Salgo. Scendo. Risalgo. Faccio una fila, firmo un'autocertificazione. Poi riscendo. Un'altra fila. Parlo con un professore che del mio problema non capisce niente, che mi rimanda ad un altro, che mi suggerisce di rivolgermi ad un altro ancora.
Io mantengo la calma, chiedo ai nervi di restare tranquilli, al loro posto, e non farsi prendere dal panico e dalla rabbia.
Ho fatto 250 ore di stage, perchè non dovrebbero accettarmi i crediti, mi dico...e invece no, ogni volta un problema, che si somma ad un altro problema, e ad un altro ancora. Gente che mi ride in faccia, professori che non sanno cosa fare, mi dicono di aspettare, di attendere, di fare file su file, mi rimproverano di non riuscire ad esporre bene il mio problema, laddove dovrei semplicemente mostrare l'attestato ed il bando che testimoniano la mia frequenza ad un corso di formazione, e prendere ciò che mi spetta di diritto...mentre questi improbabili dottori utilizzano il loro titolo di studio per comportarsi in maniera arrogante, senza umanità, senza rispetto per il prossimo.
Una laurea non vi rende migliori di me, non vi permette di trattarmi con superficialità, non vi dà il diritto di assumere, nei miei confronti, un tono arrogante e sarcastico.
Resto allibito, senza parole, sconsolato per la qualità umana e morale di questi individui.
Oggi, in data 14 luglio 2004, ho forse (e dico forse) risolto un problema burocratico universitario che mi tracinavo da un anno, esattamente dal 26 giugno 2003.
Ore di colloqui inutili, discorsi ascoltati mille volte, appuntamenti presi all'ulitmo momento per avviare una pratica semplicissima, la mia, che forse vedrà, entro settembre, la sua conclusione.
Ma il senso di repulsione e odio verso le persone che tanto mi hanno fatto penare, non andrà via tanto presto.