- Sta per arrivare il nuovo anno.
- Aspettiamo un po' o ci arrendiamo subito?
Ellekappa
- Sta per arrivare il nuovo anno.
- Aspettiamo un po' o ci arrendiamo subito?
Ellekappa
BUON ANNO a tutti. Tanti auguri, di cuore, a tutti i blogger di splinder, i navigatori della rete, a chi si troverà, per caso, a leggere queste mie parole.
Auguri alla mia ragazza, a tutti i miei amici, ai miei genitori, a chi mi è stato vicino, in questo 2004, e a chi mi rimarrà accanto, durante il prossimo anno che è ormai alle porte.
Un augurio, un pensiero d'affetto ed una preghiera per tutte le vittime del maremoto asiatico, e per chi dovrà ancora combattere per sopravvivere, in quelle terre.
Gesualdo Bufalino - Le menzogne della notte
M. P. Sheil - La nube purpurea
Italo Calvino - Marcovaldo
Cesare Pavese - La luna e i falò
J. L. Borges - Cronache di Bustos Domecq
Mina - Verdena
Leaving New York - R.E.M.
Ehy ya – Outkast
Take me out – Franz Ferdinand
You can’t stand me now – The Libertines
Lavinia – The Veils
The Blower’s daughter – Damien Rice
Delicate – Damien Rice
American Idiot – Green Day
She wants to move – N*E*R*D
Verdena - Il suicidio dei samurai
Gianni Marroccolo - A.C.A.U. la nostra meraviglia
Wilco - A ghost is born
Outkast - Speakerboxx - The love below
Franz Ferdinand - Franz Ferdinand
The Libertines - Rough Trade
Almamegretta - Sciuogl' e can
Prince - Musicology
Cristina Donà - Cristina Donà
The Veils - The Runaway found
O - Damien Rice
23.000 morti. Cifre apocalittiche e pazzesche. Tra questi anche 11 italiani, ma poco importa, al momento, della nazionalità di tutte queste povere persone. Credo si tratti del disastro naturale più devastante degli ultimi cinquant'anni, forse più. Ciò che mi terrorizza di più, ora, è l'enorme rischio di epidemie.
Spero che quest'incubo trovi al più presto la parola fine.
La stima ufficiale dei morti è salita a 12.000, in sette paesi differenti. Una catastrofe di dimensioni infernali.
Il mio pensiero e le mie preghiere, benchè inutili, questa sera sono rivolte a loro.
Gli italiani non acquistano più nulla. Me ne accorgo io durante le spese di tutti i giorni, nelle piccole cose. E' ormai impossibile, per un consumatore medio, acquistare qualcosa per il solo piacere di farlo. E' una continua sofferenza per le nostre tasche.
Vestiti. Scarpe. Libri. Acqua. Frutta e verdure.
Tutto costa troppo.
Stamattina ho visto e ascoltato, per la prima volta, "Mosh", il singolo di Eminem contro Bush, inserito nel nuovo album "Encore". Mi ha fatto davvero una strana impressione, la violenza e la rabbia delle parole pronunciate dal rapper bianco più famoso del mondo mi hanno incredibillmente colpito. Il brano è duro, un pesante j'accuse contro le malefatte del presidente americano. E' un brano inaspettato, almeno per me, che immaginavo Eminem come un rapper lontano dai problemi politici e sociali. Evidentemente mi sbagliavo. L'artista americano, oltre ad essere il rapper più importante del mondo, ultrapagato, gestore di un impero musicale senza paragoni, ha la forza e la voglia di ribellarsi alle regole ingiuste che governano il mondo. E non lo manda certo a dire. In maniera schietta e rabbiosa urla tutto il rancore verso il presidente americano caricandosi sulle proprie spalle tutte le responsabilità del caso specifico. Ma il suo grido, stando a vedere i risultati delle ultime elezioni, forse non è stato ascoltato....
Imagine it pouring, it's raining down on us
Mosh pits outside the oval office
Someone's tryina tell us something,
Maybe this is god just sayin' we're responsible
For this monster, this coward,
That we have empowered
This is Bin Laden, look at his head noddin'
How could we allow something like this without pumping our fists
Now this is our final hour
Let me be the voice in your strength and your choice
Let me simplify the rhyme just to amplify the noise
Try to amplify the times it, and multiply by six...
