alla volta stiamo risalendo, grazie anche ad un paio di ottime compagnie.
Sono fiducioso. Ora vado a buttarmi a letto, dato che sono già più di 24 ore che non chiudo occhio.
Buon compleanno a me.

Che si fa, si festeggia?

Insomma, dopo gli scandali, i processi, le sentenze e i ricorsi, lo scudetto dell'anno scorso è andato all'Inter.
Mi domando solo una cosa: qualcuno avrà fatto caroselli per le strade di Milano?

(Ansa)

sabato 22 luglio 2006

Gattuso sex symbol?

Pensavo di averle lette tutte, ma Gennaro Gattuso sex symbol dei Mondiali supera ogni immaginazione.
Certo, non siamo ai livelli di Silenzi o Nappi, ma il Ringhio nazionale non può certamente essere considerato un adone.

(Vanity Fair)

Meglio così, credimi

Il marito l'ha tradita, ed Emily si è parecchio incazzata.
Ha aperto un blog,  ha comprato spazi pubblicitari per riempirlo di insulti - con i soldi del conto comune -, sta regalando le preziose bottiglie di vino del marito.
Ora è diventato un caso mediatico, lei continua a volerlo distruggere via cartelloni e internet.
Dato il tono del messaggio - "Caro Steven posso avere la tua attenzione ora? So tutto di lei, brutto sporco, viscido, immorale, infedele ipodotato e disgustoso che non sei altro. Ho filmato tutto, non ti preoccupare. La tua (presto ex) moglie Emily. P.S.: Ho pagato questo annuncio con i soldi del nostro conto comune in banca" - , però, credo che sia meglio così, per ora.
Perché, caro Steven, se Emily ti becca mi sa che ti stacca proprio la testa dal collo.

(Tgcom)

Segnalazione musicale

E visto che mi trovo segnalo anche una giovane rockband napoletana, gli hYdroniKa.
Stasera andrò a sentirli suonare in un locale, dove presentaranno il loro primo disco.
Che dire, in bocca al lupo, ragazzi.

(Hydronika)

Immagini dal pianeta terra

A Roma, alle Scuderie del Quirinale, c'è questa mostra fotografica di Wim Wenders.
61 scatti realizzati in vent'anni di viaggi in tutto il mondo.
"Immagini dal pianeta terra" è il titolo. Il 31 andrò a vederla, poi vi farò sapere.

(Scuderie del Quirinale)

venerdì 21 luglio 2006

Non esco dal tunnel, e che scandalo

A differenza del mio amico che è uscito dal tunnel, io non ce l'ho ancora fatta, anche se l'avevo promesso.
Parlo ancora di calcio, e dello strascico di polemiche che ci portiamo dietro dal 9 luglio, quando abbiamo vinto la Coppa del Mondo - ricordate? - e Zidane ha assestato quella tremenda testata in pieno petto a Materazzi.
Allora, da quella sera ne abbiamo viste e sentite proprio di tutti i colori.
I ruoli, all'inizio ben chiari, a lungo andare sulla stampa francese si sono quasi capovolti, Zidane è diventata la vittima e il difensore italiano il colpevole, con la madre del francese che voleva le sue palle sul tavolo ed una nazione intera che si schierava in difesa dell'irrequieto fantasista.
Allora, tanta l'eco mediatica che questo scontro sul campo e a distanza ha suscitato - con tanto di complessi studi ed esperti sordomuti a leggere le labbra di Materazzi, per carpire l'arcano segreto di quell'offesa -, che la Fifa ha aperto un'inchesta, ha esaminato nuovamente la vicenda, e alla fine ha sputato fuori l'assurdo giudizio: tre giornate a Zidane e due a Materazzi.
Anch'io pensavo di aver capito male, come voi, ma in realtà è proprio così: il dolce e delicato Zizou, campioncino dai piedi fatati e dalla testa dura, ha avuto solo una giornata in più di Materazzi, difensore con la fama di cattivo che con quella testata ricevuta poteva anche rimanerci secco.
Eh no, qui c'è davvero qualcosa che non quadra.
Altro che due pesi e due misure, qui si sfiora e si supera il ridicolo.
Sono state equiparate, creando un pericoloso precedente, due fatti che si trovano, oggettivamente, su piani molto distanti tra loro.
Innanzittuto, ripetiamo per l'ennesima volta che la provocazione sui campi, dall'oratorio al Bernabeu passando per i giardinetti, è da sempre esistita.
Poi, avendo anche appurato che non ci sono state offese religiose, politiche o che riguardassero la madre, abbiamo un difensore che ha offeso probabilmente la sorella di un calciatore, e per tutta risposta è stato abbattuto da una testata che avrebbe sfondato un muro di cemento armato.
Purtroppo, Blatter e soci, che ormai si è capito non hanno proprio digerito la vittoria italiana del mondiale, hanno ben pensato di punire in questo modo indecente i due protagonisti della vicenda.
Perché Materazzi non sarà certo uno stinco di santo, ma da qui ad equiparare l'ingiuria alla craniata ce ne passa un bel po'.
Non solo, ma non hanno nemmeno tolto il pallone d'oro del mondiale al bleus dalla testa dura, per darlo al ben più meritevole Fabio Cannavaro, campione del mondo. Ma dai.
Per non parlare del rischioso precedente che in questo modo i simpaticoni della Fifa hanno creato: da oggi in poi quanti calciatori, dopo aver dato una bella gomitata al difensore, andranno a dire di essere stati provocati con gravi offese? E per tutti questi casi verrà a perta un'inchiesta? Tutti ci fionderemo a leggere labiali nascosti ogni volta che qualche pseudogiocatore si comporterà in modo così violento e poi cercherà inutili giustificazioni?
Ma fatemi il piacere. Insomma, sarò banale, ma questo è proprio uno scandalo.
E con questo, davvero, spero di non parlare di calcio per un bel po'. Lo giuro, davvero.

