Questo è il premier che ci meritiamo. Un presidente del consiglio demagogo e populista, arruffone e doppiafaccia. Che pensa sempre e solo a se stesso, prima di tutto, in vista delle elezioni del 2006. Che non riesce a tenere a freno la lingua, e parla, parla e straparla, usando il salotto buono di Vespa per i propri slogan elettorali. Che non si preoccupa del peso che possono avere le sue dichiarazioni dette per tirare acqua al proprio mulino, in chiave internazionale, soprattutto se si tratta di temi così scottanti.
Pensava forse che sarebbe passata inosservata, la sua dichiarazione del "ritiro graduale delle truppe italiane dall'Irak, possibilmente in settembre", o che forse sarebbe rimasta entro i confini italiani, utile soltanto per convincere l'opinione pubblica di un'ipotesi oggettivamente irreale e ancora improponibile, poichè ancora nulla è cambiato, stabilità non c'è ancora, e come è stato necessario occupare l'Irak in questi lunghi mesi di guerra, è necessario anche adesso. Non cambia niente, per il momento.
Auspici. Il premier parlava di auspici, ha detto. Soprattutto dopo essersi reso conto di aver scatenato un putiferio mediatico globale. Il Presidente del Consiglio ha scoperto, pagandolo sulla propria pelle, che l'enorme potenza dei suoi media talvolta può essere controproducente, e che è impossibile poter controllare un messaggio, una volta inserito nel circuito mediatico. Una frase detta, tra amici, nel salottino di Raiuno, diventa una scheggia comunicativa impazzita, che rimbalza dalle agenzie di stampa, alle radio, fino ad arrivare sui giornali ed in televisione. Una volta dette, certe cose, non è possibile rimangiarsele. E, se lo si fa, si finisce per fare una figura misera e triste.
Tutto ciò che resta, infatti, dopo questa storia, è l'immagine di un uomo piccolo e impaurito, in vista delle prossime elezioni, che dice le cose e poi ritratta, subisce le pressioni degli altri stati, confermando un'ignobile subordinazione agli stati di cui si vanta alleato, e continua a offrire al mondo un'immagine dell'Italia che non riusciamo più a tollerare.
Buonanotte.
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