mercoledì 10 maggio 2006

Riflessioni sul caso Moggi

Allora, stare dietro a tutta questa faccenda delle intercettazioni telefoniche di Moggi, Giraudo & co. è davvero complicato.


E’ molto difficile, soprattutto, riuscire a mantenere la giusta obiettività e valutare i fatti senza pregiudizi e complottismi d’ogni sorta.



Partiamo da quello che è sicuro. Così, per fare un po’ di chiarezza.



Tutto il caso è esploso sui media, e di conseguenza nelle teste di milioni di italiani, dopo una richiesta di archiviazione della Procura di Torino che attesta come la Juve non abbia comprato partite o arbitri.


Partita chiusa per la giustizia penale, quindi.



Ok, fin qui ci siamo.



Poi la vicenda si è evoluta quasi da sola e, con un effetto valanga, ha raggiunto dimensioni spropositate.


I media hanno avuto un ruolo fondamentale, uniti ai vari giornalisti e alle persone che da anni considerano - a ragione? A torto? Chissà - i campionati falsati per una certa “sudditanza” nei confronti della Signora.



Questa notizia, quindi, li ha fatti andare direttamente a nozze.



Ci sono state le intercettazioni.


Molte, di tutti i tipi, alcune sinceramente non c’entravano nulla con il caso che si stava creando.


Altre erano però molto ambigue, e rivelavano una rete di rapporti molto stretta  tra Moggi, Pairetto e Mazzini.



Non ci sono dubbi, mi sembra. Né su questo fatto, né che simili rapporti tra il designatore degli arbitri e il dg della più importante squadra di Italia non siano eticamente corretti.



Chi dice che da quelle intercettazioni non emerge nulla, perché c'è stata la richiesta di archiviazione del PM, secondo me non dice la verità.


Al di là della personale indignazione per la pubblicazione delle intercettazioni e la gogna mediatica che si è scatenata, sono indubbi i rapporti troppo stretti tra Moggi e Pairetto, Pairetto e gli arbitri destinati a partite della Juve, troppe ambiguità e chiacchierate sospette tra Giraudo e lo stesso Moggi.



Qualche esempio?








Il 21/09/2004, prima della partita Samp - Juve, parlano Pairetto e Dondarini, che dovrà arbitrare la partita:


Pairetto: «Pronto»
Dondarini: «Gigi, sono Donda»
Pairetto: «Ciao Donda, come stai? (...) Mi raccomando domenica che non ci salti tutto»
Dondarini: «Mercoledì, domani»
Pairetto: «Sì mercoledì ecco fai una bella partita, tu sai che lì... sai che son sempre...»
Dondarini: «Eh, son particolari (...). Con cinquanta occhi bene aperti»
Pairetto: «Eh, bravo per vedere anche quello che non c'è, a volte (...) non facciamo subito che si dica "Ah, bene, complimenti per le scelte» (Dondarini è appena stato designato arbitro internazionale, ndr).
Dondarini: «Vedrai che non vi deludo».





Il 26/09/2004, una settimana prima di Juve – Udinese, Giraudo parla a Moggi dell'arbitro Dattilo:


«Se è un po' sveglio, gli dimezza l'Udinese».
Guarda caso, nella partita Udinese – Brescia ne succedono di tutti i colori, tra ammoniti ed espulsi. Squadra dimezzata.




Dopo la  partita di andata dei preliminari di Champions League contro gli svedesi del Djugarden ecco una nuov intercettazione:


Pairetto: «Pronto»
Moggi: «Gigi? Dove sei»
Pairetto: «Siamo partiti»
Moggi: «Oh, ma che c... di arbitro ci avete mandato?»
Pairetto: «Oh, Fandel è uno dei primi...»
Moggi: «Ho capito, ma il gol di Miccoli è valido»
Pairetto: «No»
Moggi: «Sì, come no? (...) Ma poi tutto l’andamento della partita ha fatto un casino a noi»
Pairetto: «Gli assistenti non mi sono piaciuti molto, in assoluto, no, ma stavo pensando ad un altro, quello che aveva alzato era quello di Trezeguet che mi ricordo davanti»
Moggi: «Quello è un altro discorso. (...) Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?»
Pairetto: «Porco Giuda, mamma mia, questa veramente dev’essere una partita...»
Moggi: «Ma no, ma si vince, ma sai, si dice...»
Pairetto: «Ma questi sono scarsi»
Moggi: «Però con uno come questo qui resta difficile, capito?» (...)
Moggi: «Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia»
Pairetto: «Eh, l’ho già fatta»
Moggi: «E chi ci hai mandato?»
Pairetto: «Mi pare Consolo e Battaglia»
Moggi: «Eh, con Cassarà, eh?»
Pairetto: «Sì»
Moggi: «E a Livorno, Rocchi?»
Pairetto: «A Livorno Rocchi, sì»
Moggi: «E Berlusconi Pieri, mi raccomando»
Pairetto: «Non l’abbiamo ancora fatto»
Moggi: «Lo facciamo dopo»
Pairetto: «Vabbò, lo si fa poi»