giovedì 20 luglio 2006

Angolo della cultura: la crabdance

Sappiatelo, io odio l'estate non soltanto per il caldo insopportabile, le spiagge affollate, i vestiti che si attaccano addoso e la perenne sonnolenza che mi colpisce.
Io odio l'estate sopratto a causa di cose stupide tipo questa qui, che ogni anno, puntualissime, arrivano ad allietarci almeno fino a fine agosto.

(La Stampa)

mercoledì 19 luglio 2006

Cultura in tv: la settimana della sega

E noi che stiamo qui sempre a lamentarci dei nostri palinsesti.
Prendete l'Inghilterra: su Channel 4, dopo la "settimana del pene", ecco pronta la "settimana della sega".
Insomma, tutti pronti a battere il record USA che, per gli amanti delle statistiche, è di 8 ore e mezzo.
8 ore e mezzo?

(Tgcom)

Fumare ad alta quota

Lo ammetto, di prendere l'aereo io ho una fifa matta, da sempre.
Non ci sono spiegazioni articolate: vertigini, mal d'aria, capogiri. No, ho semplicemente paura che caschi.
Ma almeno una notizia a riguardo che leggo con piacere: mentre in tutto il mondo stanno vietando di fumare un po' dappertutto (anche sulle spiaggie, in California), ecco che arriva la Smoker International Airline, la prima compagnia aerea per fumatori.
Certo, visti i prezzi dei biglietti (dai 6000 ai 10000 euro) e l'unica rotta finora disponibile (Dusseldorf - Tokyo), probabilmente non lo prenderò mai.
Ma vuoi mettere la soddisfazione, per noi fumatori che ormai viviamo in uno stato di semiclandestinità?

(la Repubblica)

martedì 18 luglio 2006

"Fucked Up", di Gianluigi Ricuperati

Ieri, prima di tornare a casa, ho fatto un giro alla Feltrinelli.
Tra uno scaffale e l'altro, mi sono imbattuto in questo libro: "Fucked Up", di Gianluigi Ricuperati.
Edizione Bur, di quelli con la copertina minimal: pochi fronzoli e molta sostanza.
Ho letto letto la quarta di copertina, soffermandomi su questo passo: "Nel libro troverete foto di militari che sorridono davanti al corpo carbonizzato di un iracheno; soldatesse vestite solo di un mitragliatore.
Corpi maciullati. Prigionieri incappucciati. Edifici crollati. Ecco la “crociata per la libertà”. Immagini violente e drammatiche spedite dai soldati a un sito internet in cambio di materiale pornografico.
Nell’introduzione si racconta la storia di queste foto, l’intervento del Pentagono, fino all’arresto del fondatore del sito (Nowthatsfuckedup. com)".
Poi ho aperto il libro, incuriosito, per vedere quelle foto.
Le ho viste, e mi sono quasi pentito d'essere stato così curioso.

Disgustato, terrorizzato, ho posato di nuovo il libro sullo scaffale. A casa, ripensandoci, quasi mi sentivo male.
Ma credo che presto tornerò a comprarlo, perché vedere quelle foto, quei corpi, quelle scene, mi ha segnato profondamente.
E perché credo si tratti di uno dei documenti più inquietanti sull'orrore della guerra.

(BUR)

Il magico mondo di YouTube

A prima vista sembra incredibile, ma riflettendoci non è poi così assurdo: "Più di 100 milioni di video al giorno visti su YouTube".
Cosa è Youtube? E' la vera rivoluzione sul web degli ultimi anni: un sito nel quale è possibile aggregare filmati gratuiti in streaming, che ciascun utente può inserire e condividere con gli altri.
Niente di eccezionale? Provare per credere.
Basta farsi un giretto, inserire qualche tags, e si può perdere un'intera mattinata attaccati al pc.
I miei preferiti, solitamente, sono i videoclip (c'è proprio di tutto) o le compilation di gol e dribbling delle squadre di mezzo mondo. Banale, lo so, ma è più forte di me.
Ma stamattina, ad esempio, me la sto spassando con le bellissime pubblicità della Nike.
Date un po' un'occhiata, ce ne sono di bellissime.


(Reuters, You Tube)

Parole disperate

Moratti sembra aver apprezzato l'intervista di Moggi ieri su Repubblica: per dimostrarglielo, lo querelerà.
Ne vedremo delle belle.