Teen million people, Are equal at this high pitch
Maybe we can reach alqueda through my speech
Let the president answer a higher anarchy
Strap him with an Ak-47, let him go, fight his own war
Let him impress daddy that way
No more blood for oil, we got our own battles to fight on our own soil
No more psychological warfare, to trick us to thinking that we ain't loyal
If we don't serve our own country, we're patronizing a hero
Look in his eyes its all lies
The stars and stripes, they've been swiped, washed out and wiped
And replaced with his own face, Mosh now or die
If I get sniped tonight you know why,
Cause I told you to fight.
Approfondimento in rete: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2004/10_Ottobre/22/eminem.shtml
Di soppiatto vorrei entrare nella tua stanza, quando il buio ti accarezza gli occhi e fa per stringerti, in un caldo abbraccio. Vorrei osservare, quasi distaccato, il profilo sereno del tuo viso, mentre accoglie quel sonno che lo accompagnerà tutta la notte. Mi piacerebbe diventare il tuo sogno: insinuarmi, con dolcezza, nella tua mente sempre così impenetrabile, e comprendere a pieno il significato delle tue parole d'amore.
Vorrei che mi vedessi ora, amor mio, così impacciato e inebetito, mentre sorrido e ti penso.
Vorrei essere lì, ora, per augurarti, posando le mie labbra sulle tue, la buonanotte.
Cosa vorrei trovare, quest'anno, sotto l'albero?
Almeno un mese di vacanza...
Mi affaccio al balcone e l'immagine che mi si presenta davanti non è più quella di un paesaggio postatomico.
È stata realizzata la nuova Piazza Italia, che accoglierà numerosi negozi e una fermata della nuova linea metropolitana a Napoli.
Bella, davvero molto bella...ma, conoscendo la civiltà dei miei concittadini, quanto durerà???
Ultime novità sugli Afterhours, uno dei miei gruppi rock preferiti nonchè una delle migliori band italiane.
L'uscita del prossimo album della band, il settimo registrato in studio, è stata posticipata a febbraio (si era parlato di una possibile uscita a metà gennaio)
Lo aspettiamo con ansia.
Natale 2004.
Napoli.
Centro Storico.
Gente ovunque.
Una mandria inferocita di persone che si muovono senza una meta precisa.
Osservano vetrine, urlano, commentano i prezzi.
Entrano nei negozi. Acquistano.
Motorini che sfrecciano.
Comitive di ragazzi che, invece di parlare tra di loro, strillano frasi senza senso.
Bancarelle.
Cianfrusaglie.
Pacchi e pacchetti.
Caos e confusione.
Sorrisi, scherzi, allegria.
San Gregorio Armeno.
I pastori.
Tanti colori.
Tanto calore.
Questo è il Natale, per le strade di Napoli.
Mi sveglio presto, ma la sveglia del cellulare suona già, ininterrottamente, da dieci minuti, quando decido di alzarmi dal letto e andarla a spegnere.
"Oggi regali", mi dico, " ho già perso troppo tempo. Un pensiero agli amici più stretti, un presente ai genitori e ai parenti, un regalo più costoso alla fidanzata, riuscirò a cavarmela con poco".
Scendo di casa alle 11, un'ora dopo ho già speso più di cinquant'euro, destinati a moltiplicarsi in maniera esponenziale nei prossimi giorni. Il mio budget complessivo non potrà superare gli 80/90 euro, cifra fin troppo alta per uno studente universitario squattrinato e abbandonato dall'allieva delle ripetizioni private.
Ce la farò a compare un regalino per tutti? Saranno pensieri graditi? Su cosa dovrò risparmiare?
Questo Natale, invece di essere una festa, si sta trasformando in un tracollo finanziario...
Si ricomincia.
A scrivere qualcosa nell'immenso magma multimediale del web.
Ad affidare le mie emozioni, le mie riflessioni, i miei pensieri a questo spazio virtuale, come un messaggio in una bottiglia, lasciato in balia delle onde.
Sono di nuovo qua.
Dopo aver trascorso due mesi infernali. Dopo sacrifici, stress, ansie e sofferenze derivate dallo studio.
Posso dire, finalmente, di avercela fatta. E' soltanto un piccolo, microscopico tassello del grande puzzle che comporrà la mia vita, ma l'ho saldamente fissato al suolo della mia esistenza.
ORA
sono pronto ad intraprendere una nuova avventura.