sabato 31 maggio 2008
Ti conviene uscire, con nano
domenica 25 maggio 2008
Safari tour al Palamaggiò - 24 maggio 2008
Vibrazioni positive. Ritmi tribali. Belle sensazioni, ed una scarica d’energia che ti parte dalla punta dei piedi e ti attraversa tutto il corpo.
Questo è tanto altro è stata la serata di ieri: il Safari tour di Jovanotti è arrivato a Caserta ed io, grazie ad uno splendido regalo, non me lo sono perso.
Lo spettacolo è stato straordinario, dal primo all’ultimo minuto, e nonostante il caldo tropicale del Palamaggiò e l’infortunio alla gamba di Lorenzo, è filato via bellissimo ed intenso.
Ottime le luci e l’impianto video, che ci ha tenuto compagnia nell’ora precedente con filmati geniali e trovate strane.
Venti anni di carriera di Lorenzo in poco più di due ore di spettacolo: missione impossibile? No di certo. Jovanotti è riuscito a mettercele quasi tutte. A far sognare i fan della prima ora ed emozionare quelli che lo conoscono solo da L’ombelico del Mondo.
Ovviamente poi i pezzi di Safari. I più belli, da A te a In orbita, Safari, Fango, Mezzogiorno, Dove ho visto te, Come musica.
E poi tanto altro, in un calderone musicale che sembrava non volersi esaurire mai. Addirittura un paio di strofe di A me me piace ‘o Blues e la sentita interpretazione di Terra mia.
Ottima l’intesa con Saturnino, e i due batteristi-percussionisti - Mylious Johnson e Gareth Brown - sul palco hanno regalato dei momenti di grandissima euforia a tutto il pubblico del palazzetto. La butto lì, credo fossero almeno 15000 persone.
Bello, bello, bellissimo. Dall’apertura di Safari alla parentesi romantica di Piove. Dal casino sfrenato dell’Ombelico del Mondo alla semplicità di Chissà se stai dormendo.
Bello, bello, bellissimo. Così tanto da far dimenticare il parcheggio a 5 euro e la benzina che sembrava non salire mai. E mettiamoci anche che il concerto di Jovanotti è “ecosostenibile”, cosa volere di più? Infatti il Safari tour live è ad “emissione zero”, e per assorbire la quantità di anidride carbonica prodotte durante la tournée, saranno piantati circa 2.300 alberi in diverse zone d'Italia.
Che splendido concerto. Grazie, Lorenzo.
venerdì 23 maggio 2008
Guerra civile anti-discarica di Chiaiano
Ricevo e pubblico, perché bisogna documentare quel che sta avvenendo tra Chiaiano e Marano.
Ore 20.00 - Un elicottero rimane fisso su un punto ben noto. Il rombo delle sue pale rende l’aria pesante, tesa, nulla in confronto a quello che si sta consumando un po’ più in là. Un primo cordone di polizia in tenuta antisommossa transenna la grande arteria stradale che porta alla rotonda “Rosa Dei Venti” di Marano. Sono poliziotti grandi, navigati, compatti non lasciano passare nessuno e si chiudono come un contagocce sempre più stretto.
Riusciamo ad arginare il primo blocco, siamo del posto e conosciamo un piccolo vialetto sterrato che bypassa il Bivio di Mugnano chiuso. Siamo più vicini al sit-in adesso. Scavalchiamo un cancello e ci troviamo al di là di quella che è stata battezzata “piazza”. Non lo è e non lo è mai stata, questa rotonda era chiamata il “Titanic” adesso sarà ribattezzata. Centinaia di persone la riempiono.
Un autobus è stato messo di traverso all’imbocco del Poggio Vallesana, dove da settimane c’è il presidio anti-discarica. La folla prosegue a perdita d’occhio verso il Corso di Marano, riempie gli spazi lasciati liberi dalla rotonda e si ferma troncata da un cordone di Poliziotti, Guardie di Finanza e Carabinieri. Questi sono più giovani del primo troncone, forse vorrebbero essere al di là della barricata, rimangono immobili. Cittadini e cittadini, separati da scudi e manganelli.