(la Repubblica)

lunedì 17 luglio 2006

Silenzio, parla Moggi

Stamattina leggere l'inquietante intervista a Moggi su "la Repubblica" mi ha fatto venire la pelle d'oca, davvero.
Tifosi informatori di fiducia, teorie complottistiche ai suoi danni, rivelazioni gossippare, Lucianone dice che tornerà per fare il rompicoglioni e poi ne ha un po' per tutti: Carraro, Galliani, Confalonieri, un paio di battute anche su Berlusconi e Lapo Elkann.
Ma è il tono, quello che spaventa di più: minaccioso e allo stesso tempo vittimista, roba da non crederci davvero.
La parte però gli riesce molto bene, anche grazie ad una serie di metafore e riflessioni particolarmente riuscite.
Un paio su tutte: "Spazzano via dalla casa polverosa due granelli di sabbia e dicono che la casa è pulita. Io invece vi dico che la casa era messa così e così quando ci sono arrivato e così così la lascio", oppure: "L'ormai ex presidente federale Franco Carraro. Dice che faceva soltanto il vigile urbano e si limitava a dirigere il traffico. Peccato che facesse passare con il rosso chi voleva lui".
Per poi concludere alla grande, con un paragone che anche a me è saltato subito in mente, dopo le sentenze: "Vedete, io leggo "il libro nero del calcio" pubblicato dall'Espresso. Lo annoto e in questo block-notes prende forma il mio libro nero. Appunti contro i falsi moralizzatori. Sarà il mio nuovo lavoro perché questa rivoluzione nel calcio assomiglia a quella storia della fine della Prima Repubblica che ha lasciato credere nella nascita di una Seconda, mentre poi abbiamo scoperto che, se si esclude qualche nome, nulla è cambiato".

(la Repubblica)

domenica 16 luglio 2006

La capocciata musicale

Giuro, questo è il mio ultimo post che ha a che fare con i mondiali, Zidane, Materazzi e tutto il resto.
Anche se alla fine è solanto una canzone, potete perdonarmi.
Coup de boule, degli sconosciuti La Plage. La canzone dedicata alla capocciata di Zidane, come si può capire già dal titolo. Eccola qui.
Al di là della vicenda, in un attimo il ritornello martellante e orecchiabile mi ha subito conquistato
Tutti a cantare: "Zidane il a frappe, Zidane il a tape...".

(Odeo)

Odio la domenica

Che domenica inutile. Calda, appiccicaticcia e noiosa.
Ieri ho bevuto un po' troppo. Solo ora me ne rendo conto. E capita sempre più spesso, da qualche settimana a questa parte.
Mi trascino di stanza in stanza e vegeto senza riuscire a fare nulla di serio per più di cinque minuti.
Leggo due pagine di Coe, ascolto un po' di Aphex Twin, leggo i giornali della scorsa settimana, che si accumulano rapidamente e hanno già ricoperto tutto il tavolo.
E poi? Sì, poi avrei un esame. Il 31 luglio.
La voglia di studiare è davvero sotto zero, però. Grazie mille, professore.

sabato 15 luglio 2006

po-poroppo-popopo de che?

I mondiali son finiti, i campioni son tornati a casa.
La gioia di un'Italia affamata di successi calcistici si è riversata per le strade, esplodendo in immensi festeggiamenti e riempiendo i nostri occhi di una felicità che avevamo quasi dimenticato.
La coppa è nostra, l'entusiasmo è alle stelle e anche le stupide polemiche per la testata di Zidane sembrano lentamente scemare. Finalmente.
Una sola nota storta: con questo benedetto po-poroppo-popopo, insomma, la vogliamo finire?
Con il prossimo che si mette a gridare a squarciagola 'sta canzone in luoghi pubblici, giuro che adotterò anche io la cura Zidane.

venerdì 14 luglio 2006

La sinistra nell'era del karaoke

Scavando tra le varie bancarelle di libri del centro di Napoli, mi è capitato tra le mani un libricino molto interessante.
“La sinistra nell’era del Karaoke”, del 1994, testo con il quale Giancarlo Bosetti inaugurava la collana di libri di Reset.
Un po’ vecchiotto come libro, sì, ma non per questo poco utile. Anzi, a distanza di dodici anni è davvero interessante leggere le riflessioni di Norberto Bobbio e Gianni Vattimo, due filosofi, moderati da un giornalista, sul futuro di una sinistra colpita duramente dopo il successo elettorale di Berlusconi, nel marzo del 1994.
Il dibattito è molto spesso interessante e ricco di spunti di riflessione, articolati in tre piccoli capitoli: “Tra conservazione e innovazione”,  “Le conseguenze della televisione, “Uguaglianza o non violenza”.
I due intellettuali si confrontano, cercano di analizzare i perché del trionfo di Berlusconi e la cura per i mali di questa sinistra.
E lo fanno parlando di costituzione, della società dei due terzi, degli errori commessi dalla sinistra, della necessità per la sinistra di essere innovativa, del suo rapporto con i media e la tv, del discorso sulla non-violenza e dell’uguaglianza tra cittadini.
Molto interessante, davvero. Una conversazione che offre molti spunti, pone domande, ma non sempre risponde.
Si legge in un’oretta, e dopo si riflette parecchio.

Da oggi si cambia

Stamattina sveglia alle 6 e sono andato a correre.
Non scherzo, sul serio.

giovedì 13 luglio 2006

Ancora?

