sabato 28 maggio 2005

Amnesty International - Rapporto annuale 2005

"Sessant’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, i governi continuano a tradire le loro promesse di un ordine del mondo basato sui diritti umani e perseguono gli obiettivi di una nuova, pericolosa agenda. Il linguaggio della libertà e della giustizia è finalizzato ad adottare politiche che sfruttano la paura e l’insicurezza, come i cinici tentativi di ridefinire e condonare la tortura. La nuova agenda, insieme all’indifferenza e alla paralisi della comunità internazionale, è stata fallimentare per le svariate migliaia di vittime delle crisi umanitarie e dei conflitti dimenticati nel corso del 2004".


Dall'Afghanistan allo Zimbabwe, passando per il Nicaragua, il Congo e l'Angola. Ma anche Italia, Australia, Germania e, ovviamente, gli Stati Uniti d'America.
Il quadro delineato dall'ultimo rapporto annuale di Amnesty International, che prende in considerazione 149 paesi del mondo, non è per nulla confortante.
Violenze sulle donne, abusi delle forze di polizia, torture, razzismo, esecuzioni illegali e molto, molto di più. Sono ancora troppe le violazioni dei diritti umani nel mondo. Troppe, per un mondo considerato civile.
L'Italia non sfigura del tutto, in questo contesto, con le sue "denunce di uso eccessivo della forza, maltrattamenti e abusi di stampo razzista da parte di agenti delle forze dell’ordine", le "condizioni di detenzione che non hanno rispettato gli standard internazionali", gli ostacoli creati al "diritto a richiedere l’asilo", "discriminazioni in molti ambiti", la solita e immancabile "violenza domestica diffusa" e "la tratta di esseri umani, in particolare donne e minorenni, a scopo di sfruttamento sessuale e lavoro forzato".
Se avete uno stomaco abbastanza forte leggetevi qualche pagina rapporto. E, una volta finito di leggere ricordatevi bene che ci troviamo nel 2005, perchè vi sembrerà di essere stati trasportati nel Medioevo.


(Amnesty International)

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