Oggi - anzi ieri, data l'ora - mi sono imbattuto per caso in tre notizie che riguardano da vicino il mondo omosessuale.
Due di queste mi hanno sconcertato, fatto vergognare del mio paese - e quando mai -, me le hanno fatte girare parecchio, insomma.
Prima, la pagliacciata messa in atto da alcuni (tanti) deputati che hanno firmato due mozioni discriminanti contro gay e lesbiche, dimostrando ancora una volta che viviamo sì in Italia, ma siamo fermi al Medioevo.
Poi, come se non bastasse, mi ritrovo poco dopo a leggere del simpatico Vescovo di Aversa e del suo intervento nei confronti di un gruppo di preghiera.
Con i nervi a fior di pelle e la voglia di emigrare al più presto in Spagna, eccomi su Repubblica in tarda serata, a prendere nota della rivoluzione all'interno di "Un medico in famiglia", con la "prima coppia di fatto omosessuale del piccolo schermo, con tanto di bambina che vive con loro".
Insomma, nonostante l'inutile entusiasmo per quest'ultima notizia (viene addirittura precisato che si tratta di personaggi positivi: che dovrebbero essere, mostri assassini solo perché gay?) il tutto conferma la tesi di fondo: il nostro paese omofobico ha ancora molta strada da fare, e non basta una coppia gay in tv a tirarci su di morale.
(Wittgenstein, Gay.it, Repubblica)
Due di queste mi hanno sconcertato, fatto vergognare del mio paese - e quando mai -, me le hanno fatte girare parecchio, insomma.
Prima, la pagliacciata messa in atto da alcuni (tanti) deputati che hanno firmato due mozioni discriminanti contro gay e lesbiche, dimostrando ancora una volta che viviamo sì in Italia, ma siamo fermi al Medioevo.
Poi, come se non bastasse, mi ritrovo poco dopo a leggere del simpatico Vescovo di Aversa e del suo intervento nei confronti di un gruppo di preghiera.
Con i nervi a fior di pelle e la voglia di emigrare al più presto in Spagna, eccomi su Repubblica in tarda serata, a prendere nota della rivoluzione all'interno di "Un medico in famiglia", con la "prima coppia di fatto omosessuale del piccolo schermo, con tanto di bambina che vive con loro".
Insomma, nonostante l'inutile entusiasmo per quest'ultima notizia (viene addirittura precisato che si tratta di personaggi positivi: che dovrebbero essere, mostri assassini solo perché gay?) il tutto conferma la tesi di fondo: il nostro paese omofobico ha ancora molta strada da fare, e non basta una coppia gay in tv a tirarci su di morale.
(Wittgenstein, Gay.it, Repubblica)
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