Mancano poco meno di tre settimane ai referendum parzialmente abrogativi della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Pochi giorni, ma mi sembra che sia ancora molta, moltissima la disinformazione, la scarsa informazione e l'informazione manipolata che si è creata e che ruota intorno a questi voti.
E, soprattutto, è ancora grande - secondo un sondaggio Demos - Eurisko le cui conclusioni sono riportate sulle pagine web di "Repubblica" - la fetta di aventi diritto al voto che ancora non sa se andrà o meno a votare. Poco più di un terzo degli elettori. Certo, questi sondaggi non sempre sono affidabili, ma l'aria che si respira in questo periodo pre-referendum è proprio questa: un'aria resa pesante dai troppi appelli mediatici, dal troppo clamore volto a toccare le corde del cuore, le questioni etiche e morali, il progresso della scienza o il ritorno alla barbarie, in un dibattito che non si è ancora soffermato in maniera analitica, chiara e comprensibile sui punti in questione della legge.
Ed il risultato è questo: un popolo di votanti insicuri e allo sbando, incapaci di decidere se non per "sentito dire" e che non sanno ancora bene come comportarsi.
Chi ha il tempo di documentarsi, di leggere giornali, di ascoltare le due campane e confrontare le due facce della medaglia, potrà avere un quadro abbastanza limpido della situazione. Ma chi non ha, per motivi di tempo, di lavoro, di cultura, la capacità di approfondire il dibattito e comprendere meglio l'argomento, non può che sentirsi spiazzato di fronte a questo voto difficile e complesso, su questioni che sono state dibattute senza chiarezza, dando scontate molte cose o sfruttando, appunto, questa mancanza di conoscenza per far leva sul sentimento e sulla sensibilità dell'animo umano a determinate questioni.
Ed è questo, alla fine, quello che maggiormente preoccupa: che questo referendum veda vincitore chi è stato in grado di sfruttare meglio il marketing sentimantal-mediatico, di convincere il maggior numero di votanti con slogan eccessivi e fuorvianti, tirando in ballo la vita, l'etica, la morale - cosa giustissima per un simile referendum - ma senza aver dato ai cittadini le basi per riflettere criticamente e in maniera costruttiva sulla questione.
4 sì, 4 no, astensionismo: accettiamo tutto, basta che provengano da elettori coscienti che abbiano compreso realmente e seriamente cosa si andrà a scegliere e decidere, ai referendum parzialmente abrogativi della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita 12 ed il 13 giugno.
martedì 24 maggio 2005
Capire cosa e perché votare
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Pienamente d'accordo con te... ne parlo anch'io, se vuoi passare a dargli un occhiata...
RispondiEliminaTra chi non ha capito un piffero, tra chi senza pur avere una idea precisa finirà per farsi condizionare dalla chiesa e dalle forze politiche di cui non smetteremo mai di vergognarci..tra chi reputerà piu' importante andare al mare....
RispondiEliminaC'è da preoccuparsi!!!
Speriamo si tratti di semplice pessimismo..
C'è una cosa che mi preoccupa non poco: la posizione di certi cattolici (vedi il cardinal Giordano in prima pagina sul Mattino) che sono a favore dell'astensionismo.
RispondiEliminaCredono che la gente non sia in grado di decidere, sostengono che l'argomento sia troppo complesso per noi poveri mortali. E invece di spingere fedeli e non all'informazione, preferiscono barricarli e abbruttirli nella disinformazione. Insomma, sono passati seconli e secoli, eppure qui pretendono di trattarci ancora come Renzo che con 2 capponi va da Azzeccagarbugli.
Non sto qui a dire cosa voterò, ma a dire che voterò. Non sono cattolica, è vero, ma questo conta poco. Sono parte della polis e, come tutti, ho il dovere di farmi sentire.
Spero che la gente si ravveda, lo spero davvero.
heilà....io sn passata di qua..... ^.^
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