E per gli amanti del gruppo di Cavriago, ecco una bella intervista di Sandro Giorello su Rockit.
(Rockit)
Firenze, Firenze, Firenze.
Firenze è il suo Duomo, la sua atmosfera magica, il suo Ponte Vecchio. Ma questo lo dicono tutti.
E allora è il Battistero, gli Uffizi, il David di Michelangelo. Anche questo, lo dicono tutti.
E allora cos’è Firenze?
Firenze, quella delle guide, è un morso di città, che visiti quasi tutta in una sola giornata. Ed è in quella giornata che ti rendi conto di come sia possibile concentrare due millenni di storia in qualche decina di chilometri quadrati.
Sono tutti lì. Ti guardi attorno e resti a bocca aperta. Chiudi gli occhi, e vorresti tanto perderti in quella prepotente e invadente carica di arte e di cultura, che si respira ovunque, che ti avvolge continuamente.
I fiorentini – pochi, rispetto alla quantità indefinita di turisti – vivono belli tranquilli, con la gorgia, un po’ fancazzisti e un po’ bischeroni.
E tutt’attorno Firenze, elegante, altezzosa, compatta, senza metro e con il tram della discordia, si mostra continuamente, in tutto il suo splendore.
Perché lo sa, eccome se lo sa. Di essere la più bella, di essere la più ricercata, la più fotografata.
Rinascimentale, bizantina, barocca, scultorea, opulenta, dalle grandi piazze, dai piccoli vicoli, percorsa da frotte di giapponesi, tutti flash e macchinette digitali.
Scorci mozzafiato, angoli da sogno, la cupola del Brunelleschi che ti sovrasta, e vedi dappertutto. I nasi all’insù, la tranquillità dell’Arno. Le biciclette e il lampredotto, che non hai mangiato ma che adori, per la musicalità della parola. Il porcellino del mercato Nuovo, col naso lucido lucido, da strofinare.
Le copie delle più grandi opere, sparse qua e là. Gli originali che devi cercare, con abilità, nei vari musei. L’atmosfera medievale di certe stradine, la bellezza inaspettata di Santo Spirito, al tramonto.
La poesia e l’eleganza della città di notte, il silenzio e la tranquillità delle Cascine, appena fuori porta. Una pausa rigenerante, con il sole che ti riscalda il viso, l'amore che ti riscalda il cuore e sei pronto a rituffarti lì, proprio nel mezzo di tutta quella storia.
Perché sai che di quella storia, di quelle statue, di quell’arte e di quella città, non sarai mai sazio.
Che spettacolo.