Arroganti, prepotenti e pieni di sé. Ecco pronta la descrizione del tipico controllore sui treni delle Ferrovie dello Stato. Dico tipico ma non vorrei, a torto, generalizzare e definire in questo modo tutti i controllori ferroviari. Qualcuno si salva, lo premetto, ma si tratta davvero della minima parte.
Mi limiterò a descrivere solo gli esponenti di questa categoria che ho - mio malgrado - imparato a conoscere sulla tratta Napoli - Roma dell'Eurostar e nelle stazioni di Roma Termini e Napoli, tra Campi Flegrei e Piazza Garibaldi.
La macrocategoria comprende varie tipologie di addetti ai controlli:
1) Il controllore arrogante e borioso, stile sceriffo del Far West. Chiede con voce tonante e modi bruschi il biglietto, lo esamina con cura perché è convinto che il passeggero, soprattutto se pendolare, voglia fregarlo in qualsiasi modo. Quando si accorge che non è vero, soffre, ti guarda con occhi torvi e nervosamente si allontana.
2) Il controllore completamente disinteressato e maleducato. Forse perché odia il proprio lavoro, forse perché soffre il mal di treno, non vede l'ora di finire di lavorare e marca svogliatamente tutto ciò che gli capita tra le mani, senza neanche osservare se si tratti di un biglietto del treno o di un segnalibro consumato.
3) Il controllore che, una volta sceso dal treno, non alzerebbe un dito neanche se ti vedesse agonizzante in un lago di sangue. Puoi chiedergli qualsiasi cosa, anche la più semplice, ma lui evita di aiutarti e ti indirizza all'assistenza clienti;
4) Il controllore che ce l'ha a morte con tutti i pendolari: è convinto che siano una razza di passeggeri inferiore, perché non pagano il biglietto intero ma viaggiano con l'abbonamento, e per questo si sente in diritto di trattarli male e, come è capitato a me, di insultarli senza apparente motivo.
5) Il controllore ignorante. Solo ignorante. Che appena lo vedi ti chiedi: ma come ha fatto a prendere il posto?
6) Il controllore alle prime armi, timido e insicuro. Fa quasi tenerezza, nel suo completino verde nuovo di zecca mentre timbra titubante i biglietti, trattandoli come delle piccole reliquie. Ma alla fine è gentile, forse solo perché è all'inizio;
Ma, in mezzo a questa gente, questi tipi più o meno squallidi, ogni tanto una faccia pulita, una persona dai modi garbati con cui ti fa davvero piacere avere a che fare.
Devo ammetterlo: capita di rado, ma capita.
Di tanto in tanto, infatti, è possibile incontrare, quasi come un miraggio, il controllore gentile, che ti saluta col sorriso sulle labbra e rivaluta, anche se molto leggermente, la categoria. Mentre gli porgi il biglietto ti chiedi: perché non possono essere tutti come lui? Peccato.
Spero che nessuno si senta offeso, ma questo è ciò che ho visto nel mio primo anno da pendolare.
mercoledì 23 novembre 2005
I controllori ferroviari
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Vorrei solo dire..che io non mi sento di giudicarli così come fai tu...ma sai quante ne passeranno loro con tutti noi viaggiatori che ogni secondo gli vomitiamo addosso tutta la frustrazione per il servizio scadente dando loro tutta la colpa...ma loro che colpa ne hanno?? dovrebbero scoppiare i vertici, e non questi poveracci che si trovano loro malgrado...tra l'incudine e il martello...
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