Per me questo di Antonio Sofi è il post più interessante del mese.
Soprattutto questa parte qui:
"Ben venga invece una sana personalizzazione, la prima persona e il tono colloquiale, se questi significano:
1) maggiore trasparenza del punto di vista di chi scrive;
2) maggiore apertura all’ascolto e al dialogo con i lettori, e soprattutto
3) la consapevolezza che dall’altra parte del foglio, dello schermo o del Web c’è un lettore che non è popolo-bue, molto meno ingenuo di quanto si vuole credere. Ben consapevole dei meccanismi dell’informazione, sempre più abituato a comparare notizie e opinioni diverse grazie a mille-media che ci sono in giro, che apprezza quando chi gioca con il suo bisogno di informazione lo fa a carte scoperte. Senza prenderlo in giro, o nascondersi dietro il dito della oggettività dei fatti, o della terza persona.
Più che litigiosità, approssimazione e autoreferenzialità (che un po’ è vero, via), è l’attacco alla prima persona che non mi va giù. Al contrario di quanto scrive Carlini (che è ormai qui diventato puro pretesto), il giornalismo di qualità sarà quello che userà al meglio i toni colloquiali e la prima persona. Che riuscirà ad essere personale: ovvero da persona a persona".
(Webgol)
Soprattutto questa parte qui:
"Ben venga invece una sana personalizzazione, la prima persona e il tono colloquiale, se questi significano:
1) maggiore trasparenza del punto di vista di chi scrive;
2) maggiore apertura all’ascolto e al dialogo con i lettori, e soprattutto
3) la consapevolezza che dall’altra parte del foglio, dello schermo o del Web c’è un lettore che non è popolo-bue, molto meno ingenuo di quanto si vuole credere. Ben consapevole dei meccanismi dell’informazione, sempre più abituato a comparare notizie e opinioni diverse grazie a mille-media che ci sono in giro, che apprezza quando chi gioca con il suo bisogno di informazione lo fa a carte scoperte. Senza prenderlo in giro, o nascondersi dietro il dito della oggettività dei fatti, o della terza persona.
Più che litigiosità, approssimazione e autoreferenzialità (che un po’ è vero, via), è l’attacco alla prima persona che non mi va giù. Al contrario di quanto scrive Carlini (che è ormai qui diventato puro pretesto), il giornalismo di qualità sarà quello che userà al meglio i toni colloquiali e la prima persona. Che riuscirà ad essere personale: ovvero da persona a persona".
(Webgol)
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