lunedì 18 dicembre 2006

La mia lettera d'amore ai blog

Checché ne dica Stefano Havana su Noantri, io i blog li leggo. Eccome.
Ma ho trovato il suo post estremamente necessario.
Non avevo mai visto il suo blog prima, né avevo mai sentito parlare di lui. Purtroppo.
E ora che l'ho scovato, in questo enorme calderone in ebollizione che è la blogosfera italiana - pieno di ingredienti avariati e inutili, certo, ma anche ricco di cose interessanti -, non perderò un secondo e lo aggiungerò ai miei link.
Li vedete qui a fianco. Ci saranno più o meno una settantina di blog che visito qualche volta a settimana, e qualche centinaio di siti internet che, bene o male, visito almeno una volta al mese.
Il mio blog è il punto di partenza, il trampolino dal quale mi lancio nella piscina del web. Spesso l'acqua è troppo fredda, spesso ce n'è troppo poca, ma è la mia piscina nella quale sguazzo in modo libero ed indipendente nell’informazione.
Leggo blog di orientamenti politici diversi (1972 e Jacopo Fo, tanto per fare due esempi); leggo blog musicali, blog letterari, blog che si occupano di cinema o di tv. Leggo blog che fanno del cazzeggio la loro arma vincente, ma anche blog di approfondimento.


Non li linko nel post, si trovano tutti qui sulla sinistra, e sono tutti blog utili per il miglioramento delle mie conoscenze personali.
Ogni volta che ne becco uno, zac!, lo copio e me lo trovo qui sulla sinistra, pronto a ricevere nuovamente una mia visita.
Con questo non intendo affatto dire che Noantri non abbia ragione, anzi.
Tante, troppe volte anche io mi ritrovo a pensare a quanto siano ridicoli certi atteggiamenti della blogosfera, a quanti troppo spesso "se la cantino e se la suonino da soli", ma eviterei anche l'eccessiva generalizzazione e l’inutile pessimismo.
Molti blog italiani, per me, dicono qualcosa di nuovo, che non trovo sui giornali o in altri media. Ed io li leggo.
Fanno informazione alternativa o realizzano approfondimenti che non trovo sui quotidiani, ad esempio.
Ampliano le mie vedute e la mia conoscenza grazie al numero di segnalazioni e link, e mi spingono spesso ad approfondire tematiche che normalmente non mi interesserebbero poi più di tanto. Mi solleticano, mi stimolano, mi stuzzicano
Dobbiamo migliorarci, certo. Tutti. Perché lo strumento che abbiamo - e qui ti cito, spero permetterai - è "potenzialmente devastante: stiamo giocherellando con qualcosa che potrebbe essere più definitivo e impattante del file sharing, della stampa, della libertà d'espressione, della democrazia".
Ma, secondo me, non stiamo solo giocherellando, come tu dici.
Ci stiamo migliorando, affiniamo sempre di più le nostre tecniche e le capacità di fare informazione.
Non so se smobilitiamo l'opinione pubblica, forse no, dato anche le ultime statistiche poco confortanti per l'Italia in tema di utilizzo di internet.
Ma ogni tanto ci proviamo.
Io ho fiducia, molta fiducia in questo mezzo (altrimenti non sarei qui da quasi 3 anni a perder tempo).
Solo grazie a te ho scoperto 2 blog di cui non conoscevo l’esistenza. Li ho trovati interessanti, saranno mie abituali letture per il futuro.
Poi ho spulciato tra i vostri link e ne ho trovati altri. Stanotte o domani li aggiungerò alla mia lista, e accresceranno le mie potenzialità di sapere e conoscenza.
La blogosfera in Italia ha trovato una sua precisa dimensione da troppo poco tempo per potersi ritenere già sconfitta, inutile, senza senso.
La tua lettera d’amore è stata molto utile, ha stimolato in me più di una riflessione.
Ma la povertà di contenuti non riguarda la blogosfera tutta – hai visitato tutti i blog della rete? Non credo – e nonostante sia qui a sorridere (non prendiamoci troppo sul serio, dai), prendo atto della tua riflessione e rifletto a mia volta. Andando avanti.
Convinto che la blogosfera italiana non sia poi da buttar via e prima o poi riuscirà a sorprenderti.


(Noantri)


2 commenti:

  1. Si chiama Citizen Journalism...
    E' certamente vero che è all'altezza circa un blog su diecimila... ma mi sembra non poco. Altro che cantarsela e suonarsela :)

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  2. Grazie del commento e della riflessione che, purtroppo, leggo solo oggi. Alle prossime letture.
    [Ste]

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