lunedì 5 novembre 2007

Il fascino dell'horror

Oggi su "il Mattino" (non lo compro, è che me lo regalano al bar col caffé), un incomprensibile articolo sul "fascino dell'horror sui giovani". Ma che roba è? Dove vuole andare a parare il sociologo Claudio Risè, che in altre occasioni ho letto sempre con interesse?
Innanzitutto, l'articolo parte dal presupposto che l'horror - sulla scia della festa di Halloween - piaccia soprattutto ai giovani di questa generazione, cosa che non mi sembra affatto vera.
Poi, dire che li adolescenti venerino le immagini dell'orrore e a volte le realizzino anche, nella nostra società, mi sembra una generalizzazione a dir poco sempliciotta.
Come quella che vuole come causa di tutto questo fascino per l'orrore, la mancanza del "vecchio tabù" del sesso. Come? E che c'entra adesso il sesso e il suo sdoganamento?
Meno male che questo tabù sia crollato, meno male che se ne parli sempre di più, senza inutili bigottismi, sin dalle età dell'adolescenza. Così da evitare inutili repressioni e possibili problemi d'approccio alla sessualità.
Che per provare nuovi stimoli, gli adolescenti sostituiscano il sesso con la violenza nei confronti dei passanti, beh, anche questa mi sembra un po' una forzatura.
La violenza c'è sempre stata, bambini violenti ed attratti dall'horror anche - forse prima ancor di più, con tutti quei zombie, esorcismi e film di Dario Argento - e qualche caso isolato di superviolenza non può farci pensare che le nuove generazioni siano quelle che di più amano queste tematiche e siano portate a realizzarle più facilmente.
Dai, su. Mi sembra esagerato.
Aspettatemi, vado ad ammazzare una vecchietta e torno.

(Il Mattino)

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