Il capopopolo è giovane ha un foulard colorato al collo, urla con il megafono di stare seduti. Qualcuno si sente male e cercano di fargli spazio, le guardie non arretrano e la tensione sale. Dopo un po’ – un po’ troppo – arriva l’ambulanza e le camionette sono costrette ad arretrare per farla passare. I manifestanti fanno passare le donne avanti, a loro il compito di fare da prima barriera.
Quelle madri possiamo star certi che da lì non si schioderanno.
di Marianna Sansone
Cosa succede a Chiaiano
Stasera la situazione era ancora una volta tesissima.
Per leggere un reportage di ciò che è avvenuto lì un paio d'ore fa, vi rinvio al blog di Marianna e a Notecologiche.
(Lemillebolleblu, Notecologiche)
domenica 18 maggio 2008
Caso Ilaria Alpi: nuove indagini, vecchie domande
Ilaria Alpi. Se dico questo nome, qualunque cittadino italiano dovrebbe indignarsi, ricordando la sua vicenda. Giovane e brava giornalista del Tg3, Ilaria Alpi è stata uccisa a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994. Insieme a lei fu ammazzato anche il suo operatore, Miran Hrovatin. Erano al seguito dell’operazione militare multinazionale, sotto protezione ONU, Restor Hope.
A quasi 15 anni dall’assassinio, non è mai stata fatta chiarezza sulla modalità dell’assassinio e sul movente, ma secondo alcune interpretazioni, i due giornalisti avrebbero scoperto un traffico internazionale di armi e rifiuti tossici prodotti nei Paesi industrializzati e smistati nei Paesi poveri dell’Africa, in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali.
Da questo omicidio derivano molte domande senza risposte e numerosi sospetti. Il caso Alpi - Hrovatin è ancora un puzzle incompleto, con la ricerca della verità che continua ad essere ostacolata in tutti i modi. Il 23 febbraio 2006 una commissione d’inchiesta parlamentare, dopo due anni, concluse i suoi lavori con due relazioni contrapposte sulla vicenda.
Il presidente era Carlo Taormina. Secondo lui l’omicidio sarebbe avvenuto dopo un fallito tentativo di rapimento da parte di alcuni abitanti di Mogadiscio per un risentimento dei somali nei confronti del popolo italiano. Inutile commentare. La commissione non ha approfondito la possibilità che l’omicidio possa essere stato commesso per le informazioni raccolte dalla Alpi sui traffici di armi e di rifiuti tossici, che avrebbero coinvolto anche personalità dell’economia italiana.
Ora però ci sono nuove indagini sulle tracce di sangue trovate sulla Toyota a bordo della quale erano Ilaria Alpi e Miran Horvatin. L’esame è stato disposto dal procuratore aggiunto di Roma Franco Ionta, titolare anche dell'inchiesta su Enzo Baldoni, per stabilire che sulla Toyota ci fossero effettivamente la giornalista del Tg3 e il suo operatore. E soprattutto secondo il gip, da un’analisi complessiva degli elementi indiziari fino ad oggi raccolti dagli inquirenti “la ricostruzione della vicenda più probabile e ragionevole appare essere quella dell'omicidio su commissione”. Altro che rapimento. Mi auguro davvero che queste nuove indagini portino a qualcosa di concreto.
(Ilaria Alpi)
martedì 13 maggio 2008
giovedì 8 maggio 2008
Pari opportunità
lunedì 5 maggio 2008
Tette di fronte
Alla fine le foto sono proprio grandi, e non solo quelle è vero. Ma nulla di cui scandalizzarsi, a parte il fatto che la realizzazione grafica e il claim non sono poi un granché.
E poi non mi sembrano una novità, due enormi tette in bella vista: basta accendere la tv e si vedono cose molto, ma molto più esplicite.
(Tgcom)
sabato 3 maggio 2008
venerdì 2 maggio 2008
Spock
Ho accettato. Mi pare carino, ma non ne ho ancora capito bene l'utilità.
(Spock)