Abbiamo vinto il mondiale domenica scorsa (siamo noi, siamo noi, i campioni del mondo siamo noi...), ma sono tre giorni che non si fa altro che parlare del caso Zidane - Materazzi.
E pensare che ci voleva ben poco per liquidare la situazione: Zidane ha sbagliato a reagire, si è comportato in maniera irresponsabile, stupida e violenta e qualunque cosa abbia detto Materazzi il centrocampista francese non è in alcun modo giustificabile.
E invece no, nulla da fare, si cerca in tutti i modi di salvare la reputazione di questo indiscusso campione, così grande con i piedi ma così piccolo come uomo.
Dapprima ieri l'intervista in mondovisione, poi siamo venuti anche a sapere che la mamma del giocatore, dall'ospedale dov'è ricoverata, gradirebbe i testicoli di Materazzi su un piatto (!).
Ma dico, siamo impazziti?
I giornalisti ci sguazzano come le api sul miele, e quando mai.
Ma cerchiamo di tornare nei limiti della decenza, per favore.
Con tutto quello che di grave succede al mondo, noi stiamo ancora qui a parlare di questi due.
Tutti, proprio tutti a parlarne ancora.
A dire cose che non stanno nè in cielo nè in terra, come la possibilità di togliere il mondiale all'Italia nel caso in cui si accertino insulti razzisti da parte di Materazzi.
Tutti, proprio tutti hanno qualcosa da dire sulla vicenda. Anche qualche allenatore che, sinceramente, farebbe proprio meglio a farsi un po' gli affari suoi.

(Yahoo, Il Giornale)

mercoledì 12 luglio 2006

Vita da pendolare

Nella penombra mattutina, occhi ancora mezzi chiusi cercano la complicità di altre due piccole fessurine aperte da poco più di venti minuti.
Da poco ha albeggiato, l’aria è ancora fresca e poche auto si muovono rapide per le strade ancora semideserte.
E mentre sembra che Napoli stia ancora dormendo, una piccola grande comunità di persone è già – quasi – sveglia, pronta ad affrontare una nuova giornata di lavoro o di studio a chilometri e chilometri da casa.
E’ la comunità dei pendolari napoletani, che puntuale, ogni mattina, si ritrova a Piazza Garibaldi, Mergellina o Campi Flegrei e cerca, disperatemente, di raggiungere il posto di lavoro.
Sale sul treno, e parte. C’è chi dorme, chi conversa animatamente e non lascia dormire, chi scrive al pc o ascolta musica. In molti sperano di arrivare in orario, alcuni questa speranza l’hanno già persa da tempo.
Diretto, interregionale, Intercity e Intercity Plus, il risultato cambia di poco.
I più ricchi e benestanti, beati loro, prendono la TAV o l’Eurostar. Ma, mentre i primi spendono cifre esorbitanti ma arrivano in tempo, i secondi non solo pagano abbonamenti salati, ma devono anche combattere contro sistematici ritardi che vanno dai cinque minuti alla mezz’ora, sulla breve tratta Napoli – Roma.
E non si tratta di retorica populista, ma della realtà dei fatti: sui treni non c’è nulla più puntuale dei ritardi.
Se parliamo di Eurostar, per fortuna, i problemi sono solo di questo tipo. Al massimo, qualche toilette inagibile, il riscaldamento troppo alto di inverno o l’aria condizionata a meno 10 gradi d’estate. Chi ha da spendere centinaia di euro l’anno, è il benvenuto e può viaggiare quasi comodo.
Per chi non naviga nell’oro ma deve comunque spostarsi, qual è l’alternativa? Presto detto: Intercity costosissimi dai pochi comfort, interregionali lerci e stipati fino all’inverosimile, diretti che cigolando arrancano sui binari e sono più sporchi dei carri bestiame, nei quali chi decide di andare in bagno merita almeno una medaglia al valore eroico.
E ancora caldo, aria condizionata che non funziona, sedili luridi, finestrini ricoperti da uno strato spesso così di sudiciume non ben identificato.
Per non parlare dei mendicanti, dei venditori di calzini made in Naples e di “acqua minerale panini coca”, ovviamente sempre senza biglietto.
I ritardi poi, sono da Guinness dei primati: provare per credere, non si arriva mai.
Quando si riesce a salire sul treno, sia ben chiaro. Alle volte i treni non partono proprio, o sono soppressi senza apparente motivo.
Ed il pendolare resta lì sulla banchina, timido e disorientato, senza sapere dove andare.
Sa solo che “i bagagli incustoditi verranno controllati dalle forze dell’ordine” e che “è vietato oltrepassare la linea gialla”.
Lo ripete, in maniera ossessiva, una vocina proveniente da altoparlanti gracchianti, che sembra quasi prendersi gioco di lui. E mentre il ritorno a casa diventa, minuto dopo minuto, un miraggio sempre più lontano, una lacrima scende sul suo viso e ripensa al messaggio di saluto sentito all’andata: “la ringraziamo per aver scelto di viaggiare con Trenitalia”.
Perché, ci sarebbe una possibilità diversa?


martedì 11 luglio 2006

Shine on you, crazy diamond

E' morto Syd Barrett.
Aveva 60 anni ed era malato di diabete.
E' stato il leader indiscusso dei primi Pink Floyd. Un grande della musica contemporanea.
Addio, diamante pazzo.

(BBC)

C'è modo e modo

Poffarbacco.
Giovani tromboni segnala uno striscione sfoderato dai nostri campioni azzurri durante i festeggiamenti al Circo Massimo.
Striscione che, fortunatamente - o sfortunatamente? - mi era sfuggito.
Ed ora che l'ho visto, sono un po' meno fiero dei nostri eroi di Germania 2006.

