Un divertente Antonio Pascale, su "Il Mattino", descrive mode, tendenze e tic del popolo napoletano all prese col casco:
"Se da stranieri arrivate a Napoli, osserverete le strane forme simboliche che assumono i motociclisti. Vi chiederete che senso ha portare il casco integrale appena appoggiato sulla nuca (...) Vedrete una forma grottesca, un cranio abnorme passarvi accanto con la moto. Tutta questa farsa solo per piazzare con un solo movimento in testa il casco in caso di posto di blocco. Una botta sul casco ed ecco che quello entra (...) Oppure, sempre se vi diverte il giochino, potrete vedere motociclisti con il casco integrale infilato al braccio destro. Un casco pesante, costoso, portato al braccio (...) O infine acquistare un casco di una o più misure più piccola, così che si incastra in testa. Dunque non c’è bisogno di allacciarlo. In questo caso, le due cinghie non servono e pendono dalle orecchie del motociclista come i bargigli dei galli (...) Apparire come una persona rispettosa delle leggi, con una piccola differenza. Le regole vanno solo evocate. Il motociclista mutato napoletano è una persona che evoca una regola. Mette il casco in mostra per testimoniare la sua buona volontà. Appare come uno che porta il casco. Ma non lo indossa. Vuole apparire un simbolo di diversità antropologica, appunto".
Come dargli torto?
"Se da stranieri arrivate a Napoli, osserverete le strane forme simboliche che assumono i motociclisti. Vi chiederete che senso ha portare il casco integrale appena appoggiato sulla nuca (...) Vedrete una forma grottesca, un cranio abnorme passarvi accanto con la moto. Tutta questa farsa solo per piazzare con un solo movimento in testa il casco in caso di posto di blocco. Una botta sul casco ed ecco che quello entra (...) Oppure, sempre se vi diverte il giochino, potrete vedere motociclisti con il casco integrale infilato al braccio destro. Un casco pesante, costoso, portato al braccio (...) O infine acquistare un casco di una o più misure più piccola, così che si incastra in testa. Dunque non c’è bisogno di allacciarlo. In questo caso, le due cinghie non servono e pendono dalle orecchie del motociclista come i bargigli dei galli (...) Apparire come una persona rispettosa delle leggi, con una piccola differenza. Le regole vanno solo evocate. Il motociclista mutato napoletano è una persona che evoca una regola. Mette il casco in mostra per testimoniare la sua buona volontà. Appare come uno che porta il casco. Ma non lo indossa. Vuole apparire un simbolo di diversità antropologica, appunto".
Come dargli torto?
(il Mattino)
Io sono sempre più convinto che i peggiori nemici dei napoletani siano i napoletani: questa nostra maledettissima abitudine a voler a tutti i costi dare un senso quasi metafisico a quel che facciamo in contrasto con le regole, ma santiddio, allora non prendiamocela al primo bocca che arriva a darci lezioni !
RispondiEliminaEhm, non capisco, ma va bene comunque. :)
RispondiEliminaCredo che messer titolabieno volesse dire che i napoletani (ma personalmente dubito che si tratti di una tara genetica localizzata) sono spesso pronti a trovare fantasiosi e appassionati alibi per le loro infrazioni al codice della strada, come se violare la legge fosse un atto di coraggio e segno di autonomia di pensiero ^_^
RispondiEliminaOra mi è tutto più chiaro, grazie. ;)
RispondiEliminaMesser rapace, che fai sfotti???
RispondiEliminapfffff...fai bene ^___^
No, davvero ho capito solo dopo il tuo intervento :)
RispondiEliminaUA allora mi sono resa seriamente utile ^_^ ok allora la mia buona azione di oggi l'ho fatta, la solita vecchina che mi chiede di aiutarla ad attraversare posso pure mandarla al diavolo :P
RispondiElimina