Sceglie Moggi, insomma.






Altra chiacchierata abbastanza strana:


Moggi: «Pronto»
Pairetto: «Ehilà, lo so che tu ti sei scordato di me, mentre io mi sono ricordato di te»
Moggi: «Ma dai»
Pairetto: «Eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam».
Moggi: «Chi è?»
Pairetto: «Meier»
Moggi: «Alla grande»
Pairetto: «Vedi che io mi ricordo di te anche se tu ormai...»
Moggi: «Ma non rompere, adesso vedrai, quando ritorno, poi te lo dico io se mi sono scordato»





Moggi e Baldas su Pairetto:


Baldas: «Intanto è stato Pairetto a mettere i bastoni tra le ruote all’Uefa, perché l’Uefa mi vuole tenere, mi vorrebbe tenere (...) Ho parlato con Eberle ed Eberle mi ha detto guarda, se la Federazione non l’Aia perché io non c’entro più con gli ispettori arbitrali no, mase la Federcalcio manda due righe all’Uefa loro mi tengono»
Moggi: «Chi, la Federazione dovrebbe mandarle?»
Baldas: «Sì, esatto» (...)
Moggi: «Eh, adesso sento un pochino»
Baldas: «Ascolta io ho fatto, ti ho preparato due righe di appunto, te le mando via fax in ufficio?»
Moggi: «Mandamele in ufficio»
Baldas: «Va bene, e comunque sarà poi mica Pairetto che mette i bastoni tra le ruote no?» (...)
Moggi:«Ma va’, ma guarda se tu immagini che Pairetto può mettere i bastoni tra le ruote (risata)»



Moggi e Pairetto hanno intrattenuto rapporti troppo stretti. Pairetto si rivolgeva ad alcuni arbitri in termini a dir poco ambigui.


Le conversazioni dello stesso Moggi con Mazzini, Baldas, Giraudo, destano molti dubbi sulla trasparenza e la correttezza dei suoi metodi.



Ad una prima lettura, neanche troppo maliziosa, sembra proprio che il grande vecchio del calcio italiano, Luciano Moggi, dava direttive, consigli, commenti e qualcosa di più sul campionato di calcio 2004 - 2005.



Tornando al discorso su Moggi, è molto facile per lui diventare ora il capro espiatorio.


Anzi, già lo è a tutti gli effetti, messo com’è sulla graticola mediatica e sbranato dai cronisti che non aspettavano altro che torturarlo.



Tutti da anni si lamentano della sudditanza e dei presunti favori, questa è stata la definitiva conferma. E dagli, dagli all’untore, è lui la parte malata del sistema, e così via.



Non nascondiamoci dietro ad un dito, sappiamo tutti che non è così.



Certo è che Moggi ha molte cose da raccontare e da chiarire, soprattutto visto che, in parallelo a questa vicenda, c’è la faccenda della GEA, a Roma e a Napoli.


Altre questioni, ma sempre Moggi al centro dei riflettori.



Il coperchio del calderone è ormai stato aperto, e difficilmente si potrà richiuderlo.



Prima di mettere l’imputato sul patibolo, aspettiamo ancora un po’.



Non è solo Moggi ad essere colpevole, ma è ovvio che si tratti della punta di un iceberg fin troppo grande.



Ma non stiamo a dire che Moggi non ha fatto nulla di male, per cortesia. Niente forca, ma nemmeno sorriso sulle labbra e pacche sulle spalle.


Che la giustizia sportiva faccia il proprio dovere.



Vabbé che ormai nel calcio siamo abituati a vederne di tutti i colori e non ci stupisce più nulla, e che molto spesso quando si parla di queste cose si finisce facilmente in discorsi tipo Bar dello Sport, ma lo scenario è al momento inquietante e la questione non mi sembra per nulla trascurabile.



Staremo a vedere.

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