sabato 3 dicembre 2005

Il problema delle truffe on line

Questa è soltanto l’ultima notizia che riguarda le truffe online, per di più quasi divertente – non certo per chi l’ha subita – perché vede come protagonisti due pensionati di 74 e 75 anni.
Ma il problema delle frodi in rete, delle trappole disseminate nel magico mondo del web, sono ben più numerose e spesso non se ne parla con il dovuto approfondimento all’interno dei mass media.
Intanto, le truffe telematiche aumentano senza controllo, creando gravi problemi agli utenti di internet e intaccando l’intero sistema della “fiducia” sul quale si basa il mondo della comunicazione on line.
Le truffe in rete, come dicevo, si sono sviluppate incredibilmente negli ultimi anni: con il pc è facile arrivare rapidamente ad un gruppo molto grande di utenti, accedere ai loro dati personali e far perdere le proprie tracce, nascondendosi dietro nickname e varie identità virtuali. E’ cambiato il modo di truffare le persone, insomma, e attraverso internet si è avuta una decisa evoluzione di questi tipi di reato.
Ed ecco che, quindi, sempre più persone sono costrette a fare i conti con questi criminali della rete, sempre più attivi e sempre meno perseguiti per i loro reati.
Varie sono le modalità di truffa attraverso le quali si approfitta degli utenti di internet: innanzitutto il phishing, ultimamente al centro di vari dibattiti. Attraverso l’invio di e-mail fasulle di importanti aziende, banche o delle Poste Italiane, i criminali cercano di impadronirsi di password o numeri di conto dell’utente: spesso indicando come motivazione la necessità di aggiornare i dati o problemi tecnici della stessa banca, si invita a cliccare su link che portano a pagine web create appositamente per compiere questi furti di dati e, conseguentemente, di soldi.
E’ circolata per molto tempo quella e-mail delle finte Poste Italiane, poi anche quella di Banca Intesa e di un altro paio di importanti istituti bancari. Bisogna stare attenti, e diffidare di queste e-mail, cancellandole subito e senza cliccare i link in essa contenuti. Basta riflettere per un attimo, e vi sembrerà ovvio che né le poste né nessuna banca si sognerebbe mai di chiedervi informazioni così importanti come password e numero di conto via e-mail, ma vi convocherebbe subito per parlarne da vicino. Per di più, osservando bene l’e-mail, ci si accorge che manca spesso l’intestazione, il nome del destinatario, le motivazioni addotte sono generiche o minacciose, molto spesso ci sono errori grammaticali. Ma, comunque, spesso c’è gente che ci casca.
Oltre al phishing, ci sono sempre i soliti messaggi di posta elettronica che propongono prodotti miracolosi ed inviano a siti non protetti, per ottenere dati personali o per installare spyware (software che raccolgono informazioni sul nostro pc e le inviano, via Internet, a terzi), o i pop-up che trasferiscono ad altri siti a pagamento, senza che l’utente se ne accorga. Ancora numerose sono le truffe di questo genere.
Interventi delle autorità, alla fine, ce ne sono pochi. Ogni tanto qualche grande operazione, ma la situazione appare sempre più complessa e difficile da gestire.
Combattere questo tipo di truffe telematiche dovrebbe essere una priorità, molto  più importante delle solite battaglie sul diritto d’autore e la condivisione di files in rete delle quali si sente sempre parlare. Qui, invece delle majors americane, chi ci rimette sono i poveri cittadini. Ma forse loro non hanno lo stesso peso di importanti case discografiche, e di conseguenza, anche meno diritti a difendere i propri interessi.


(la Repubblica)

5 commenti:

  1. A me sono arrivate e-mail truffa. Uno voleva vendermi dell'oro. Un altro tizio voleva coinvolgermi in un affare di fondi Usa. L'ultimo dice che potrei ereditare 10 milioni di dollari, perché il mio cognome è come quello del suo cliente morto in un incidente: LoRe. Peccato che il mio cognome non sia LoRe, e soprattutto che quella sia una bufala strausata...
    Ne ho parlato recentemente nel mio blog. Ciao!

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  2. Lo stesso meccanismo del phishing. Mi è arrivata una e-mail da Banca Intesa, avevano bisogno dei miei dati per un controllo del conto: ma io non ho nessun conto Banca Intesa.

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  3. A me è arrivata una mail dalla banca che diceva che qualcuno aveva provato ad accedere al mio conto.....CHE NON HO!

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  4. vabbe ma lo vedi troppo come una cosa negativa. se uno e' cosi stupido da dare i suoi dati bancari ad una mail provveniente da uno sconosciuto probabilemente si merita di perderli. Una sorta di selezione della specie, c'e' da sempre.

    Una posizione un po' troppo radicale? puo darsi...

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  5. ciao rapace! non sono morto, finalmente ho aperto un blog fuori da splinder. Le motivazoni le ho date nel mio primo post.
    ale.deste.com

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