Rispondo a chi mi suggeriva la visione del film "Le conseguenze dell'amore". E' una pellicola che ho visto proprio poche settimane fa, e devo dire che mi ha davvero piacevolmente sorpreso.
***
“Le conseguenze dell'amore”, unico film italiano in concorso al Festival di Cannes 2004 e vincitore di cinque David di Donatello, è il secondo lungometraggio di Paolo Sorrentino, talentuoso regista napoletano, che aveva già impressionato felicemente pubblico e critica con “L’uomo in più”, del 2001.
A metà strada tra il noir, la commedia sentimentale e il dramma psicologico, il film appassiona e coinvolge sia nella prima parte, quando la macchina da presa insegue il misterioso protagonista nel suo piccolo mondo, sia nella seconda, quando la pellicola prende una strada più dinamica e movimentata. Lo stile del regista, molto personale e ricco di citazioni (riusciamo a intravedere, in alcune inquadrature, richiami a Kubrick, Antonioni, Wenders) riempie ogni inquadratura e colpisce per l’eleganza geometrica e la funzionalità di ogni ripresa, unite a numerose invenzioni stilistiche di grande spessore artistico.
Ogni scena, ogni singola inquadratura si tiene con l’altra in un tutt’uno coerente e coeso; senza mai strafare, riuscendo sempre a mescolare le giuste dosi di originalità e armonia narrativa, Paolo Sorrentino usa la macchina da presa come un perfetto giocoliere dell’immagine.
Ne deriva un’opera filmica estremamente suggestiva e poetica: ogni fotogramma è denso e ricco di significati, ogni ripresa studiata nei minimi dettagli, dando sempre la priorità al linguaggio delle forme geometriche, oppure sconvolgendo l’occhio dello spettatore muovendosi lungo linee e percorsi contorti e particolari.
Superba la prova di Toni Servillo, attore di teatro dall'immenso talento, capace di calarsi alla perfezione nella difficile parte del commercialista taciturno e scontroso e di Olivia Magnani, splendida nipote d’arte dagli occhi color del mare.
Molto bravi anche Adriano Giannini che interpreta Valerio, giovane e immaturo fratello di Titta passato a trovarlo in albergo prima di partire per i Caraibi, e Raffaele Pisu, strepitoso nella parte del nobile decaduto, amante del gioco d’azzardo, che ha sperperato l’intera fortuna al tavolo verde e desidera morire in modo rocambolesco.
Particolare citazione, infine, merita la colonna sonora (Lali Puna, Mogwai, James, Terranova), che mescola sapientemente musica classica e rock alternativo, elettronica e intermezzi minimalisti, fino alla splendida “Rossetto e cioccolata” cantata da Ornella Vanoni.
***
A breve troverete la mia recensione completa sul sito www.lankelot.com. Sempre all'interno del caffè letterario è possibile, intanto, leggere due splendidi interventi, di Enrico Campofreda e Jeffrey Beaumont, su uno dei migliori film della passata stagione.
(Lankelot)
l'ho fortunatamente recuperato al cineam questa settimana ed e' davvero sorprendente per la sua bellezza
RispondiEliminagrande cast (immeso servillo) ma sulla bravura di Giannini non mi sento di concordare con te.
anch'io l'ho trovato notevole. se ti va, puoi passare qui per leggere qualche mia considerazione
RispondiEliminaDust - Notevoli le tue considerazioni. complimenti.
RispondiEliminaAvag - Io l'ho trovato bravo, pensa che stiamo parlando di un attore spesso mediocre.