(Giovani Tromboni)

Non sapete perdere

Io quelli che continuano in ogni modo a voler giustificare Zidane davvero non riesco a capirli.
Siamo d’accordo, è stato uno dei campioni più puri e completi degli ultimi quindici anni.
Un genio del calcio, tutto quello che volete.
Ma anche uno sciocco irresponsabile, non affatto nuovo a simili comportamenti, ed ha pagato giustamente per il gesto sconsiderato dell’altra sera.
Su un campo di calcio si gioca a calcio. E, chi lo ha fatto a piccoli e grandi livelli, sa che l’offesa sul terreno di gioco è una cosa normalissima.
Chiamatela provocazione, vigliaccheria, chiamatela come volete, ma c’è e c’è sempre stata. Serve ad innervosire l’avversario, che deve essere bravo a non farsi trascinare emotivamente.
Questo in partite normali, figuriamoci in una finale di coppa del Mondo.
Quindi, non venitemi a parlare di provocazione e reazione giustificata, o di inchiesta della Fifa per capirci qualcosa di più. Serve solo a scriverci su con fiumi e fiumi di inchiostro, come sto facendo anche io ora.
Zidane non è stato capace di trattenersi, ed ha reagito come il peggiore dei giocatori di periferia, che anche ai giardinetti pubblici lo cacciavano via e non lo faceva giocare più per un paio d'anni.
E chi lo difende non fa altro che giustificare uno dei gesti più brutti visti in una partita di calcio. Uno spot negativo, da mandare in onda nelle scuole calcio dei bambini con il sottotitolo: “Il calcio non è questo”.
Quindi, io la riflessione sul campione provocato ed il difensore che ha offeso, la chiuderei qui una volta per tutte.
Ma Gallas, secondo le agenzie delle ultime ore, rincara addirittura la dose: “Vorrei solo picchiarlo”, riporta il Corriere, “Sappiamo tutti come sono fatti gli italiani, fanno sempre così. Quando sentono che stanno subendo, provocano. Quando ho visto Zidane andarsene così, avrei voluto spaccare la faccia a Materazzi. A volte un giocatore fa il furbo, dicendo cose per le quali vorresti ucciderlo. Gli italiani barano, ma non possiamo farci nulla”.
Simpatici proprio, questi francesi. E complimenti anche a Gallas, che continua a dimostrare non solo il livello di cultura sportiva della nazionale francese, ma anche il fatto che questi qui non sanno proprio perdere.
Ah, lo sentite questo coro in lontananza? Siamo noi, siamo noi, i campioni del mondo siamo noi...



(Corriere)

Il massacro di Srebrenica

L'avevo già ricordato l'anno scorso, mi sembra doveroso farlo anche oggi.
L'orribile strage di Srebrenica.
Sono passati ormai 11 anni, ma non bisogna dimenticare, soprattutto quando i colpevoli del massacro sono ancora liberi.


(RTSI)

lunedì 10 luglio 2006

Campioni del Mondo

Allora, l'esame è andato bene.
Volevo gridare campioni del mondo mentre firmavo la camicia, ma alla fine non l'ho fatto.
Ora che ho la mente libera da impegni universitari, e ho riacquistato la lucidità dopo le troppe birre di ieri sera, credo sia il momento di tirare le somme di questo mondiale, mentre i nostri eroi azzurri sono appena usciti dal bagno di folla del Circo Massimo.
Il mondiale, bello o brutto che sia stato, l'abbiamo vinto.
Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!

