sabato 8 ottobre 2005

Stan non è come Katrina?

Sbaglio o questo uragano, questi morti, questi dispersi e i problemi che tormenteranno una nazione già abbondantemente provata come il Guatemala stanno avendo una visibilità mediatica abbastanza ridotta? Non vorrei sembrare inutilmente polemico, ma credo proprio che per i media occidentali esistano morti di serie A e di serie B e che la logica della notizia svilisca quello che dovrebbe essere il compito principale del giornalista: informare. Il caso dell'uragano Stan in Guatemala, inoltre, conferma in pieno che il filtro occidentalista e filoamericano dell'informazione che riceviamo quotidianamente attraverso gran parte dei mass media ci porta ad avere una visione parziale e distorta della realtà.
Dico, stiamo parlando di 400 morti - al momento, alla fine della conta saranno di sicuro più del doppio -, più di mille dispersi, 40mila sfollati. Cifre che metteranno in ginocchio il Guatemala. I morti sono sempre morti, siano essi soldati americani in Iraq, poveri di New Orleans o contadini del Guatemala, e per questo meritano lo stesso rispetto e non possono essere così facilmente dimenticati o trascurati perché non "fanno notizia".
Si tratta forse il peggiore disastro naturale nella storia del paese, ma ciò non dare maggiore notiziabilità alla vicenda. O, perlomeno, questa catastrofe sembra non avere la stessa importanza di Katrina o di tanti altri morti nell'agenda mediatica e non avrà lo stesso impatto sull'opinione pubblica italiana. Che continuerà, come sempre, a sapere poco o nulla di questi tragici eventi che colpiscono il Sud America o l'Africa, che purtroppo cadono subito nel dimenticatoio senza lasciare traccia nella nostra memoria.


(CNN, la Repubblica, Ansa, Adnkronos)

2 commenti:

  1. Esatto, tutto quello raccontato dai media viene enfatizzato, ma ad esempio parlano tanto dell' influenza dei polli... ma ci sono tante altre malattie infettive nel mondo che stanno facendo piu' danni dell'aviaria... raccontano quello che vogliono loro...

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  2. Pensavo esattamente le stesse cose mentre ascoltavo in radio (e non è certo una radio qualunque, quella che apre con simili notizie) che annunciava la morte di 1400 morti per una frana in Guatemala.
    Ho profondamente amato quel paese, mi piacerebbe tornarvi. Sento la devastazione della forza della natura che fa crescere i miei brividi.
    E poi ancora terremoti in Asia, tornadi ovunque.
    Accidenti. Che paura!

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