Il bello dell'essere un pendolare è anche questo: vedere all'alba gli occhi assonnati della gente, sulle scale che portano verso i binari, o su quelle panchine ancore umide dal gelo della notte appena trascorsa, mentre aspettano impazienti un treno che sembra perennemente in ritardo.
Chiacchierare con un parente che, da ormai quattro anni, fa questa vita massacrante, e sembra sempre pieno di forze alle 6 e 42, per poi addormentarsi poco dopo aver preso posto in carrozza.
Osservare i sorrisi tra colleghi di lavoro, ascoltare le barzellette dette pochi minuti prima di prendere sonno, su una delle poltrone numerate di quell'Eurostar che accoglie, ogni mattina, quasi mille persone dirette a Roma per lavoro, studio, motivi seri o banali, per andare a trovare parenti o amici di vecchia data.
Cerchi il tuo posto sulla carrozza, saluti con un leggero sorriso od un'occhiata furtiva il tuo compagno di posto, sperando di essere ricambiato. Di solito è così, e questo ti rinucora e ti permette di iniziare con il piede giusto la giornata. Se ti capita di osservare due colleghi di lavoro che montano sul piccolo tavolino che separa due posti il panno verde da gioco, per improvvisare accanite partite a carte, ti rendi conto di aver visto proprio tutto, nella vita.
E allora capisci che è tempo di lasciarti cullare dalle curve delle rotaie, dopo aver fatto finta per qualche minuto di leggere il giornale. Il sonno ti avvolge, ti assale, e ti rendi conto che è meglio chiudere gli occhi e recuperare le forze: una lunga giornata ti aspetta, nel caos della Capitale.
giovedì 14 aprile 2005
Riflessioni di un pendolare
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Bel post. Felice notte.
RispondiEliminaMi viene da consigliarti la piacevole lettura del blog di vera.stazioncina: un viaggio al giorno, in treno, tra emozioni, riflessioni e paesaggi colmi di colori della mente...
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