La finale sarà stata fin troppo sofferta, il gioco non sempre spumeggiante, i talenti non avranno brillato come ci si aspettava, ma alla fine è il risultato quello che conta, no?
Abbiamo iniziato vincendo un girone abbastanza facile con qualche patema d'animo di troppo. Col Ghana una buona prestazione, con una nazionale cinica e compatta trascinata da un Pirlo ispiratissimo. Ma con gli USA il primo passo falso, e nel dopo-partita già tutti, giornalisti e allenatori del bar sport erano pronti a crocifiggere Marcello Lippi e boicottare la squadra.
Con la Repubblica Ceca si è rivista una buona squadra, grazie soprattutto alla superiorità numerica e al gol di testa del sostituto di Nesta, quel Materazzi che, da difensore più odiato del calcio italiano, si è trasformato in eroe nazionale. L'avreste mai detto?.
Negli ottavi, forse la nostra partita più dura e sofferta. Con l'Autralia, dopo l'espulsione di Materazzi, chi di noi non ha detto: E' già finita? E invece no: il terzino dalle gambe chilometriche, il fenicottero della fascia sinistra, quel Grosso partito tra mille dubbi come titolare di Lippi, ha preso il coraggio a due mani e si è esibito nel primo dei suoi capolavori mondiali: discesa forsennata sulla fascia, doppio dribbling e fallo guadagnato in area di rigore. Totti, niente cucchiaio e gol qualificazione.
Con l'Ucraina partita in discesa fin dall'inizio, con un fenomenale Zambrotta ed il nostro bomber Toni che solo lì ha segnato le sue uniche due reti del mondiale. 3 a 0, e via a incontrare la Germania.
I padroni di casa. Partita dura ma corretta, nervosa: gioco a sprazzi, poche emozioni fino a quei due magici minuti che già sono entrati nella storia: 119° e 120°.
Un uno-due micidiale: prima di nuovo Grosso, con un gol tutto cuore, coraggio e precisione chirurgica, poi il redivivo Del Piero, con una perla delle sue che è già da annali del calcio.
Siamo in finale. Nessuno c'avrebbe mai scommeso una lira. La nazionale degli scandali, quella che "di sicuro gli arbitri faranno di tutto per farci fuori", quella di Moggiopoli e Calciopoli ha raggiunto la finale.
Ce la giochiamo tutta qui, a Berlino, contro la Francia di Zidane e soci.
Antipatica come nessun altra nazionale. Superbi, spocchiosi, irritanti: e poi, già ci hanno condannato due volte all'eliminazione. Francia 98 ed europei del 2000.
Contro di loro è stato davvero l'epilogo più bello, perché ci siamo vendicati di due sconfitte che bruciavano ancora troppo.
Anche questa partita davvero brutta: nervosa, lenta, troppa tensione da ambo le parti.
La Francia subito in vantaggio con rigore che più dubbio non si può, pareggiamo con l'eroe del popolo Materazzi, giochiamo bene altri 15 minuti - vedi traversa di Toni - e poi crolliamo. Non facciamo più nulla, giochiamo male, siamo lentissimi.
La Francia, davvero sorprendente, sembra pronta a darci il colpo di grazia da un momento all'altro, guidati da uno straordinario Zidane.
Ma noi soffriamo, chiusi dietro e pronti a ripartire in contropiede. Con un Cannavaro capitano di sicuro il migliore del mondiale - altro che Zizou - che giganteggia lì dietro come ha sempre fatto.
Poi, i dieci secondi di follia di Zidane, con la zuccata nello sterno di Materazzi - cosa gli avrai detto, amico mio, per farlo incazzare così? Forse non ce lo dirai mai - e l'espulsione.
In molti già lo condannano a vita per questo gesto. Indecoroso e indecente, uscirsene così di scena è davvero poco gratificante, ma le qualità del campione più puro degli ultimi 15 anni non si toccano proprio.
Comunque, Francia in 10 ma Italia che fa poco o nulla per vincere.
Poi i rigori, ma questi già fanno parte della storia dei mondiali.
6 a 4, la coppa è nostra.
Che emozioni indescrivibili, uniche, irripetibili. Noi dell'83, che non avevamo visto Tardelli esultare dopo il gol, Pertini in piedi in tribuna e Paolo Rossi che la buttava dentro sei volte in tre partite, soffrivamo troppo per questa nostra mancanza.
La nostra generazione era quella degli eterni sconfitti: le notti magiche trasformate in tragedia per colpa di Zenga che va a farfalle, il dramma dei rigori in Usa, poi in Francia e ancora agli europei del 2000.
Non vincevamo mai: solo lacrime e dolori calcistici, per noi dell'83. Fino a ieri. Fino a quel trionfo splendido, inaspettato, maturato piano piano nella mente e nel cuore di noi tutti.
Un mondiale vinto dai terzini operai, dai faticatori, dai mediani dai piedi storti e dai difensori coraggiosi.
Un mondiale senza attaccanti, dove il nostro miglior marcatore è un enorme difensore che vedevamo tutti come uno spezzagambe e basta. Un mondiale vinto con merito, prima di tutto, e con tanto, tanto cuore. Che ci fa dimenticare per un momento tutti gli scandali che ci sommergono a casa nostra, e ci fa volare e sognare, perché vederla alzare al cielo dai nostri, quella coppa, è proprio un'emozione incredibile.
Un mondiale che ci ha offerto un Totti a mezzo servizio, incapace di incidere e quasi sempre irritante. Un mondiale che ha consacrato Zambrotta come uno dei migliori nel suo ruolo, ha fatto scoprire a tutti il talento di un giocatore duttile come Perrotta, ha fatto capire a tutti che la coppia Pirlo - Gattuso è un godimento per gli occhi e da manuale del calcio: un rubapalloni instancabile e aggressivo + un danzatore sopraffino con il pallone sempre attaccato ai piedi.
Complimentoni, ragazzi.

Ora noi abbiamo 4 stelline, meglio di noi soltanto il Brasile.
Abbiamo cancellato in un momento tutti quei ricordi che i nostri genitori ci avevano tramandato, che le televisioni tornavano a riproporci ogni volta come i bei tempi passati che non torneranno più. Tardelli, Rossi, Bruno Conti, lo scopone sull'aereo con Pertini.
Il mondiale spagnolo, l'ultimo mondiale vinto, che non abbiamo vissuto e ci toccava ripercorrere solo attraverso ricordi e fimati d'archivio.
Ma, ora, quei ricordi ce li abbiamo anche noi, e non sono meno belli di quelli dell'82.
Che soddisfazione, che soddisfazione.
Da domani possiamo tornare anche a parlare di Juve in B, arbitri, Moggi e condanne varie.
Da campioni del mondo, però.

domenica 9 luglio 2006

Il professore capirà

Non so come, ma sono ancora vivo.
L'infarto l'ho rischiato un paio di volte, ho detto più parolacce in due ore che in tutto l'anno, i rigori non li ho visti perché stavo troppo male, non ho più voce perché ho gridato come un ossesso, ma ne è valsa la pena.
Ah, tra meno di due ore dovrei svegliarmi, andare a Roma e fare un esame, ma poco importa.
CAMPIONI DEL MONDO.

Meglio un 30 o la coppa?

