Sul serio non ci sono tormentoni estivi, quest'anno. E siamo già a metà giugno.
A parte questo, direi che non ci sono neanche album degni d'essere ascoltati, da qualche mese a questa parte. Niente di particolarmente interessante, niente che catturi l'attenzione, né all'estero né, soprattutto, in Italia. Pare ci sia il nuovo disco dei Negramaro, ma ho sentito il singolo e, francamente, sta bene dove sta.
Di sicuro il cd dei Verdena, Requiem, ma è impossibile che si tratti dell'unica mosca bianca in uno sciame di anonimato.
E così mi ritrovo, a sorpresa, a consumare come sempre gli album di Fabrizio De André, a riascoltare con commozione i due dischi di Damien Rice (l'ultimo ancora più intenso del primo, se permettete), a commuovermi come sempre ascoltando l'immortale Nick Drake. E riscopro Edoardo De Crescenzo, non soltanto il cantante di Ancora, di Marzulliana memoria, ma soprattutto l'interprete di piccoli capolavori come L'odore del mare, Naviganti, Le mani, E la musica va. Apprezzo Mina, gustandomi soddisfatto il suo ultimo, intenso guaito, Bau.
Molto piano, alla fine. Non nel senso che vado a rilento, ma perché ascolto anche Bollani, Allevi, Ludovico Einaudi. Senza alcun criterio, alla rinfusa, perché mi danno la giustà serenità per affrontare al meglio la giornata.
Ma non demordo, il tormentone lo aspetto sempre. Almeno un disco degno di questo nome. Niente che sia Vasco Rossi fotocopia, Michael Bublè in sovrappeso, o Irene Grandi ultrariciclate. Ve ne prego.
A parte questo, direi che non ci sono neanche album degni d'essere ascoltati, da qualche mese a questa parte. Niente di particolarmente interessante, niente che catturi l'attenzione, né all'estero né, soprattutto, in Italia. Pare ci sia il nuovo disco dei Negramaro, ma ho sentito il singolo e, francamente, sta bene dove sta.
Di sicuro il cd dei Verdena, Requiem, ma è impossibile che si tratti dell'unica mosca bianca in uno sciame di anonimato.
E così mi ritrovo, a sorpresa, a consumare come sempre gli album di Fabrizio De André, a riascoltare con commozione i due dischi di Damien Rice (l'ultimo ancora più intenso del primo, se permettete), a commuovermi come sempre ascoltando l'immortale Nick Drake. E riscopro Edoardo De Crescenzo, non soltanto il cantante di Ancora, di Marzulliana memoria, ma soprattutto l'interprete di piccoli capolavori come L'odore del mare, Naviganti, Le mani, E la musica va. Apprezzo Mina, gustandomi soddisfatto il suo ultimo, intenso guaito, Bau.
Molto piano, alla fine. Non nel senso che vado a rilento, ma perché ascolto anche Bollani, Allevi, Ludovico Einaudi. Senza alcun criterio, alla rinfusa, perché mi danno la giustà serenità per affrontare al meglio la giornata.
Ma non demordo, il tormentone lo aspetto sempre. Almeno un disco degno di questo nome. Niente che sia Vasco Rossi fotocopia, Michael Bublè in sovrappeso, o Irene Grandi ultrariciclate. Ve ne prego.
io terrei d'occhio il gruppo "Le Mani" che potrebbero tirare fuori qualcosa...e starei attento a "I Cosi"...ritmo anni sessanta...si stanno facendo conoscere su myspace a hanno un contratto con la wea.
RispondiEliminaDottor Key
Approfittane per ascoltare i cd che ti regalano,
RispondiElimina;-)
Marianna
LE mani me le consigliasti già tempo fa.
RispondiEliminaI Cosi? Ma che nome del...