Meno cinque ore alla finale.
Ho ancora un po' di tempo per finire di studiare.
Ma chi voglio prendere in giro?
Ma quale libri, quale ripetizione: qui si pensa solo a Italia - Francia e la tensione già si taglia col coltello.
E l'esame? Poco importa, soprattutto se domani potrò andare a sostenerlo con la quarta stellina impressa sulla maglia.

sabato 8 luglio 2006

Lynch in Venice

Quel vecchio mattacchione di David Lynch riceverà il Leone d'Oro alla carriera.
Un grande riconoscimento per un grande del cinema mondiale.
Il regista di Elephant Man ed Eraserhead sarà premiato a Venezia, dove verrà anche proiettato in anteprima il suo nuovo film: "Inland Empire".
E se proprio siete curiosi curiosi e non potete aspettare, su youtube si può trovare anche una scena tratta dal film.
Più tante altre cosine e cosucce lynchiane che è sempre un piacere vedere.
Buona visione.

(Youtube)

venerdì 7 luglio 2006

Dream team

Nella squadra ideale di campioni del mondiale, annunciata dalla Fifa, ci sono ben 7 italiani.
La muraglia Buffon, l'inarrestabile Zambrotta, il generoso ed elegante Pirlo, l'instancabile Gattuso e l'immenso Cannavaro.
Poi, non so bene il perché, anche Totti e Toni.

(Corriere)

Premio Strega 2006

Ieri sera Sandro Veronesi ha vinto la sessantesima edizione del Premio Strega, il più importante premio letterario italiano.
Il suo libro, Caos Calmo, ha battuto di poche decine di voti La ragazza del secolo scorso di Rossana Rossanda.
Terzo, con L'amante Proibita, è arrivato Massimiliano Palmese, di cui potete leggere un'intervista, rilasciata qualche settimana fa, a noi simpaticoni di di Alternapoli.
E buona lettura a tutti.

(Ansa, Alternapoli)

mercoledì 5 luglio 2006

Domenica mangiamo galletti

Va bene il riscatto dell'europeo, va bene la rivincita dei rigori del 98, va bene che sono antipatici e sarà bellissimo umiliarli, ma io la finale l'avrei preferita con il Portogallo e non con la Francia (e sì, marcare quella pippa di Pauleta è una cosa, tentare di fermare quella furia di Henry un'altra).
A domenica, tanto i più forti siamo sempre noi.

Che giorno, scusi?

Chinaski lo racconta in modo molto più divertente di me, ma il succo del discorso è lo stesso: lunedì 10 anch'io avrei un esame all'università.
Per chi non l'avesse capito, proprio il giorno dopo la finale dei mondiali.
Che fare?

Non è vero

Non sono del tutto d'accordo con le riflessioni di Luca Sofri sulla partita di ieri, soprattutto con l'inutile e superflua critica a Del Piero: "La prima è che sono contento che Del Piero abbia fatto quel gran bel gol. E che però la celebrazione del rinato Del Piero mi sembra fuor di misura e analoga a quella del rinato Totti quando quello aveva buttato dentro un rigore. Del Piero ha giocato poco, si è bruciato le due chances che ha avuto di buttarla dentro e ha acchiappato la terza, peraltro superflua (il gol che conta l'avevano fatto Pirlo e Grosso). Bravo. Ma non fa primavera".
Del Piero ha in realtà giocato pochissimo - ormai è l'ultima scelta di Lippi -, ma si è mosso molto bene e l'ha buttata dentro con classe infierendo con eleganza su un avversario già al tappeto.
Poi, non so dove abbia visto il buon Sofri le altre due chances bruciate dall'attaccante. Mistero. Comunque, mi sa proprio di quelli che devono per forza remare contro perché così fa giornalista di tendenza.

E poi, resto semplicemente sbalordito dall'ultimo, delirante quarto punto: "La quarta cosa è che se il tifo per la nazionale non fosse una cosa irrazionale e istintiva, spererei che i mondiali li vincesse la Francia: una squadra di persone serie, mature, eleganti, non tatuate, in cui il più pirla è più colto e intelligente del nostro presidente di Lega. Una coppa del mondo è fatta per le mani di Zidane, o di Henry, o di Thuram. Ma poi sarò contento di vederla in quelle di Buffon".
Ora, non so bene in base a quali criteri riesca a definire i francesi più seri e maturi dei nostri, ma in ogni caso non mi trova d'accordo. Proprio no.
Poi, per quanto guarda l'eleganza, va bene che Zidane è di un altro pianeta, ma sugli altri ci andrei un po' più cauto.
Paragonare Pirlo a Makelele, Totti a Ribery e Zambrotta a Sagnol? Ma per favore.
Sulla questione dei tatuaggi, poi, non capisco il perché di questo riferimento.

Alla fine, che dire: per fortuna, sono felice che il tifo sia una cosa passionale e incontrollabile, e spero soltanto che la Coppa del Mondo la vinca la squadra che rappresenta la mia nazione: non un gruppetto di calciatori a fine carriera, superbi e insopportabili, non so se intelligenti ma di sicuro antipatici.
E, per fortuna, Luca Sofri scrive molto bene, per fortuna non solo di calcio.

martedì 4 luglio 2006

Che semifinale

Torno ora a casa dai festeggiamenti post-partita.
Senza voce, senza parole.
E anche leggermente brillo.

lunedì 3 luglio 2006

Il pugno misterioso

Dal momento che qualcuno lo ha appena cercato qui sul blog, come apprendo dai referrers, lo piazziamo subito in bella vista: il filmato del presunto pugno di Frings a Cruz, durante la rissa finale tra Germania e Argentina.
Buona visione.

(Youtube)

La compro subito

Non vedo l'ora di andare a prendere le aspirine al supermercato dietro casa.
Anche se non le uso.
Solo così, per vedere di nascosto l'effetto che fa.

Taxiiiiii!

Stasera ho parlato con un mio amico tassista.
Dire che era incazzato è un eufemismo.
Volevo dialogare con lui, fargli capire meglio la questione, ma ho rinunciato quasi subito.
Diceva che a Napoli già non c'è lavoro per i tassisti, che si guadagna già poco, che lui la sua licenza se l'è sudata e ora si sente preso in giro.
Gridava anche un po'.
Non ho voluto controbattere, per non mettere fine all'amicizia.

Il complotto

Dei folli, poco fa, sul programma sui Mondiali di Raiuno - ho riconosciuto Mazzola e Tardelli, ma forse anche qualcun altro - stavano portando avanti da una mezz'ora una teoria assurda su un complotto internazionale architettato da una mente oscura ai danni dell'Italia: in realtà avrebbero squalificato Frings per poi far sì che l'arbitro possa dirigere a favore della Germania e noi poi non potremmo lamentarci perché potrebbero risponderci: "ma abbiamo anche squalificato Frings, quale arbitraggio contro di voi".
Da camicia di forza, sul serio.

sabato 1 luglio 2006

Il mio quarto di finale

Allora: ieri, e lo ricordo per chi avesse vissuto in una buca sotto terra a centinaia di metri di profondità con i tappi nelle orecchie, l’Italia si è qualificata per le semifinali della coppa del Mondo.
Un 3 a 0 senza storia con il quale la squdra di Marcello Lippi ha annientato l’Ucraina.
Gol apripista di Zambrotta, doppietta di Toni, e la nazionale di Sheva è tornata a casa con la coda tra le gambe.
Ma non voglio parlare di questo, basta leggere un qualsiasi giornale per saperlo.
Voglio raccontarvi quello che ho visto qui a Napoli, i festeggiamenti che i napoletani hanno riservato a questo passaggio di turno. Sempre se, con le parole, riuscirò a spiegarvi quel che ho visto, ieri sera.
Sono a casa di amici al corso Garibaldi, dalle parti della stazione centrale.


Una strada già addobbata a festa prima della vittoria. Manca mezz'ora all'inizio. In lontananza, già si sentono esplosioni e fuochi d’artificio: forse c’è gia chi si esercita immaginando il risultato favorevole.
Al primo gol, subito il putiferio: bombe carta che scoppiano sotto casa, ci affacciamo per vedere se le auto sono integre.
Le trombette risuonano in ogni dove, bandiere sventolano tra fuochi d’artificio e bambini che battono i coperchi delle pentole usandoli come piatti.
Si soffre durante il primo tempo, poi l’intervallo. Altre esplosioni, si prende il caffè, i motorini sfrecciano per le strade per andare chissà dove, con la solita colonna sonora di clacson e fischi.
Secondo tempo: uno-due micidiale dell’Italia, e il corso Garibaldi quasi salta per aria per la gioia. Non scherzo, sembrava il terremoto: neanche a capodanno ho visto fuochi d’artificio così.
Ci avviciniamo alla fine della partita. Al termine, l’inferno. O il paradiso, dipende dai punti di vista: uno spettacolo che non bastano le parole per descriverlo.
Una quantità indefinita di motorini spuntati da decine di vicoli: 2, 3 alle volte anche 3 persone con un bimbo piccolo, sui motorini a festeggiare, a urlare, a fare cose incredibil.
Motociclette, trombe, bandiere sventolanti, grida, clacson che hanno suonato ininterrottamente almeno per due ore.
Ancora fuochi d’artificio – ma quanti, non avete idea -, e gli immancabili annunci funerari che segnalano la morte dell’Ucraina. Splendidi.
Allora, tutti in auto a festeggiare: bandiere e trombetta alla mano, mi lascio trascinare in questo casotto, nonostante avessi già la palpebra calata.
Strombazzate varie, nel traffico a passo d’uomo, con motorini che spuntano da tutte le parti: gridi, ti cali nella folla, nell’atmosfera, sudi perché il caldo è insopportabile. Ti guardi intorno e vedi ragazzi a torso nudo che usano la bandiera dell’Italia come mantello, parrucche tricolori, bandiere di dimensioni spropositate, automobili addobbate a festa, furgoncini dipinti con i colori della nazionale.
Le ragazze napoletane, truccate in volto, ridono e si scatenano. Sono bellissime.
Senti clacson musicali, l’inno di Mameli a tutto volume, ridi perché attorno a te ridono tutti.
Arrivati su via Caracciolo, il traffico si ferma. O meglio, si fermano tutti e scendono dalle macchine per cantare e festeggiare. Cantano a squarciagola, e siamo quasi alla mezza.
La festa con le automobili ferme per strada continua almeno fino all’una. E’ una festa incredibile, e siamo appena in semifinale.
Ovviamente, il rovescio della medaglia è testimoniato dai numerosi atti vandalici da parte dei soliti teppisti, che non hanno mai ben chiaro il limite che divide festeggiamenti da vandalismo. Bestie.
Pullmann devastati, risse, arresti, hanno coronato la nottata e confermato come il popolo napoletano sia tanto amabile per certi versi, tanto incivile e sgradevole per altri. Che peccato
Ci vediamo in semifinale, allora. Sperando che mi ritorni la voce e che finiscano di fischiarmi le orecchie.